Meloni: il Mes è uno stigma, la proposta della Commissione sul Patto non convince. Gentiloni: mancata ratifica non fa bene del Paese
La presidente del Consiglio intervistata da Bruno Vespa al forum “L’Italia che verrà”: l’obiettivo è rendere il taglio del cuneo strutturale, sulla Tunisia si va verso pacchetto di aiuti europei
I punti chiave
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Sul Mes (il Meccanismo europeo di stabilità non ancora sottoscritto dall’Italia) Giorgia Meloni tiene il punto: «È uno stigma che ora rischia di tenere bloccate delle risorse in un momento in cui invece stiamo tutti cercando risorse» e, comunque, dice la premier intervistata da Bruno Vespa al forum “L’Italia che verrà” alla Masseria Li Reni, «è un tema che sarebbe stupido aprire adesso». E la riforma del Patto di stabilità e crescita? «Non sono convinta sulla proposta della Commissione» ha risposta Meloni.
La presidente del Consiglio riconosce poi che «in Italia c’è un problema di salari» e ribadisce che «l’obiettivo è rendere il taglio del cuneo strutturale, dipende dalle entrate dello Stato, che dipendono dalla crescita».
«Stupido parlare ora di Mes, non ho cambiato idea»
«Il Mes è un tema che sarebbe stupido aprire adesso, per due ragioni: la prima è che non ho cambiato idea sul Mes, ma è una parte di una serie di strumenti che vanno discussi nel loro complesso. Non ha senso ratificare la sua riforma se non sai cosa prevede il nuovo Patto di stabilità e crescita. Non sono convinto aulla proposta della commissione» ha detto la presidente del Consiglio. Epoi: “Il Mes è uno stigma che ora rischia di tenere bloccare delle risorse in un momento in cui invece stiamo tutti cercando risorse: poi non verrebbe utilizzato da nessuno».
Gentiloni, mancata ratifica del Mes non fa bene del Paese
Sul tema è nuovamente intervenuto il commissario europeo Gentiloni. «La Commissione rispetterà qualsiasi decisione del governo, ma se devo ragionare in termini di utilità non sono sicuro che una mancata ratifica rende l’Italia un Paese più forte, anzi forse è vero il contrario», ha detto il commissario Ue Paolo Gentiloni durante il dibattito in corso a Bologna per la “Repubblica delle idee”. «Il Mes è nato per rispondere alla crisi del debito di alcuni Paesi -ha aggiunto- oggi invece quello che in Italia andrebbe ratificato non è relativo alla crisi del debito ma serve per mettere un cuscinetto di 68 miliardi per aiutare i correntisti in caso anche di crisi di singole banche».
«Sulla Tunisia si va verso pacchetto di aiuti Ue»
La premier ha parlato anche di migranti («l’immigrazione illegale va fermata prima che arrivi in Europa. Non si può prescindere dalla collaborazione di partenza e di transito: il lavoro che stiamo facendo nel Nord Africa è quello più serio») e del caso Tunisia: «Sto lavorando quotidianamente, domenica ci recheremo io, von der Leyen e il primo ministro olandese Rutte. Ci sono già stata martedì, ed è grazie al lavoro molto prezioso che l’Italia ha fatto, insieme a quella missione, che si dovrebbe concretizzare il primo pacchetto di aiuti della commissione che è anche propedeutico a favorire l’accordo con il Fmi. A Tunisia e Fmi chiedo un approccio il più possibile pragmatico e non ideologico e mi pare che su questo si stiano facendo passi in avanti».
«Elezione diretta premier e stabilità punti irrinunciabili»
Capitolo riforme istituzionali. «Abbiamo avviato un confronto: non mi sono presentata con un modello, non dobbiamo copiarne uno dall’estero, possiamo trovarne uno nostro. Ho due obiettivi irrinunciabili, due priorità: chi governa lo decidono gli italiani, non il palazzo, quindi dando attenzione e riconoscere il voto delle urne, ci deve essere l’elezione diretta. Poi serve la stabilità del governo» ha scandito la premier.
«In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne - ha detto Meloni - mi piacerebbe portare le vittime o parenti delle vittime, a raccontare la loro vicenda nelle scuole. Niente è più educativo».
«Schlein stia tranquilla, noi difendiamo le libertà»
Quanto al confronto politico con l’opposizione Meloni ha risposto a Elly Schein: «So che la preoccupazione della segretaria del Pd è reale, non strumentale, lei è davvero preoccupata. La voglio tranquillizzare: il centrodestra da sempre difende le libertà di cittadini, famiglie e imprese, questo noi stiamo dimostrando e gli italiani lo capiscono».
E ancora rivolta a Schlein: «Più ancora che questi signori che vogliono impedire di parlare a un ministro, sono stupita che la segretaria del Pd dica che siamo allergici al dissenso: se confonde il dissenso con l’autoritarismo abbiamo un problema. Escudo che gli italiani credano che siamo in un regime di autoritarismo».
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