ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl progetto

Media: Usa, Arabia Saudita e India discutono risposta a Via della Seta cinese

La testata Axios riferisce di un incontro fra consigliere Usa Jake Sullivan e le sue controparti saudite e indiane. Sul piatto una rete ferroviaria e marittima fra Medio Oriente e Asia

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1' di lettura

Stati Uniti, Arabia Saudita e India avrebbero discusso domenica di un progetto per collegare Golfo e Paesi arabi con un network di ferrovie, a propria volta connesse all’India da una nuova serie di linee marittime. Lo riferisce la testata statunitense Axios, anticipando il faccia a faccia che si sarebbe tenuto il 7 maggio a Riad (Arabia Saudita) fra il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e le sue controparti saudite e indiane. Sempre secondo la ricostruzione di Axios, il disegno mirerebbe a contrastare l’ascesa di influenze della Cina nel Medio Oriente, a partire dalla maxi rete infrastrutturale della Belt and Road Initiative: la cosiddetta Via della Seta cinese.

Il retroscena: un forum per infrastrutture e la sfida a Pechino

Axios riferisce che l’idea della «contro-offensiva» infrastrutturale degli Usa sarebbe nata nei confronti che si sono tenuti negli ultimi 18 mesi in un forum chiamato I2U2, un’iniziativa che comprende Stati Uniti, Israele, Emirati Arabi Uniti e India. Le discussioni riguardavano proprio le infrastrutture «strategiche» nella regione del Medio Oriente, con l’obiettivo di capitalizzare la competenza indiana nel settore. In un secondo momento l’amministrazione Usa avrebbe voluto includere anche Riad. Lo stesso Sullivan aveva fatto trapelare l’iniziativa in un intervento all’Institute for Near East Policy di Washington, sottolineando come una maggiore integrazione fra Asia, Medio Oriente e Usa servisse a potenziare «tecnologia economica e diplomazia». Fra le righe, l’intera operazione dovrebbe contrastare anche l’espansione economica e politica di Pechino. «Nessuno lo dice apertamente, ma si parlava della Cina dal giorno uno» ha dichiarato un funzionario israeliano interpellato da Axios.

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