Meloni: domani bilaterale con Scholz, focus sui migranti
Lo ha annunciato la premier arrivando al vertice della Cpe (Comunità politica europea) a Granada in Spagna
I punti chiave
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Con Olaf Scholz «abbiamo un bilaterale domani, ci siamo sentiti in questi giorni, sarà un’occasione per ragionare su come fare passi in avanti sulla dimensione esterna soprattutto». Lo ha annunciato Giorgia Meloni arrivando al vertice della Cpe (Comunità politica europea) a Granada in Spagna
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi a margine del Vertice della Comunità Politica Europea di Granada un incontro con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Meloni ha confermato il continuo e convinto sostegno a 360 gradi del Governo italiano alle autorità ucraine per la difesa delle infrastrutture critiche e per le esigenze di Kiev in vista della stagione invernale finché sarà necessario e con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva.
Meloni: tutta l’Ue deve credere in cooperazione con Africa
«L’Italia vuole che ci sia un approccio non paternalista» per l’Africa «ma abbiamo bisogno di un’Europa che ci crede nel suo complesso» ha detto Meloni arrivando al vertice della Cpe. E ha aggiunto: «Credo che il presidente tunisino Saied, con cui ho un buon rapporto, abbia parlato innanzitutto alla sua opinione pubblica, quello che ha detto lo comprendo. La Tunisia ha un problema che non è diverso dal nostro c’è una immigrazione illegale anche da loro»,
«Sui migranti siamo tutt’altro che isolati in Ue»
E ancora: «Sono soddisfatta, siamo tutt’altro che isolati. La percezione sta evolvendo verso la tutela dei flussi legali»
«Presto norma su governance sul piano Mattei»
E ancora: «Siamo a un punto d’arrivo con una norma sulla governance relativa al piano Mattei per l’Africa che a novembre presenterò naturalmente in Parlamento»
Meloni-Sunak con Rutte e Rama contro trafficanti
La premier Meloni ed il primo ministro Rishi Sunak co-ospiteranno oggi alle 16.30 un incontro ristretto con gli omologhi di Paesi Bassi (Mark Rutte) ed Albania (Edi Rama) per discutere di possibili iniziative operative, in ambito bilaterale e multilaterale, a contrasto del traffico di esseri umani. Il formato - che rimane aperto ad altri leader - è stato così definito per avere rappresentati due Paesi Ue e due non Ue, due del Nord Europa oggetto di movimenti secondari, due del Sud Europa principalmente oggetto di movimenti primari. Lo riferiscono fonti diplomatiche.
Accordo Ue sui migranti, Roma canta vittoria sulle Ong
Nella notte, alla vigilia del vertice di Granada l’Ue ha trovato l’intesa sul regolamento delle crisi migratorie e può finalmente tornare a sperare di finalizzare il Patto nel suo complesso entro la legislatura. L’accordo è arrivato nella riunione dei rappresentanti permanenti a Bruxelles e, per raggiungerlo, è stato decisivo il declassamento del punto riguardante il principale pomo della discordia tra Roma e Berlino: le Ong. «È passata la nostra linea, l’emendamento tedesco è stato ritirato», ha sottolineato Meloni, che è volata in Andalusia dopo aver incassato una vittoria politica non scontata sul fronte migranti. Il nuovo testo mantiene il punto in cui si dice che gli aiuti umanitari sono esclusi dai casi di strumentalizzazione della migrazione ma lo declassa dall’articolato vero e proprio ai ’considerando’, ovvero a quelli che figurano come i prequel di quanto viene disciplinato da una normativa. Da un punto di vista legislativo, di fatto, il passaggio perde tutta la sua forza.
Patto Ue sulla migrazione e l’asilo entro la legislatura
«L’emendamento tedesco era un passo indietro», ha ribadito la presidente del Consiglio rimandando anche alle dichiarazioni del vertice Med 9 di Malta, dove ha incassato la sponda di Parigi sulla migrazione. «L’intesa è stata un successo per l’Italia, ora si può accelerare», ha sottolineato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’accordo è stato salutato anche dai vertici Ue, a cominciare dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e dalla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. Con l’ok al regolamento sulle crisi, infatti, viene a cadere anche il veto ai negoziati che l’Eurocamera aveva imposto sugli altri file del Patto sulla migrazione e l’asilo. Un patto che, ha ribadito von der Leyen, va concluso entro la fine della legislatura. Ovvero prima che diventi ostaggio della campagna per le Europee.
Le incognite del vertice di Granada
La fumata bianca, in ottica europea, restringe le possibilità che il vertice dei 27 a Granada si trasformi in un ring. Di migrazione si parlerà eccome ma è improbabile che si torni sul regolamento. Più realistico, invece, che si parli del Memorandum sulla Tunisia, che dopo gli ultimi ricatti di Kais Saied ha innescato un nuovo scontro tra von der Leyen e Charles Michel. Più di un Paese è pronto ad attaccare il modus operandi usato dalla Commissione. E la compilazione della Dichiarazione di Granada si sta rivelando più difficile del previsto. Polonia e Ungheria, contrarie al Patto sulla migrazione nel suo complesso, annunciano battaglia. Il rischio di uno scontro all’ombra dell’Alhambra è comunque dietro l’angolo.
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