Caro energia, Meloni: liberate risorse per oltre 30 miliardi. Via libera a nuove trivellazioni
Il consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def. Il Pil crescerà quest'anno del 3,7%, per poi frenare il prossimo allo 0,6% programmatico. L’entità della manovra netta 2023, come specificato nel documento della Nadef, viene stimata in circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia
I punti chiave
- Verso nuovo decreto aiuti
- Giorgetti, mitigare caro-energia,approccio prudente
- «Discesa costante del debito, 141,2% nel 2025»
- «Pronti a fronteggiare rischi recessione»
- Mes: «aspettiamo decisione Corte Karlsruhe, grande rispetto»
- Gas: Meloni, prezzi calmierati per aziende più energivore
- Pnrr, «in Ue nessuna chiusura preconcetta»
- Manovra, «lavoriamo a incontro con sindacati prossima settimana»
- Delega Servizi a sottosegretario Mantovano
5' di lettura
Oltre 30 miliardi per combattere il caro-energia. E subito l’impegno ad utilizzarne già 9,5 miliardi la prossima settimana per aiutare famiglie e imprese. È lo spazio che - ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del Cdm che ha approvato la Nadef e la Relazione sull’aggiustamento di bilancio - il governo è riuscito a ricavare per quella che considera la priorità assoluta. Risorse che arriveranno prima col decreto energia e poi con la manovra. Cui si aggiungono nuove misure in arrivo sulle trivelle.
«Liberate risorse per un totale di 30 miliardi», ha detto Meloni in occasione della conferenza stampa, dopo la riunione del Consiglio dei ministri. «Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante - ha spiegato -. Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22- 23 miliardi che ugualmente intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia. In totale, con la Nadef individuamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023». Nella prossima legge di Bilancio 2023 «noi vogliano dare dei segnali, ma tutto andrà nelle more dei 22 miliardi per l’energia, cioe recuperando risparmi in altre pieghe del bilancio. Noi riteniamo cioè di recuperare altre risorse facendo scelte politiche. Vogliamo usare la legge bilancio per dare segnali. Intendiamo togliere risorse su cose che non hanno funzionato e dirottarle su altre», ha continuato.
Al capitolo energia andranno tutti i circa 22 miliardi in deficit “ricavati” dalle nuove stime messe a punto nella Nota di aggiornamento al Def. Il documento fissa il deficit programmatico per quest’anno al 5,6% del Pil (dal 5,1% tendenziale), con una discesa progressiva al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025. Parallelamente la crescita del Pil si attesterà quest’anno al 3,7% (una spinta ulteriore rispetto al +3,3% indicato dal governo Draghi, grazie all’andamento migliore alle attese del terzo trimestre). Numeri che aprono uno spazio di manovra anche per quest’anno, con un “tesoretto” di 9,5 miliardi, che andranno subito a finanziare il nuovo decreto aiuti, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. La Nadef, insieme alla Relazione sull’aggiustamento di bilancio, dovranno passare al vaglio delle Camere: il via libera dovrebbe arrivare già entro giovedì 10 novembre , consentendo così al governo di portare eventualmente il nuovo decreto in cdm già alla fine della prossima settimana.
Verso nuovo decreto aiuti
Il decreto, necessario per non lasciare scoperte in questa ultima parte dell’anno le famiglie e le imprese fiaccate dal caro-energia, dovrebbe mobilitare una cifra intorno ai 5-7 miliardi. Il provvedimento dovrebbe prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore (in esaurimento a novembre) e il taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 18 novembre). Possibile anche un rafforzamento del bonus sociale, che potrebbe essere sganciato dall’Isee.
Giorgetti, mitigare caro-energia,approccio prudente
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Nella Nadef, ha sottolineato, «l’obiettivo è di mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese e su cui si concentra larga parte degli interventi con approccio prudente, realistico e sostenibile».
«Vogliamo affrontare la questione energetica non solo sul piano emergenziale», ha detto la premier. La norma sulle trivelle, che fa riprendere l’attività per alcune concessioni per produrre «gas italiano», ha spiegato Meloni, che servirà anche a mettere «a disposizione da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati».
«Discesa costante del debito, 141,2% nel 2025»
La Nadef, ha detto Giorgetti, prevede una crescita del Pil dello 0,6% l’anno prossimo «inferiore rispetto a quella che poteva essere la previsione più ottimistica». Il deficit si attesterà «al 4,5% rispetto al tendenziale del 3,4% creando spazio per fare un intervento che riteniamo doveroso per famiglie e imprese che ammonta a circa 23 miliardi per l’energia». Il deficit scenderà fino al 3% nel 2025. Il governo prevede anche “un discesa del debito costante fino a 141,2% nel 2025», ha aggiunto.
«Pronti a fronteggiare rischi recessione»
«Siamo consapevoli - ha concluso il responsabile dell’Economia - che fare previsioni a lungo termine in questo momento può essere un esercizio di pura accademia e siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocate e che ahime potrebbero toccare anche l’economia italiana. Ci presentiamo davanti al Parlamento con questo atteggiamento responsabile».
Mes: «aspettiamo decisione Corte Karlsruhe, grande rispetto»
Infine, il ministro ha parlato del Mes. «Noi e la Germania, siamo in buona compagnia, siamo gli unici paese che non abbiamo approvato, aspettiamo con pazienza la decisione Corte di Karlsruhe che rispettiamo moltissimo e che è già intervenuta ripetutamente su regole europee».
Gas: Meloni, prezzi calmierati per aziende più energivore
«Configureremo un’altra misura sul tema dell’energia come emendamento all’attuale decreto aiuti in conversione», ha affermato Meloni: riguarda «la possibilità di liberare alcune estrazione di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati». «Un prezzo - ha aggiunto - per mettere in sicurezza le aziende più gasivore». Per quanto riguarda la disponibilità di gas, Giorgetti ha detto che «molto dipenderà da situazione complessiva del mercato dell’energia, dove al momento c’è una riduzione del prezzo del gas, ma nei prossimi mesi le previsioni ahimè non sono tanto ottimistiche».
Pnrr, «in Ue nessuna chiusura preconcetta»
Meloni ha affrontato anche il tema dei rapporti tra il nuovo esecutivo e l’Unione europea, anche in relazione ai recenti incontri con i vertici delle istituzioni europee. A cominciare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sui temi posti in Ue sul Pnrr «non ho trovato alcun tipo di chiusura preconcetta ma, come dicono le persone che ragionano in maniera pragmatica, entriamo nel merito». La premier ha posto l’accento anche sul tema degli extra costi. «Secondo la programmazione iniziale del Pnrr le opere finanziate erano opere gia in essere, quello che accade da oggi in poi diventa tutto molto più complesso - ha detto -. Rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati, era di 43-44 miliardi la spesa stimata entro la fine dell’anno, poi scesa ad aprile a 37 miliardi con l’altra Nota di aggiornamento, adesso scesa ancora a 21 miliardi. C’è un lavoro di valutazione della governance ma con le difficoltà oggettive che conosciamo».
Manovra, «lavoriamo a incontro con sindacati prossima settimana»
Sulla legge di bilancio, ha continuato il presidente del Consiglio, «abbiamo iniziato le nostre interlocuzioni con la maggioranza, il governo, le parti sociali, le associazioni di categoria. È giusto e doveroso prevederlo, stiamo lavorando per vedere, la prossima settimana i sindacati».
Delega Servizi a sottosegretario Mantovano
Per quanto riguarda il tema sicurezza e in particolare l’intelligence, Meloni ha chiarito che «la delega a servizi segreti» verrà «assunta dal sottosegretario Mantovano».
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