ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’anniversario della Liberazione

Mattarella a Cuneo: la Costituzione nacque dove caddero i partigiani. A Milano oltre 100 mila in corteo

Dopo aver deposto una corona all’Altare della Patria, il presidente della Repubblica ha raggiunto il Piemonte. «Il fascismo portò l’Italia alla catastrofe, dalla Resistenza spinta a superare le ambiguità», ha sottolineato. La premier Giorgia Meloni: la destra in parlamento incompatibile con il fascismo. E auspica per questa ricorrenza una «ritrovata concordia nazionale»

25 aprile, Mattarella: "Non dimenticare chi ha lottato per libertà"

9' di lettura

Si celebra oggi la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazi fascismo.« Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d’oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste. È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della commemorazione del 25 aprile. «La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti».

«È dalla Resistenza - ha aggiunto Mattarella - che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano permesso lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo».

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Il Capo dello Stato ha ricordato che «la crisi del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente. Si trattava di trasfondere nello Stato l’anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia. Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista».

Il fascismo portò l’Italia alla catastrofe. «Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell’Italia nella catastrofe cui l’aveva condotta il fascismo - ha sottolineato Mattarella -. Ci aiutarono soldati di altri Paesi, divenuti amici e solidi alleati: tanti di essi sono sepolti in Italia».

Organizzatori, a Milano oltre 100 mila in corteo

Intanto a Milano sono stati oltre 100 mila i partecipanti al corteo nazionale del 25 aprile. È il dato finale fornito dal presidente provinciale dell'Anpi, Roberto Cenati, sotto al palco allestito in piazza Duomo, sottolineando come la coda del corteo sia ferma ancora in piazza San Babila. Al corteo si è unita la segretaria del Pd Elly Schlein. Al suo arrivo la segretaria, che indossa al collo il fazzoletto rosso dell’Anpi, ha raggiunto in testa al corteo il sindaco di Milano Giuseppe Sala per salutarlo e poi ha sfilato dietro lo striscione del Pd. Per lei sono scattati gli applausi dei manifestanti. Cortei si sono svolti nelle principali città italiane, a partire da Roma. Nella Capitale il corteo antifascista organizzato dall’Anpi è giunto in mattinata a Porta San Paolo. All’arrivo gli organizzatori dal palco hanno sottolineato che si tratta del “più grande 25 aprile degli ultimi anni”

Mattarella: la Costituzione nacque dove caddero i partigiani

Nel suo intervento il presidente della Repubblica ha riportato le parole di Piero Calamandrei: «“Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani studenti alla Società Umanitaria, a Milano, nel 1955».

E ancora: «Come recita la lapide apposta al Municipio di questa città, nell’ottavo anniversario della uccisione di Galimberti, se mai avversari della libertà dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti. Come vi è scritto: “morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza. Viva la Festa della Liberazione!”».

All’inizio della giornata il Capo dello Stato ha raggiunto Piazza Venezia a Roma, dove ha deposto la Corona di alloro al Milite ignoto. Alla cerimonia hanno partecipato anche la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera La Russa e Fontana. È stato il via ufficiale alle celebrazioni.

Il Capo dello Stato a Cuneo depone corona al Parco della Resistenza

Al termine della cerimonia, il Capo dello Stato, accompagnato dal ministro della Difesa, si è recato a Cuneo. Dopo essere atterrato all’aeroporto di Levaldigi intorno alle 11, Mattarella ha raggiunto il Parco della Resistenza, dove ha deposto una corona al monumento realizzato da Umberto Mastroianni, in memoria dei partigiani caduti. Il Capo dello Stato ha visitato in forma privata il Museo Casa Galimberti, quindi ha raggiunto il Teatro Torselli per assistere a una cerimonia commemorativa del 25 aprile. Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, il presidente sarà a Borgo San Dalmazzo, al Memoriale della deportazione Museo Memo4345, che racconta la Shoah e ricorda in particolare gli ebrei deportati da questo paese. Poi sarà a Boves al Monumento alla Resistenza. Qui si consumò un massacro di civili innocenti da parte dell'esercito nazista il 19 settembre 1943. Altri due eccidi, sempre nello stesso paese della provincia di Cuneo, avvennero tra il 31 dicembre 1943 ed il 3 gennaio 1944. A scatenare i rastrellamenti e la repressione dei militari tedeschi furono il rapimento di due soldati delle SS e la morte di un terzo per mano della formazione partigiana locale comandata da Ignazio Vian, una delle prime a sorgere in Italia.

Le iniziative da Milano a Palermo

Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia sono centinaia le iniziative e i cortei per ricordare la 78esima ricorrenza della Liberazione. A Roma il corteo dell’Anpi ha attraversato la città dalle Fosse Ardeatine e a Porta San Paolo con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Una delegazione di Italia Viva ha raggiunto via Rasella, mentre il leader di M5S Giuseppe Conte ha visitato il museo storico della Liberazione di via Tasso. A Milano è partito da porta Venezia il corteo nazionale dell’Anpi. Partecipa anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il sindaco Giuseppe Sala, il segretario della Cisl Luigi Sbarra. «Certe cose se si sentono bisogna dirle ad alta voce, mettendoci la faccia - ha detto Sala -. Meloni in alcune occasioni pubblicamente ha mostrato una faccia decisa, ha urlato certe parole e certi slogan e quello che dovrebbe fare è mettere la faccia e dire con chiarezza e in maniera definitiva: “siamo antifascisti”». «Per me è molto importate essere qui a Milano alla manifestazione nazionale - ha affermato la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni per la prima volta nel capoluogo lombardo per il 25 aprile -. Noi siamo parte di questa storia milanese ma anche di tutta l’Italia liberata con gli sforzi della Resistenza, dei partigiani, anche di quelli ebrei della Brigata ebraica. È un dovere essere a Milano e ribadire da che cosa siamo stati liberati, cioè dal nazi fascismo, non può essere una festa che riguarda solo una parte degli italiani - ha aggiunto -, ma deve essere un riconoscimento che vale per tutti questa liberazione».

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara deporrà due corone, una alla lapide per Milano Medaglia d’Oro della Resistenza a Palazzo Marino e una al Sacraio dei Caduti. Alle celebrazioni di Varese ci sarà il ministro Giancarlo Giorgetti e a Como la ministra Alessandra Locatelli.

A Napoli due distinte cerimonie ai Caduti al mausoleo di Posillipo e al monumento a Salvo D’Acquisto, dove sarà presente il sindaco di Napoli. Nel capoluogo campano sono state affisse nei luoghi simbolo della Resistenza le foto a testa in giù di La Russa, Meloni, i ministri dell’Interno e dell’Istruzione, Piantedosi e Valditara. La Digos indaga sul caso.

A Salerno verrà inaugurata piazza “25 Aprile”. A Palermo e Catania sono previsti cortei a cui parteciperà il Pd. A Castelvetrano, il ministro Matteo Piantedosi interverrà alla manifestazione “Memoria nostra” ideata dall’imprenditrice che ha denunciato il clan di Messina Denaro. Il ministro Nello Musumeci porterà fiori «ai caduti angloamericani, tedeschi e italiani».

La Russa a Praga, ricordo di Palach e visita lager

Due tappe a Praga, in due luoghi simbolo delle vittime delle dittature. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha raggiunto la capitale ceca per intervenire alla riunione dei presidenti dei Parlamenti dei Paesi dell’Unione europea. Al termine dell’incontro parteciperà a due cerimonie: prima deporrà una corona di fiori al Monumento di Jan Palach - lo studente universitario ceco simbolo della lotta che si diede fuoco il 16 gennaio 1969, per protestare contro la repressione post invasione russa del suo Paese - in Piazza San Venceslao. Poi, andrà nel Campo di concentramento di Theresienstadt (o ghetto di Terezín), una struttura di internamento e deportazione utilizzata dalle forze tedesche durante la Seconda guerra mondiale: fu un luogo di raccolta e smistamento di prigionieri da indirizzare soprattutto ai campi di sterminio di Treblinka ed Auschwitz. La decisione di celebrare il 25 aprile all’estero è stata criticata dalle opposizioni. E non solo: «Cosa ci mette tutti d’accordo? Le dimissioni di La Russa. Bisogna sciogliere tutte le associazioni fasciste». Così dal palco di Porta San Paolo a Roma Fabrizio De Santis, presidente dell’Anpi Roma, al termine del tradizionale corteo del 25 aprile.

Il presidente del Senato: ricordiamo sconfitta fascismo e valore resistenza

«Oggi 25 aprile, per l’Italia è un giorno molto importante: è il giorno nel quale viene ricordata la Liberazione dall’occupazione nazista nella Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta del fascismo - ha detto La Russa, alla Conferenza dei Parlamenti dell’Ue, a Praga -. Insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle Alte Cariche dello Stato questa mattina ho solennemente testimoniato all’Altare della Patria l’impegno e il sacrificio per la libertà e l’indipendenza così come il valore assoluto della Resistenza nel superare la dittatura e nel ridare all’Italia la democrazia».

25 aprile: Meloni, libertà e democrazia patrimonio di tutti

Nel suo primo 25 aprile alla guida del governo, in una lettera al Corriere della Sera in occasione della Festa della Liberazione la premier Giorgia Meloni ha auspicato per questa ricorrenza una «ritrovata concordia nazionale». Dal 25 aprile, ha ricordato la leader di FdI, in Italia è nata «una democrazia nella quale nessuno sarebbe disposto a rinunciare alle libertà guadagnate. Nella quale, cioè, libertà e democrazia sono un patrimonio per tutti, piaccia o no a chi vorrebbe che non fosse così. E questa non solo è la conquista più grande che la nostra Nazione possa vantare ma è anche l’unico, vero antidoto a qualsiasi rischio autoritario». «Per questo non comprendo le ragioni per le quali, in Italia, proprio fra coloro che si considerano i custodi di questa conquista vi sia chi ne nega allo stesso tempo l’efficacia, narrando una sorta di immaginaria divisione tra italiani compiutamente democratici e altri — presumibilmente la maggioranza a giudicare dai risultati elettorali — che pur non dichiarandolo sognerebbero in segreto un ritorno a quel passato di mancate libertà», ha aggiunto la presidente del Consiglio. «Da molti anni, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo».

C’è il rischio che le autocrazie sovvertano l’ordine

«L’amore per la democrazia e per la libertà è ancora l’unico vero antidoto contro tutti i totalitarismi. In Italia come in Europa», ha ricordato il presidente del Consiglio, e questa è «una consapevolezza che ha portato il Parlamento europeo a condannare inequivocabilmente e definitivamente tutti i regimi del ’900, senza eccezioni, con una risoluzione del settembre 2019 nella quale mi riconosco totalmente, e che il gruppo di Fratelli d’Italia, insieme a tutta la famiglia dei Conservatori europei e all’intero centrodestra, votò senza alcuna esitazione (a differenza, purtroppo, di altri)». Quella risoluzione, ha continuato Meloni, «assume nell’attuale contesto un valore ancora maggiore, dinnanzi alla eroica resistenza del popolo ucraino in difesa della propria libertà e indipendenza dall’invasione russa. In tutto il mondo le autocrazie cercano di guadagnare campo sulle democrazie e si fanno sempre più aggressive e minacciose, e il rischio di una saldatura che porti a sovvertire l’ordine internazionale che le democrazie liberali hanno indirizzato e costruito dopo la fine del secondo conflitto mondiale e la dissoluzione dell’Unione Sovietica è purtroppo reale».

Meloni e la partigiana Del Din, fece la Resistenza da patriota

La lettera di Meloni si conclude con un riferimento all’incontro con la partigiana Paola Del Din. «Durante la Resistenza combatteva con le Brigate Osoppo, le formazioni di ispirazione laica, socialista, monarchica e cattolica. Fu la prima donna italiana - ha spiegato la presidente del Consiglio - a paracadutarsi in tempo di guerra. Il suo coraggio le è valso una Medaglia d’oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant’anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio».«Della Resistenza dice: “Il tempo ci ha ribattezzati Partigiani, ma noi eravamo Patrioti, io lo sono sempre stata e lo sono ancora”. Nell’Italia repubblicana - ha continuato Meloni - è stata insegnante di Lettere e, nonostante i suoi quasi cento anni, continua ad accettare gli inviti a parlare nelle scuole di Italia e del valore della Libertà. Dedico questo giorno a lei, madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l’amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica».

Salvini rende omaggio ai Caduti per la libertà nel cimitero Usa di Firenze

Il leader della Lega Matteo Salvini - ha reso noto il partito- ha reso omaggio ai caduti per la Libertà che riposano nel cimitero americano di Firenze: si tratta di 4.399 soldati statunitensi uccisi durante la seconda guerra mondiale, e in particolare nei combattimenti che seguirono la liberazione di Roma.

Berlusconi: viva il 25 aprile, festa di chi ama la libertà

«L’anniversario del 25 aprile 1945 - ha ricordato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in una nota - è l’occasione per riflettere sul passato, ma anche per ragionare sul presente e sull’avvenire di questo nostro meraviglioso Paese. E dunque: Viva il 25 aprile, la festa della libertà, della pace e della democrazia. La festa di tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi!».

Dureghello, antifascismo è di tutti, sforzo per unità

«C’è uno sforzo ogni giorno da parte di tutti per unire perché il 25 aprile è il giorno di tutti, non ci sono state differenze politiche, differenze di religione, veramente alcun distinguo in chi ha scelto in quei giorni di sacrificare la propria vita per donarci la libertà - ha detto la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, commentando la lettera della premier -. Troviamo questo valore di unità, facciamo in modo che non ci sia nessuno che se ne appropri da una parte o dall’altra, non ci sono nostalgie. Si tratta del coraggio e del valore assoluto dell’antifascismo innegabilmente riconosciuto da tutti noi».

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