Medioriente, Meloni: liberare subito gli ostaggi, a partire da anziani, donne e bambini
Applausi quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha manifestato «vicinanza alle vittime della violenza di Hamas»
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
- Non sarà un Consiglio europeo di routine né facile
- Il mondo nel caos se salta il diritto internazionale
- Importante arrivare a una soluzione “due popoli, due Stati”
- Priorità immediata è l’accesso umanitario a Gaza
- Evitare che anche un solo euro possa arrivare ad Hamas
- La ferocia ci spaventa, già vista con la persecuzione degli ebrei
- Imminente un provvedimento Ue contro il traffico di migranti
- I confini Ue sottoposti a una pressione senza precedenti
- Serve una missione navale Ue
- Soddisfazione per la riduzione delle partenze dalla Tunisia
- La Ue ci chiede di investire in difesa
- Non commettere l’errore di affievolire il sostegno a Kiev
- Miope un green deal a tappe forzate
- Maggioranza compatta, il governo ha un’orizzonte di legislatura
- Mes? Non è oggetto del Consiglio europeo
6' di lettura
L’intera Aula del Senato si è alzata in piedi ad applaudire quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha manifestato vicinanza alle vittime della violenza di Hamas. «Voglio esprimere anche in questa aula la vicinanza umana alle famiglie delle vittime del terrificante attacco di Hamas del 7 ottobre. La mia grande preoccupazione è per la sorte degli ostaggi e il mio sgomento è per la brutalità di Hamas», ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre. «Tutti quelli che sono dalla parte giusta devono sapere lavorare insieme per impedire l’escalation del conflitto», ha detto la presidente del Consiglio. La premier ha condannato ogni forma di antisemitismo e ha affermato il diritto di Israele a esistere.
Non sarà un Consiglio europeo di routine né facile
«Il Consiglio europeo che si apre domani - ha detto Meloni - viene celebrato in una fase storica e un contesto internazionale ancora più difficili e drammatici dei precedenti. L’Unione europea è chiamata a dare risposte forti e urgenti alle difficoltà che la sfidano, dall’interno e dall’esterno. Non sarà un Consiglio di routine né semplice».
Il mondo nel caos se salta il diritto internazionale
«La crisi in Medio Oriente, neanche a dirlo, ci riguarda direttamente. Riguarda l’Italia, riguarda l’Europa riguarda l’occidente. Non solo per le conseguenze che potrebbe creare, ma anche perché un mondo nel quale saltano non solo il diritto internazionale ma anche le più elementari regole di convivenza tra Stati e popoli, è un mondo che rischia di piombare nel caos», ha sottolineato la presidente del Consiglio. «È quello che il Governo italiano sostiene fin dall’inizio con la guerra d’aggressione della Russia all’Ucraina - ha detto la premier - ed è quello che ribadiamo anche oggi in quest’Aula: un mondo in cui non esistono più linee rosse invalicabili è un mondo meno sicuro e meno giusto per ciascuno di noi, non solo per gli Stati e i popoli direttamente coinvolti nei conflitti».
Importante arrivare a una soluzione “due popoli, due Stati”
«In tutti i contesti, e con tutti gli interlocutori - ha sottolineato Giorgia Meloni - ho sottolineato l’importanza di contribuire alla de-escalation del conflitto e riprendere quanto prima un’iniziativa politica per la regione, non solo per risolvere l’attuale crisi, ma per arrivare a una soluzione strutturale sulla base della prospettiva ’due popoli, due Stati’».
Priorità immediata è l’accesso umanitario a Gaza
«La nostra priorità immediata rimane l’accesso umanitario, indispensabile per evitare ulteriori sofferenze della popolazione civile, ma anche esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare il Medio Oriente e in ultima istanza anche l’Europa», ha detto la presidente Meloni. «In questo senso il governo ha accolto con favore l’istituzione, da parte israeliana, di una zona umanitaria nella Striscia di Gaza, così come la decisione della Commissione Ue di triplicare gli aiuti umanitari europei a Gaza, portandoli a oltre 75 milioni di euro».
Evitare che anche un solo euro possa arrivare ad Hamas
Sulle polemiche dei giorni scorsi sulla possibile sospensione degli aiuti europei di assistenza allo sviluppo, voglio specificare che si tratta esclusivamente di una revisione per escludere che anche solo un euro possa arrivare ad Hamas. Si tratta di somme rilevanti - 1,17 miliardi di euro per il periodo 2021-24 - che contribuiscono per oltre il 10% al bilancio dell’Autorità Nazionale Palestinese e che ben testimoniano l’impegno europeo in Medio Oriente. Da parte italiana poniamo la massima attenzione alla destinazione degli aiuti, oltre 45 milioni di euro tra il 2022 e il 2023 e ulteriori 58 milioni di crediti in aiuto. E ci impegniamo a verificare sistematicamente che, in nessun modo, organizzazioni terroristiche ne possano beneficiare».
La ferocia ci spaventa, già vista con la persecuzione degli ebrei
«La ferocia che abbiamo visto, il tentativo di disumanizzare nemico fanatismo religioso ideologico» che prova a «obnubilare ragione e annichilire il senso di umanità: ci spaventa molto come italiani e europei - ha detto Meloni - sono immagini viste più volte nella nostra storia, che ha visto la sua forma più atroce nella persecuzione del popolo ebraico».
Imminente un provvedimento Ue contro il traffico di migranti
La presidente Ursula von der Leyen «ha inviato in queste ore una lettera al Consiglio dando atto dei passi concreti fatti in questa direzione e annunciando, tra l’altro, un provvedimento imminente per rafforzare il quadro giuridico e le politiche europee di contrasto al traffico di esseri umani. È un impegno significativo che siamo pronti a sostenere», ha detto la premier Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.
I confini Ue sottoposti a una pressione senza precedenti
Oggetto della discussione al Consiglio Europeo di domani e dopodomani ci sarà anche la questione «della migrazione illegale» e «dei rischi per la nostra sicurezza che questo fenomeno può portare con sé, ancora di più nell’attuale scenario», ha detto la presidente del Consiglio. La premier ha ricordato che «tutti i confini europei sono sottoposti ad una pressione migratoria senza precedenti, a causa soprattutto di una fascia di instabilità che si salda dall’Atlantico al Mar Rosso, fino all’Oceano Indiano». «Un fenomeno di questa portata - ha osservato Meloni - ci impone di contrapporre all’irragionevolezza ideologica la concretezza del buon senso».
Serve una missione navale Ue
«Nell’ambito della discussione sull’immigrazione che terremo in Consiglio, l’Italia sosterrà ancora una volta con forza l’immediata implementazione dell’accordo con la Tunisia, la piena attuazione del Piano di azione in dieci punti presentato dalla Commissione europea, il varo di una missione navale europea, in accordo e in collaborazione con le autorità del Nord Africa», ha detto la presidente del Consiglio, sottolineando la necessità di «un radicale cambio di rapporto» con le autorità del Nord Africa, «basato sul rispetto e non su un approccio paternalistico e predatorio, come purtroppo spesso è accaduto in passato». E poi ancora la necessità «di rafforzare i meccanismi di cooperazione di intelligence e di polizia al fine di contrastare più efficacemente le infiltrazioni jihadiste, e una più efficace politica di espulsione immediata dei soggetti segnalati come radicalizzati e di rimpatrio, che deve essere messa in campo dall’Ue nel suo complesso e non semplicemente dai singoli Stati».
Soddisfazione per la riduzione delle partenze dalla Tunisia
«Permettetemi di accogliere con soddisfazione le parole del Commissario europeo Ylva Johansson che qualche giorno fa ha dato atto della significativa riduzione delle partenze dalla Tunisia registrata nelle ultime settimane. Lo dico in punta di piedi, per la prima volta nel mese di ottobre il numero di migranti irregolari è diminuito rispetto all’anno precedente», ha detto in Senato la premier Giorgia Meloni. Per la presidente del Consiglio si tratta certamente del «frutto di una rafforzata volontà politica di portare avanti quell’accordo nonostante una parte politica abbia agito in tutti i modi per provare a sabotarlo, non comprendendo che così avrebbe fatto un danno agli italiani e un grande favore ai trafficanti di esseri umani».
La Ue ci chiede di investire in difesa
«L’Unione - ha sottolineato la premier nel corso delle comunicazioni in aula al Senato - ci chiede di continuare a investire sulla difesa e sugli strumenti di sostegno all’Ucraina e noi non vogliamo, come detto, venir meno a questo impegno, in questo quadro, computare questi investimenti che ci vengono promossi, anche da Bruxelles nei parametri deficit-Pil, ci sembra un controsenso che rischia di minare proprio gli obiettivi di sostenibilità e di sicurezza che ci siamo dati. Per questo continueremo a sostenere la necessità di scorporare, in tutto o in parte, queste voci».
Non commettere l’errore di affievolire il sostegno a Kiev
«Non dobbiamo commettere l’errore di affievolire il nostro comune sostegno alla causa ucraina. Su questo, la chiara posizione del governo italiano è riconosciuta e apprezzata dai nostri partner e rafforza il peso della nostra Nazione nei contesti europei e internazionali, dove è sempre più evidente il valore aggiunto che l’Italia può portare in termini di concretezza e diplomazia», ha detto la presidente del consiglio. «Sul fronte della sicurezza alimentare continuiamo a condannare la decisione di Mosca di non rinnovare l’Iniziativa sui cereali del Mar Nero - ha aggiunto la premier - e sosteniamo tutti gli sforzi per assicurare che i prodotti agricoli possano raggiungere i mercati internazionali, perché quella scelta impatta soprattutto sui paesi più in difficoltà, è una guerra condotta contro i poveri».
Miope un green deal a tappe forzate
Bisogna «sostenere la doppia transizione diminuendo la dipendenza da paesi terzi» come la Cina. L’Italia sostiene questo obiettivo, ma «imporre a tappe forzate i provvedimenti del green deal è un errore che rischia di impattare su cittadini che potrebbero pagarne il prezzo». Serve un «approccio pragmatico alla transizione» affinché sia economincamente e socialmente «sostenibile», ha detto la premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni al Senato. Il rischio di un «approccio miope» è la «desertificazione industriale del nostro continente».
Maggioranza compatta, il governo ha un’orizzonte di legislatura
«La nostra maggioranza politica è compatta, fatevene una ragione. Il governo ha un orizzonte di legislatura», ha detto la presidente del Consiglio.
Mes? Non è oggetto del Consiglio europeo
Il Mes «non è oggetto della discussione del Consiglio europeo», ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lasciando l’Aula della Camera dopo aver consegnato le comunicazioni in vista del Consiglio Ue a chi le chiedeva del Mes, non citato nel discorso, e del fatto che il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che è tornato ad auspicare la ratifica italiana «il prima possibile».
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