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Media, giornalista si “suicida” dopo il rilascio in Iran. Tajani: «Teheran ha superato linea rossa»

La morte di Mohsen Jafarirad, 36 anni, reporter, critico cinematografico e documentarista, è stata resa nota dal collega Hoshang Golmakani su Instagram

Iran, anche Torino in piazza contro il regime di Teheran

3' di lettura

Un giornalista si è “suicidato” dopo essere stato scarcerato in Iran. Lo riferisce la Bbc persian in base ad alcuni report provenienti dal Paese. La morte di Mohsen Jafarirad, 36 anni, reporter, critico cinematografico e documentarista, è stata resa nota dal collega Hoshang Golmakani su Instagram: “Suicidio dopo la libertà. Qualche settimana fa, durante i disordini a Karaj, Moshen è stato arrestato mentre si recava a casa sua. Poi è stato rilasciato”, ha raccontato Golmakani. Sembra che non sia il primo caso di suicidio dopo il rilascio dalla carceri iraniane tanto che in molti parlano di morti sospette, ricorda la Bbc.

Una fonte ufficiale ha annunciato poi che oggi, 8 gennaio, quattro iraniani sono stati condannati a pene che vanno da uno a 10 anni di carcere per aver incitato ad uno sciopero durante il movimento di protesta. L'Afp precisa che è la prima volta che un tribunale pronuncia condanne per istigazione allo sciopero durante le proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini dopo il suo arresto da parte della polizia morale. Il 5 dicembre, gli attivisti hanno lanciato sui social network appelli per uno sciopero di tre giorni a sostegno delle proteste. I quattro possono presentare appello.

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Tajani, Iran ha superato linea rossa

“L'Iran ha superato la linea rossa, il punto di non ritorno, cominciando a eseguire le condanne a morte. L'Italia è contraria alla pena di morte”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani su SkyTg24, dopo i due uomini giustiziati per le proteste in piazza, parlando di condanne “sproporzionate per i reati commessi: togliere la vita è inaccettabile soprattutto se lo si fa in nome di Dio”. “Ho convocato l'ambasciatore e gli ho chiesto di inviare un messaggio a Teheran con il blocco delle condanne a morte. Mi pare che la risposta giunta informalmente vada nella posizione opposta. Speriamo che “Teheran cambi posizione”, ha concluso il ministro.

Allo stesso modo, la Danimarca convocherà domani, 9 gennaio, l'ambasciatore iraniano a Copenaghen per esprimere la sua “indignazione” per l'esecuzione di due uomini in relazione alle proteste scatenate dalla morte in custodia di Mahsa Amini.

Continuano le proteste contro il regime

Intanto, anche oggi, domenica 8 gennaio, numerose persone sono scese in piazza oggi in varie città dell'Iran, da Teheran a Karaj, ma anche a Najafabad e a Bandar Anzali, urlando slogan contro le potenti Guardie rivoluzionarie: “Voi siete l'Isis in Iran”, hanno scandito i dimostranti. Gli attivisti del gruppo 1500Tasvir hanno pubblicato diversi video dove si vedono alcuni studenti di diverse università di Teheran e di altre città che cantano slogan antigovernativi e danno il loro sostegno alle proteste. “Giuriamo sul sangue dei nostri amici che resisteremo fino alla fine”, hanno urlato i dimostranti chiedendo il rilascio dei loro compagni.

Una manifestante con in viso la scritta “donna, vita, libertà” durante un corteo a Berlino, in Germania . EPA/CLEMENS BILAN

Nella maggior parte delle università i manifestanti sono stati 'accolti' dalle guardie universitarie in borghese che li hanno attaccati. I video mostrano anche giovani che installano striscioni per rendere omaggio ai 176 passeggeri e membri dell'equipaggio del volo PS752 della Ukraine International Airlines uccisi quando il loro aereo fu “erroneamente” abbattuto dalle Guardie Rivoluzionarie vicino a Teheran l'8 gennaio 2020. Ma anche cartelli che ricordano le ultime due impiccagioni avvenute ieri e legate alle proteste. In alcune città, Kermanshah, Saghez e Abdanan i negozianti hanno scioperato.

Da Torino a Londra a Berlino: le manifestazioni a sostegno delle proteste in Iran

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In 80 città del mondo manifestazioni a sostegno proteste

Manifestazioni di protesta si sono svolte anche in 80 città del mondo per commemorare le vittime della repressione in Iran ma anche l'anniversario dell'abbattimento del volo nel gennaio 2020. A Brisbane, in Australia un gruppo di iraniani ha tenuto una manifestazione di protesta a sostegno delle proteste scatenate a metà settembre dopo la morte di Mahsa Amini. Corteo anche a Londra. “Smettetela di sostenere il governo dei mullah”, hanno scandito i dimostranti nel centro della capitale britannica. Manifestazioni anche in Italia, a Torino e a Roma, dove all’ambasciata di Teheran sono state consegnate oltre 300mila firme contro la repressione raccolte dal quotidiano La Stampa.

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