Meloni all’Onu: sui migranti serve l’aiuto di tutti
Alle Nazioni Unite. La premier interviene nella notte all'Assemblea generale ma delega il ministro Tajani al Consiglio di sicurezza e poi vede Zelensky. Diserta la cena dei leader
Dal nostro inviato a New York Barbara Fiammeri
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Giorgia Meloni pronuncia il suo intervento davanti all’assemblea dell’Onu quando in Italia è già notte fonda. Come preannunciato parla della guerra in Ucraina, degli effetti che sta provocando, dell’instabilità dell’Africa e della necessità di un intervento della comunità internazionale «ora» per contrastare il traffico dei migranti che rappresenta ormai «l’attività più profittevole» per la criminalità organizzata. L’Italia è pronta a fare la sua parte - dice - ricordando il piano Mattei per l’Africa. «Le conseguenze del conflitto travolgono tutti come in un domino, è una guerra mossa non solo contro l’Ucraina ma contro le nazioni più povere», continua la premier che ricorda ai delegati le ragioni che hanno portato alla nascita dell’Onu: «Non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, nelle scelte facili in luogo di quelle giuste». Al contrario serve quantomai rendere attuale «il senso profondo che ha dato vita a questo luogo» e cioè la volontà di «trovare soluzioni condivise» tra «nazioni differenti tra loro» attraverso «lo strumento della ragione».
No alla forza per controversie internazionali
Se questi fondamenti sono ancora attuali allora «dobbiamo impedire l’uso della forza per la soluzione delle controversie internazionali» come invece sta cercando di fare la Russia con l’invasione dell’Ucraina. La scelta è «tra la difesa della nazione e il caos» perché non si governa un mondo dove ha la meglio «chi bombarda l’infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio. Chi usa l’energia come arma e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano indispensabile per sfamare milioni di persone».
Vede Zelensky, poi una serie di bilaterali
Eccolo il domino che porta all’instabilità e che ha il suo centro secondo la premier in Africa. Meloni ha lavorato al discorso fino all’ultimo. La notte precedente non ha partecipato alla cena dei leader mondiali al Met di New York preferendo una rapida pizza con i suoi più stretti collaboratori (presente anche la figlia). E ieri mattina ha inviato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Consiglio di sicurezza che si è svolto al Palazzo di vetro dove era presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che la premier ha incontrato a margine della riunione. L’assenza dal vertice è stata spiegata da Palazzo Chigi proprio con la sovrapposizione di una serie di bilaterali che come il giorno prima hanno coinvolto soprattutto Paesi africani: Ruanda, Algeria, Malawi (c’è stato anche un colloquio con il canadese Trudeau e con il presidente del comitato olimpico in vista delle Olimpiadi invernali a Milano).
Presidenza italiana del G7, Africa centrale
La presidente del Consiglio insiste: il caos generato dalla guerra sta inducendo milioni di persone a lasciare la propria terra in cerca di condizioni migliori e in quel caos si insinuano i trafficanti di uomini: «È questa gente che è un certo approccio ipocrita a fatto arricchire a dismisura». Attacca ancora Meloni, che chiede all’Onu - un’organizzazione che ha contribuito a debellare la schiavitù - «a non voltarsi ora dall’altra parte. L’Italia non lo farà certamente. Meloni ricorda il piano Mattei e l’attenzione del suo governo verso i Paesi africani. «Non è un continente povero ma è stato spesso un continente sfruttato. È ora di invertire la rotta per offrire un’alternativa seria». E l’Africa sarà centrale anche durante la presidenza italiana del G7 così come - conferma la premier - la regolamentazione della intelligenza artificiale perché «non possiamo commettere l’errore di considerarla una zona franca». Meloni subito dopo si è preparata a rientrare a Roma dove ad attenderla c’è la manovra. Ieri Tajani ha confermato le preoccupazioni espresse dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e a chi gli chiedeva di un eventuale aumento del deficit ha risposto: «La situazione è difficile, faremo di tutto per non aumentare il debito, ma valuteremo».
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