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Mediobanca, linea soft di Delfin e Caltagirone tiene le carte coperte

Ok a bilancio e compensi. La holding della famiglia Del Vecchio si astiene. L'imprenditore romano non partecipa, rumors su incremento della quota

di Marigia Mangano

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Via libera dell’assemblea di Mediobanca al bilancio al 30 giugno 2022 e a compensi e remunerazioni. L’assise, che ha visto la partecipazione del 60,42% del capitale sociale, ha registrato l’assenza di Francesco Gaetano Caltagirone, socio al 5,61% ma secondo indiscrezioni da qualche settimana in manovra e già proiettato verso il 9% del capitale. Una soglia su cui mancano conferme ufficiali. Presente, invece, il primo socio di piazzetta Cuccia, Delfin, che possiede il 19,77% delle quote, insieme a Blackrock (4,16%) e al gruppo Mediolanum (3,43%).

Proprio Delfin, nel suo nuovo corso dopo la scomparsa di Leonardo Del Vecchio, per la prima volta dall’ingresso nel capitale di piazzetta Cuccia si è limitata all’astensione, decidendo di non votare contro le delibere assembleari. Nel dettaglio, il bilancio - che si è chiuso con un utile netto di 513,087 milioni di euro - è stato approvato con il voto favorevole del 99,93% dei soci rappresentati. E’ stato anche dato il via libera alla distribuzione di un dividendo da 0,75 euro per azione, per un importo complessivo di 629,164 milioni di euro.

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Più contenuti i numeri a favore della relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti nel periodo 2022-2023 (63,96% favorevoli, 2,8% contrari e 33,23% astenuti) e nell’esercizio 2021-2022 (65,07% favorevoli, 1,74% contrari e 33,18% astenuti).

Dall’analisi delle percentuali di voto si evince che Delfin, che alla record date del 19 ottobre deteneva una partecipazione del 19,77%, si è astenuta sui due punti relativi alle relazioni sulla politica di remunerazione e compensi corrisposti, mentre si è espressa a favore degli altri punti all’ordine del giorno. Un segnale di distensione, secondo alcune interpretazioni, rispetto al passato: lo scorso anno, all’appuntamento con l’assemblea di Mediobanca la finanziaria lussemburghese aveva votato contro, come l’anno prima, alla politica di remunerazione e ai compensi corrisposti e si era invece astenuta sulla polizza assicurativa per la responsabilità civile del consiglio.

L’assenza di Caltagirone all’assise (lo scorso anno si era presentato con il 3% votando in linea con la maggioranza assembleare) ha invece alimentato le voci delle ultime settimane che vedono l’imprenditore romano in manovra nel capitale della banca milanese. Secondo alcune ricostruzioni il rafforzamento sarebbe limitato a un arrotondamento di circa l’1%, altri invece non escludono soglie ben più alte.

La riunione dei soci, ad ogni modo, è stata l’occasione per ribadire la buona partenza trimestrale dell’istituto. Su eventuali operazioni straordinarie da parte di Mediobanca, infine, l’amministratore delegato Alberto Nagel ha nuovamente sottolineato quanto già chiarito alla vigilia, e cioè la necessità di essere cauti su tutti i fronti, inclusa Banca Generali: «Sono operazioni molto interessanti sulla carta, ma quando si entra sulla fattibilità è diverso. Siamo sempre aperti e interessati, parliamo con tutti, ma, in questa fase, sulla base di come va la congiuntura e in base al nostro piano, dobbiamo essere vigili e prudenti».

Riproduzione riservata ©
  • Marigia Manganoinviato

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: Italiano, Inglese

    Argomenti: Finanza, automotive, tlc, holding di famiglia, banche e assicurazioni

    Premi: Premio internazionale Amici di Milano per i giovani, 2007, categoria giornalista

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