Mediaset, il taglio dei costi fa volare l’utile ma c’è l’incognita coronavirus
Utile in calo, ma raddoppiato al netto delle voci extra 2018. Si chiude così il 2019 di Mediaset, con calo di ricavi ma forti efficienze sui costi
di Andrea Biondi
3' di lettura
Utile in calo, ma raddoppiato al netto delle voci extra 2018. Si chiude così il 2019 di Mediaset, con flessione di ricavi – comunque prevedibile visto il cambiamento del perimetro di business senza più calcio pay e con il contraccolpo dei mondiali di calcio trasmessi nell’estate 2018 – ma anche con forti efficienze sui costi. Sul 2020 però, avverte il Biscione, la visibilità è diminuita con l’avanzare dell’emergenza legata al coronavirus.
Quel che è certo - e lo ha ribadito il direttore finanziario Marco Giordani durante la conference call con gli analisti - è che il progetto Mfe andrà avanti. Sul piano che parte dalla fusione delle attività italiane e spagnole di Mediaset nella holding di diritto olandese Media For Europe per approdare idealmente alla creazione di un operatore paneuropeo di Tv free, il cfo parla di una Mediaset «ancora più convinta che il progetto MediaforEurope sia la naturale e strategica evoluzione non solo per Mediaset, ma per tutto il settore televisivo».
Sempre sul versante internazionale, gli occhi sono aperti anche sull’altro cantiere: quello che vede Mediaset primo azionista della tedesca Prosiebensat. «Decideremo se rimanere, uscire o incrementare» dopo le dopo la presentazione del nuovo piano strategico da parte del gruppo tedesco previsto per il mese prossimo, ha precisato Giordani, sempre durante la conference call. «Siamo i principali azionisti, non siamo presenti nel Supervisory Board e il management sta eseguendo la sua strategia senza chiederci nulla come è normale e corretto. Andremo avanti nel monitorare la situazione», ha aggiunto Giordani ricordando che Prosiebensat ha recentemente investito nell'e-commerce, mentre Mediaset è focalizzata sui media e il progetto di consolidamento è focalizzato su quelle attività.
Quanto ai conti, il gruppo Mediaset ha realizzato un utile consolidato di 190,3 milioni di euro, in calo del 60% circa rispetto ai 468,2 milioni del 2018 che però beneficiavano di operazioni straordinarie a cominciare dalla plusvalenza relativa al riassetto di EiTowers. Al netto di tali voci, il risultato netto del 2018 sarebbe stato di 97,4 milioni di euro.
All’utile 2019 si è giunti con un forte contenimento dei costi, scesi del 20,6% a 1,890 miliardi in Italia e del 6% a 681,3 milioni in Spagna.
Bene anche l’andamento della capogruppo Mediaset spa che chiude l’esercizio 2019 con un risultato netto di 126 milioni di euro rispetto ai 111,8 del 2018. In questo quadro il cda di Mediaset ha deciso di non distribuire dividendi ritenendo opportuno che l’ammontare corrispondente all’utile «continui a permanere nel patrimonio netto della società, con relativa conversione in una componente della riserva straordinaria».
Quanto ai ricavi, a livello consolidato sono calati del 14% a 2,925 miliardi (dai 3,4 miliardi dell’anno precedente) alla luce del mutato perimetro che, come detto, comprendeva Champions League in chiaro, calcio pay e Mondiali di calcio in Russia in esclusiva tv. Al 31 dicembre l’indebitamento finanziario netto consolidato, escludendo gli investimenti compiuti per l'acquisizione del 15,1% del broadcaster tedesco ProsiebenSat.1Media e le passività contabilizzate ai sensi del Principio contabile IFRS 16 in vigore dal 2019, si attesta a 768,8 milioni di euro rispetto ai 736,4 milioni di fine 2018.
L’esercizio 2019, chiosa la nota del gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi, «è stato positivo e ha consentito un rafforzamento strutturale del Gruppo rispetto all’esercizio precedente». Nei primi due mesi del 2020 la pubblicità è salita del 2,1 per cento. Nell'intero 2019 la raccolta pubblicitaria televisiva è calata dell'8% in Italia, con ricavi lordi di Mediaset a 1,94 miliardi, che corrisponde a un andamento organico di -3,6% che depura i dati dal contributo dei Mondiali di Calcio nel 2018.
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