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Meloni rivendica il taglio delle tasse «più importante degli ultimi decenni». Ma per prorogarlo nel 2024 servono oltre 10 mld

La cancellazione del reddito di cittadinanza produrrà sì risparmi ma limitati. Resta assai improbabile che a gennaio i lavoratori si ritrovino con un netto in busta paga inferiore

di Barbara Fiammeri

Meloni: «Il taglio delle tasse più importante degli ultimi decenni»

3' di lettura

Giorgia Meloni l’aveva deciso già ieri sera, 30 aprile, al termine dell’incontro con i sindacati. Nessuna conferenza stampa per illustrare il pacchetto lavoro. Probabile che la decisione della premier sia in realtà frutto di una valutazione politica.

Il faccia a faccia domenica sera con i vertici di Cgil, Cisl e Uil è stato abbastanza ruvido.

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«Celebrato con i fatti e non con le parole»

Maurizio Landini ha definito pubblicamente la decisione di riunire il governo nel giorno della Festa dei lavoratori «irrispettosa e offensiva» e il segretario della Uil Bombardieri si è detto «pronto a scommettere» che Meloni avrebbe tenuto la conferenza stampa post Cdm in concomitanza con i comizi a Potenza dei leader confederali. Così non è stato. Meloni però non è rimasta in silenzio.

La premier in un video sui social registrato nei suoi uffici a Palazzo Chigi rivendica quello che definisce «il taglio delle tasse sul lavoro più importante degli ultimi decenni» e si dice «molto fiera» della scelta di festeggiare il Primo Maggio «con i fatti e non con le parole», offrendo «un ulteriore sostegno ad un’economia che in difficoltà ci sta dando grandi soddisfazioni con una crescita superiore alle altre nazioni europee».

Meloni: «Il taglio delle tasse più importante degli ultimi decenni»

Taglio cuneo solo fino a fine anno

Un taglio, quello del cuneo fiscale, più robusto di quanto ipotizzato inizialmente sia per l’importo – «porterà fino a 100 euro in busto paga» sottolinea la premier - sia perché al contrario di quanto previsto nella bozza dei giorni scorsi si applicherà per tutto il 2023.

«Io non riesco a capire chi riesce a polemizzare perfino su questa scelta», attacca Meloni che però non si sbilancia sul 2024. Il taglio approvato in Consiglio dei ministri, e che si somma al precedente, si applica infatti solo fino alla fine dell’anno.

Sullo sfondo il test delle Europee

E qui viene il difficile. Per renderlo strutturale, per evitare che i lavoratori a fine gennaio si ritrovino con buste paga leggere come quelle precedenti servono almeno oltre 10 miliardi.

La cancellazione del reddito di cittadinanza decisa dal Cdm produrrà sì risparmi ma limitati, perché ovviamente sono previste altre forme di sostegno come l’assegno di inclusione.

Resta però assai improbabile che a gennaio i lavoratori si ritrovino con un netto in busta paga inferiore a quello ottenuto negli ultimi sei mesi. Anche perché di lì a qualche mese si terranno le Europee che per Meloni rappresenteranno delle vere e proprie elezioni di midterm decisive per il futuro del suo governo e gli equilibri tra i partiti della maggioranza.

Dalla Nadef i possibili margini finanziari

Nel frattempo sarà anche stata varata la riforma del Patto di Stabilità e diventerà chiaro quanto riuscirà ad aiutare la crescita il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La presidente del Consiglio lo sa bene ma per il momento si concentra sul presente. Almeno apparentemente. Come del resto anche il suo ministro dell’Economia. «Investiamo sui lavoratori e le famiglie.

Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere. Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli. Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali», dice Giancarlo Giorgetti già alle prese, prima ancora che con la futura legge di Bilancio, con la Nota di aggiornamento al Def: da lì si capiranno i possibili margini finanziari per l’anno che verrà.

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