ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùGiustizia

Meloni: processi a rischio per una sentenza della Cassazione, una norma ad hoc per interpretarla

Dalla premier in Consiglio dei ministri l’annuncio di un Dl con una norma di interpretazione autentica che chiarisca cosa debba intendersi per “reati di criminalità organizzata”

di Patrizia Maciocchi

(REUTERS)

3' di lettura

In un decreto di legge di prossima approvazione una norma di interpretazione autentica che chiarisca una volta per tutte cosa debba intendersi per “reati di criminalità organizzata”. E questo per evitare che gravi reati restino impuniti e dei processi siano messi a rischio per effetto della sentenza 34895 del 2022.

Ad annunciarlo è stata la premier, Giorgia Meloni, in apertura del Consiglio dei ministri, che, d’intesa con il Guardasigilli Carlo Nordio, invoca una norma ad hoc, che sgombri il campo dai dubbi che possono sorgere dal verdetto della Suprema corte.

Loading...

La sentenza

Visualizza

La nozione di criminalità organizzata

La presidente del Consiglio ha citato in Cdm i passaggi della sentenza destinati a creare ricadute pesanti per il sistema interno e per la pubblica sicurezza.

La Cassazione ha affermato che possono «farsi rientrare nella nozione di delitti di “criminalità organizzata” solo fattispecie criminose associative, comuni e non, con la conseguenza che devono escludersi dal regime per essi previsti i reati di per sé non associativi, come un omicidio, per quanto commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416-bis del Codice penale ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dal suddetto articolo».

Ad avviso della Meloni «in altre parole un omicidio commesso avvalendosi di modalità mafiose o commesso al fine di agevolare un’associazione criminale non sarebbe un delitto di criminalità organizzata, secondo la Cassazione. La sentenza ha ad oggetto il regime delle intercettazioni ambientali, ma afferma principi di carattere generale. E principi del genere - sottolinea la premier - si prestano a provocare ricadute molto pesanti per il nostro sistema e per la pubblica sicurezza».

Per la presidente del Consiglio un elemento che mette in discussione l’interpretazione del concetto di criminalità dell’ordinamento .«Il nostro sistema giudiziario penale prevede una distinzione tra reati di criminalità organizzata e altri reati. Per i reati di criminalità organizzata - spiega Meloni - è consentito un uso più esteso e incisivo degli strumenti di indagine, considerata la difficoltà di rintracciarne le prove. È inoltre previsto un maggior rigore nella concessione dei benefici penitenziari, considerata la loro pericolosità e pervasività sociale».

I precedenti delle Sezioni unite

In realtà, nella sentenza di marzo 2022, la Suprema corte, ha confermato quanto già stabilito in precedenza con altre decisioni, dettando un princpio che ha poi trovato l’avallo delle Sezioni unite, Scurato. Nel verdetto 34895/2022, che è solo l’ultimo sul tema in ordine di tempo, sono citate le tappe che hanno portato alla conclusione raggiunta anche alla luce della giurisprudenza del Supremo consesso.

«Orbene, all’esito dell’analisi del complesso e variegato panorama offerto dalla giurisprudenza e dalla dottrina circa la nozione di “criminalità organizzata” - scrivono i giudici di legittimità - si ritiene di dover confermare quella precisata con la richiamata decisione delle Sezioni Unite, perché consente di cogliere l’essenza di un delitto di “criminalità organizzata” e nel contempo di ricomprendere tutti í suoi molteplici aspetti, nell’ottica riconducibile alla ratio che ha ispirato gli interventi del legislatore in materia, tesi a contrastare nel modo più efficace quei reati che - per la struttura organizzativa che presuppongono e per le finalità perseguite - costituiscono fenomeni di elevata pericolosità sociale. Principio confermato ancora di recente dalle Sezioni Unite, le quali hanno affermato che per procedimento di criminalità organizzata deve intendersi «quello che ha ad oggetto una qualsiasi fattispecie caratterizzata da una stabile organizzazione programmaticamente orientata alla commissione di più reati» (Sezioni Unite, n. 37501 del15 luglio 2010, Donadio, Rv. 247994)».

La sentenza Scurato

La Suprema corte cita la sentenza delle Sezioni unite Scurato - in linea con i principi della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e con la normativa sovranazionale - secondo la quale «per reati di criminalità organizzata devono intendersi non solo quelli elencati nell’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale, ma anche quelli comunque facenti capo a un'associazione per delinquere, ex articolo 416 del Codice penale, correlata alle attività criminose più diverse, con esclusione del mero concorso di persone nel reato». A partire dalla sentenza Scurato del 2016, la Corte ha dunque ristretto la nozione di criminalità organizzata ai soli reati associativi, anche non mafiosi, con l’esclusione del concorso di persone nel reato anche se aggravato. La sentenza citata dalla premier è l’ultima che si muove sulla scia del principio affrmato dal Supremo consesso.


Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti