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Meglio fuggire i terribili umani

The last of us. La serie rielabora, migliorandolo, il videogioco da cui è tratta: in un mondo apocalittico un uomo e un’adolescente tentano di salvarsi da insetti letali e da uomini diventati zombi. Bello e credibile il rapporto di affetto tra i due

di Gianluigi Rossini

 Da destra, Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey)

2' di lettura

Una delle serie dell’anno di questo 2023 è già arrivata: The last of us (su Sky e NOW) non solo è uno dei rarissimi casi in cui l’adattamento di un videogioco a serie tv (il discorso non cambierebbe se parlassimo di film) funziona egregiamente, ma è anche uno dei migliori post-apocalittici degli ultimi anni.

La storia riprende molto fedelmente l’originale omonimo: nel 2003, una specie di fungo subisce una mutazione che la rende in grado di infettare gli umani, trasformandoli in creature simili a zombi, che si muovono in maniera frenetica e scoordinata con l’unico scopo di contagiare altre persone. Venti anni dopo, le città sono in rovina e tutto ciò che è rimasto della società statunitense è una rete di villaggi fortificati sottoposti a una dittatura militare. Evitando gli spoiler, mi limiterò a dire che il protagonista Joel (Pedro Pascal) è costretto, suo malgrado, a lasciare il suo villaggio per scortare la 14enne Ellie (Bella Ramsey) in un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti infestati dagli infetti e, peggio ancora, dalle bande di umani.

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Come si vede, i topoi del genere ci sono e in gran quantità, eppure siamo a un livello decisamente superiore a qualsiasi momento di qualsiasi stagione di The walking dead: merito, innanzitutto, di una sceneggiatura che ribalta le aspettative dello spettatore anche quando usa schemi narrativi noti, e che dosa con parsimonia le scene d’azione e violenza favorendo invece la costruzione di un mondo stratificato e complesso, popolato di persone credibili. E merito, anche, della bravura degli interpreti e in particolare di Bella Ramsey, che aveva già conquistato il mondo con la Lyanna Mormont di Game of Thrones e qui ha lo spazio per mostrare tutto il suo talento: Ellie è nata dopo l’apocalisse, non era mai uscita dalla zona di sicurezza in cui è cresciuta ed è un’adolescente affamata di vita, che si accende di entusiasmo di fronte a un cabinato da sala giochi o ammutolisce guardando i grattacieli crollati di Boston.

La commovente evoluzione del rapporto tra Ellie e Joel è sicuramente il cuore di The last of us, ma la serie contiene molto altro, anche grazie alla scelta di dare una maggiore autonomia ai singoli episodi, il che permette di sfruttare la capacità della serialità di costruire mondi.

The last of us
Craig Mazin e Neil Druckmann
Sky e NOW

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