«Meglio sconfitti che alleati»: dalla Sicilia a Verona gli odi fratricidi del centrodestra nelle città al voto
A ormai pochi giorni dalla presentazione delle liste (sabato 14 maggio) l'atmosfera tra i partiti della coalizione di centrodestra resta cupa. E in alcune città - come Viterbo e Parma le divisioni tra Meloni, Berlusconi e Salvini rischiano di favorire i candidati di centrosinistra
di Barbara Fiammeri
I punti chiave
2' di lettura
Scampato pericolo, almeno per ora, ma solo a Palermo. L'accordo del Centrodestra su Roberto Lagalla, l'ex rettore candidato sindaco, non è rimasto sotto la valanga venuta giù dopo le improvvide e successivamente smentite dichiarazioni a La Stampa del forzista Gianfranco Micciché. Il coordinatore azzurro ha ribadito il no alla ricandidatura del “fascista catanese” nonché attuale Governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che gli azzurri e la Lega continuano a non voler confermare alla guida della Regione per cui si voterà in autunno. Per Giorgia Meloni però Musumeci è la Linea del Piave o, viste le latitudini, sarebbe meglio indicare come “dello Stretto”. Fatto sta che a ormai pochi giorni dalla presentazione delle liste (sabato 14 maggio) l'atmosfera tra i partiti della coalizione resta cupa. La Sicilia non è infatti un caso isolato e il mancato vertice tra i leader di Fdi, Lega e Fi lo sottolinea.
Lo scontro fratricida di Verona
Non meno duro è infatti lo scontro che si registra a Verona dove i forzisti non ne vogliono sapere di sostenere il sindaco uscente Federico Sboarina, recentemente approdato in Fratelli d'Italia e sostenuto anche dalla Lega. Il partito di Silvio Berlusconi ha deciso di “sfidare” gli alleati appoggiando la candidatura dell'ex sindaco ed ex leghista Flavio Tosi. Uno scontro fratricida nel centrodestra di cui stavolta potrebbe giovarsi il candidato del centrosinistra, l'ex centrocampista della Roma e della Nazionale, Damiano Tommasi. Già perché tanto i sostenitori di Sboarina che di Tosi danno per scontato che si andrà al ballottaggio come 5 anni fa. Allora a correre non fu però l'ex leghista, che avendo già due consiliature consecutive sulle spalle non poteva candidarsi per la terza, bensì la moglie, la senatrice Patrizia Bisinella. Fu lei ad accedere assieme a Sboarina al secondo turno e quindi si trattò di un duello tutto interno al centrodestra. Oggi invece potrebbe andare diversamente. Nella città scaligera la convinzione è che al ballottaggio finiranno il sindaco uscente e Tommasi. A quel punto saranno Tosi e Forza Italia ad assumere il ruolo di “ago della bilancia” e visti i rapporti pessimi con la cordata di Sboarina non è affatto scontato il sostegno. Vedremo.
A Viterbo il centrodestra rischia di consegnare la vittoria ai Dem
Stesso scenario a Viterbo. Qui ci sono da una parte Forza Italia che sostiene (non senza diversi mal di pancia) il candidato della Lega, Claudio Ubertini, e dall'altra la civica Laura Allegrini che ha come principale sponsor Giorgia Meloni. Il terzo incomodo che potrebbe uscire vittorioso è la dem Alessandra Troncarelli, attuale assessore regionale e per la quale si sono schierati anche pezzi dell'ex coalizione di centrodestra, a partire dal sindaco uscente Giovanni Arena.
Divisi anche a Parma e a Catanzaro
Anche a Parma il partito di Giorgia Meloni correrà da solo con Priamo Bocchi mentre Lega e Fi sosterranno l'ex sindaco Pietro Vignali e anche qui la divisione inevitabilmente favorirà il centrosinistra che punta su Michele Guerra, sostenuto anche dall'uscente sindaco Domenico Pizzarotti di cui è assessore.Il film si ripete a Catanzaro. Anche qui i Fratelli d'Italia hanno deciso di non appoggiare la candidatura voluta da Lega e Forza Italia del civico Valerio Donato. Sembra proprio che al centrodestra si attagli perfettamente il proverbio: “Dagli amici mi protegga Iddio, che dai nemici mi guardo io!”
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