Meloni: incontro di Parigi politicamente sbagliato. Cambio di passo sui migranti
Così la premier in conferenza stampa a Bruxelles dopo la riunione del Consiglio europeo
di Nicola Barone
I punti chiave
- Cambio di passo sui migranti, ora è problema Ue
- Flessibilità sui fondi in conclusioni del vertice
- A Zelensky ribadito il sostegno di Italia ed Europa
- L’incontro a Parigi politicamente sbagliato
- Tema forniture strategiche è chiave
- Politica estera Italia non è più solo pacche sulle spalle
- Sui balneari in corso interlocuzione
4' di lettura
«Sono molto contenta dei risultati ottenuti dall’Italia in questo Consiglio europeo, sono soddisfatta di importantissimi passi avanti fatti su alcune materie particolarmente delicate». Così, a consuntivo della riunione del Consiglio europeo chiusa nella notte, la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa a Bruxelles. Nelle parole della presidente del Consiglio il documento prodotto dal vertice Ue «è una grande vittoria per l’Italia».
Cambio di passo sui migranti, ora è problema Ue
Nell’ambito del dossier immigrazione vengono rivendicati i passi in avanti fatti su spinta del governo. «Si è stabilito un principio, si cambia approccio, che è molto diverso da quello degli ultimi anni. L’approccio messo nero su bianco parte da una frase che mai si era riusciti a mettere: l’immigrazione è un problema Ue e ha bisogno di una risposta Ue». Il Consiglio europeo, a quanto effettivamente si legge nelle conclusioni adottate, «invita la Commissione a mobilitare immediatamente ingenti fondi e mezzi dell’Ue per sostenere gli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere, dei mezzi di sorveglianza, compresa la sorveglianza aerea, e delle attrezzature. In tale contesto, il Consiglio europeo invita la Commissione a finalizzare rapidamente la strategia europea di gestione integrata delle frontiere». Inoltre riconosce le specificità delle frontiere marittime, anche per quanto riguarda la salvaguardia delle vite umane, e sottolinea la necessità di una cooperazione rafforzata per quanto riguarda le attività di ricerca e salvataggio e, in tale contesto, prende atto del rilancio del gruppo di contatto europeo ad hoc.
Flessibilità sui fondi in conclusioni del vertice
«Sette o otto» le proposte italiane recepite nelle determinazioni del summit. Una di queste era la possibilità «di una flessibilità sui fondi esistenti». Poi, scandisce la premier, «abbiamo chiesto che nella futura discussione sul Patto di stabilità si tenesse conto del fatto se i cofinanziamenti nazionali messi in campo impattano sul rapporto deficit/Pil. Siamo riusciti a inserire questo elemento: nella riforma del Patto si tenga conto delle decisioni prese», circa gli aiuti di Stato. In chiave generale, «la posizione italiana sulla materia economica è pienamente entrata nelle conclusioni del vertice». Chiedere più flessibilità non significa «che prendiamo i fondi di coesione e li mandiamo da un’altra parte, in altre Regioni. Il punto è capire se si possa costruire uno spazio fiscale che ci consente di concentrare risorse su priorità che oggi abbiamo, segnatamente la competitività delle imprese». E comunque «sono stata molto chiara anche sulla Commissione, sulle pari condizioni delle nostre aziende. Saranno fondi di coesione, fondi del Pnrr, ma è evidente che quello che fanno gli altri dobbiamo farlo anche noi».
A Zelensky ribadito il sostegno di Italia ed Europa
Capitolo guerra. «L’Ue ritiene di restare al fianco di Kiev con tutti gli strumenti necessari. Ieri a Volodymyr Zelensky ho ribadito la nostra piena disponibilità, ma era importante che al di là degli stati lo facesse il Consiglio europeo nel suo complesso». Nel dettaglio, aggiunge Meloni, «la posizione dell’Italia è estremamente chiara e coerente sull’Ucraina con un impegno a 360 gradi che riguarda il fronte finanziario, militare e civile e a Zelensky con cui ho parlato ho ribadito questo». Presto potrebbe aver luogo un viaggio nel Paese. «Zelensky tiene alla nostra presenza a Kiev e mi ha nuovamente invitato, stiamo vedendo come organizzare». Quanto al dibattito interno, in risposta a una sollecitazione Meloni dice «avrei preferito che Zelensky fosse stato presente a Sanremo». «Mi dispiace più che altro che si sia creata una polemica: non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo, anche se poi ci entra sempre».
L’incontro a Parigi politicamente sbagliato
Non poteva non far capolino nelle domande dei giornalisti l’incontro all’Eliseo tra Macron e Scholz con Zelensky che ha mosso una sensibile reazione da parte italiana. «Non è facile per nessuno di noi gestire la questione Ucraina con l’opinione pubblica, quello che noi facciamo lo facciamo perché è giusto ma forse non è la cosa migliore sul piano del consenso. Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky, anticipare la compattezza con una riunione a Parigi era politicamente sbagliato. Il tema non era stare nella fotografia e io non ho condiviso» la scelta.
Tema forniture strategiche è chiave
«La discussione sulla competitività è una discussione strategica che anche l’Italia ha caldeggiato», esplicita la premier enucleando quello che è stato un punto discusso nel vertice. «Rientra in questo la questione delle catene di approvvigionamento. Ritengo che la vicenda Ucraina sull’energia ma ancor prima la crisi pandemica ci abbiano insegnato come l’Ue per recuperare la propria sovranità debba recuperare la questione delle catene di approvvigionamento strategico». Per la realizzazione di un fondo sovrano la discussione «non è facile, ci sono nazioni che sono molto chiuse rispetto a queste ipotesi. Ma non credo sia uno schema diverso da quello visto nel Next Generation Ue».
Politica estera Italia non è più solo pacche sulle spalle
«Rispetto a chi pensava che la politica estera italiana era solo farsi dare la pacca sulla spalla e non considerare gli interessi italiani, ecco io credo che gli interessi dell’Italia siano più rilevanti», puntualizza ancora Meloni nella conferenza stampa. La presidente del Consiglio nel suo intervento sui migranti ieri al Consiglio europeo, stando alla ricostruzione di un alto funzionario europeo, «è stata piuttosto vigorosa, molto efficace, rispettata e costruttiva. Penso abbia fatto delle ottime osservazioni, ha ascoltato, ha espresso una posizione, non condivisa, ma presentata sempre con una modalità rispettabile». Soprattutto la capacità di dialogo, tra tutti i Paesi, è rivendicata da Meloni. «Chi pensa ad una Ue di serie A e serie B, chi pensa che l’Europa debba essere un club in cui c’è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me quando si dice che l’Ue ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto».
Sui balneari in corso interlocuzione
Infine un accenno al tema della concorrenza legato in particolare alle concessioni. «Credo ci siano interlocuzioni che si possono ancora avviare, a partire dal tema della mappatura delle nostre spiagge per ragionare nel senso di difendere anche un mondo produttivo che per noi è strategico. Vedremo nelle prossime ore anche nella discussione in Parlamento quali saranno le tempistiche, ma è uno dei dossier su cui siamo impegnati anche con una interlocuzione con l’Ue».
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