Media, dopo le grandi ostilità Prosiebensat apre al socio Mfe
Il ceo Bert Habets: «Dialogo per cercare davvero dei modelli di cooperazione».
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Prosiebensat ora è «in un dialogo molto più costruttivo per cercare davvero modelli di cooperazione» con Mfe (nuovo nome del gruppo Mediaset, battezzato Mediaforeurope per suggellarne la volontà di espansione internazionale). E non a caso, prosegue il ceo della media company tedesca Bert Habets parlando con l’Ft, sono stati istituiti gruppi di lavoro congiunto con il gruppo di Cologno.
Sembra passato un secolo dalle dichiarazioni tranchant degli ex ad Max Conze e Rainer Beaujean. Un’era geologica a leggere il colloquio del ceo del broadcaster di Unterföhring che tratteggia un evidente quadro di apertura dopo i tanti niet che si sono susseguiti dall’ingresso del Biscione nella Tv tedesca.
Era il 2019. Ora Mfe si è assicurata una partecipazione diretta del 28,9% di Prosiebensat, ovvero il 29,7% dei diritti di voto. Con una componente del Consiglio di sorveglianza, Katharina Behrends, entrata nel Supervisory board in primavera proprio in rappresentanza di Mfe.
Cambio di passo
Certo non è passato inosservato il cambio di mood di Habets nel colloquio con Ft. Lui, olandese, ex ceo di Rtl Group, alla guida di Prosiebensat è arrivato lo scorso novembre. E si è trovato a gestire una situazione non facile, passata peraltro a inizio marzo attraverso il rinvio dell’approvazione dei conti annuale «alla luce di questioni normative», scrisse allora Prosiebensat, sulla controllata Jochen Schweizer mydays. Gli ultimi conti del gruppo bavarese hanno riportato ricavi per 868 milioni (-17% rispetto a un anno fa) nel secondo trimestre, scesi nel semestre da 1,98 a 1,68 miliardi. E anche l’utile netto rettificato si è praticamente azzerato: 4 milioni dai 64 milioni di un anno fa nel secondo trimestre e dato arretrato fino a una perdita di -11 milioni di euro contro l’utile di 101 milioni di euro di un anno prima per i sei mesi.
L’apertura
Le aperture di Habets verso Mfe, a leggere il Ft, sono ampie, larghissime. Un cambio di rotta eclatante. Fin troppo, potrebbe apparire maliziosamente. A novembre il mercato attende Prosiebensat alla resa dei conti (trimestrali) e le previsioni sui numeri, anche sulla scorta dell’andamento generale dell’economia tedesca, non sono positive. Anzi, diversi analisti scommettono su un nuovo profit warning in dirittura d’arrivo. L’idea di un avvicinamento a Mfe per costruire una sponda potrebbe rappresentare una chiave di lettura, anche se maliziosa. Dall’altra parte, se così non fosse, l’inizio di un nuovo corso nei rapporti potrebbe risultare più vicino.
Del resto, oltre all’arrivo di Habets in plancia di comando sono intervenute due grosse novità. La prima, in ordine di tempo, è l’ingresso in Consiglio di Sorveglianza di Prosiebensat di due componenti graditi, di cui uno direttamente espresso. E poi la scomparsa di Silvio Berlusconi, lo scorso 12 giugno, che ha giocoforza sottratto linfa alla motivazione “politica” sulla quale si è retta molta parte delle critiche all’avanzata del Biscione nella Tv bavarese.
La strategia paneuropea
Letto tutto questo all’interno del quadro della strategia di espansione paneuropea su cui i vertici Mediaset insistono da tempo, l’attenzione di analisti e osservatori è alta su quel che può accadere nell’ambito di un’avanzata che in Germania potrebbe anche riservare delle sorprese.
Messo agli atti il completamento dell’operazione sulla Spagna con la fusione di Mediaset España, è in effetti in Germania che il gruppo di Cologno ha fatto capire di volersi concentrare. A disposizione per l’M&A, si era detto alla fine del 2022, c'è un miliardo (anche se più volte dal Biscione è stata gettata acqua sul fuoco relativamente all’idea di lanciare un’Opa sul broadcaster tedesco). C’è collaborazione con il management Prosiebensat ora, ma lo stesso ad Mfe ha ribadito che se è vero che senza la Germania – primo mercato europeo per la pubblicità insieme con Uk – non avrebbe senso alcun progetto di espansione internazionale, è altrettanto vero che quell’azienda tedesca con il suo primo azionista deve fare i conti. Nessuna strada è preclusa, è stato spiegato a suo tempo. E per far capire che si fa sul serio è stata anche creata da Mfe una struttura pubblicitaria su scala europea. Il tutto a completamento di un percorso iniziato dopo la fine dello scontro con Vivendi (che quel percorso ha frenato fino al 2021 sulla scorta di uno scontro legale senza quartiere con Fininvest e Mediaset). Ora il socio francese è «silente» per dirla con le parole di Pier Silvio Berlusconi. Il che rende Vivendi non più un ostacolo per i progetti di espansione.
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