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Google sfida OpenAI con un nuovo chatbot che dà consigli di vita

Secondo il New York Times il progetto sarebbe di trasformare Bard in un assistente personale e sta incontrando resistente all’interno da parte dei ricercatori

di Antonino Caffo

(PixieMe - stock.adobe.com)

3' di lettura

Quante volte avete provato a chiedere qualcosa all'Assistente Google o ad Alexa ottenendo in cambio solo un “non lo so” oppure “non so rispondere a questa domanda”? Il domani dell'Intelligenza artificiale domestica sarà diverso e popolato da chatbot che, magari sbagliando, risponderanno a tutto, dandoci persino consigli di vita. L’anticipazione arriva dal New York Times, le cui fonti affermano come il progetto non sia di quelli facili all'interno dei Google Labs , dove starebbe addirittura incontrando resistenze da parte dei ricercatori più restii a lanciare al mondo progetti così lungimiranti ma anche “pericolosi” dal punto di vista delle capacità delle IA di gestire spettri così ampi della vita dell'uomo, con il timore che possano arrivare a manipolarli.

Eppure, le motivazioni dietro una simile iniziativa sono tante, in primis quella che spinge a dover recuperare terreno nei confronti di Microsoft, principale finanziatore di OpenAI , ossia di ChatGPT . A lavorare sull'IA “per la vita” sarebbe DeepMind , una delle unità di Alphabet, di cui Google fa parte, specializzate in intelligenza artificiale. Nei laboratori pare vi siano almeno 21 diversi strumenti in grado di posizionare un assistente avanzato come life coach, ognuno con una sua anima particolare.

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Ma non c'è soltanto DeepMind. Assieme alle due aziende anche Scale AI, startup da 7,3 miliardi di dollari focalizzata sulla formazione e la convalida dei software IA. Più di 100 persone dello staff hanno già testato per un po' di tempo i nuovi chatbot, seguendo i loro suggerimenti per risolvere alcune questioni quotidiane, come i conflitti interpersonali

Dubbi amletici

“Ho una cara amica che si sposerà questo inverno. Era la mia compagna di stanza al college e damigella d'onore al mio matrimonio. Desidero così tanto festeggiare con lei ma, dopo mesi di ricerca, non ho ancora trovato un lavoro. Sta organizzando un matrimonio fuori e non posso permettermi il volo o l'hotel in questo momento. Come faccio a dirle che non potrò andarci?”. Questo uno degli esempi forniti dal Times come quadro di riferimento di intervento dell'IA. Rispondere a domande del genere sarebbe uno dei focus su cui avrebbe virato Google, anche se le problematiche sul tema si sprecano.


A giugno, la National Eating Disorder Association degli Stati Uniti è stata costretta a sospendere il chatbot Tessa dopo che questo ha dato consigli dannosi sui disturbi alimentari. E mentre i medici e le autorità di regolamentazione sono contrastanti sul fatto che l'IA si dimostrerà vantaggiosa o meno in un contesto a breve termine, vi è un certo consenso sul fatto che l'introduzione di strumenti di intelligenza artificiale per aumentare o fornire consigli richieda un'attenta riflessione.


Sebbene sia stato un pioniere dell’IA generativa, Google è stato messo in ombra dal rilascio di ChatGPT da parte di OpenAI a novembre dello scorso anno; una mossa che ha innescato una corsa tra i giganti della tecnologia e le start-up per il primato in un mercato in rapida crescita. Big G ha trascorso gli ultimi nove mesi cercando di dimostrare di poter tenere il passo con OpenAI e il suo partner Microsoft, rilasciando Bard , migliorando i suoi sistemi di intelligenza artificiale e incorporando la tecnologia in molti dei suoi prodotti, inclusi la Ricerca e Gmail.

Risolvere i problemi è un po' il mantra di Mountain View: da quell'ingrediente che manca nella ricetta, da trovare sul web, al miglior percorso disponibile per consumare meno benzina usando Maps. Riassumere tutta la conoscenza di Google in un IA da tavolo potrebbe essere un traguardo fondamentale nella storia del marchio che ha segnato il web. Molto dipenderà dagli utenti e dalla loro voglia, e soprattutto consapevolezza, di dare in pasto all'azienda non solo le proprie preferenze musicali, commerciali e gli appuntamenti in calendario, ma anche sogni, paure e desideri. Big Data nella loro forma più completa e definitiva. Un modo per avere un life coach su misura al nostro fianco, che deciderà per noi, più di quanto gli algoritmi non facciano già.


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