Meno burocrazia: a Chieti Walter Tosto realizza un nuovo sito da 3,6 milioni
Procedure più semplici
di Michele Romano
3' di lettura
Con un investimento da 3,6 milioni, Walter Tosto realizzerà a Chieti, attraverso l’autorizzazione unica dal commissario Zes Abruzzo, un nuovo fabbricato di circa 2.000 mq, che consentirà di raddoppiare le aree adibite ad ufficio. «Dal 2010 il nostro organico è cresciuto di 150 nuove risorse (oggi sono complessivamente 1.200), che lavorano esclusivamente ai progetti sul nucleare, in particolare ingegneri e tecnici – spiega il managing director Luca Tosto -. Questi ulteriori posti di lavoro hanno fatto emergere la necessità di creare nuovi spazi». Il numero uno dell’azienda abruzzese evidenzia l’opportunità offerta proprio dalla Zes: «Grazie alle procedure semplificate siamo stati in grado di avviare il progetto in soli quattro mesi, tempi brevissimi se si considera che talvolta per ottenere un’autorizzazione di tale tipologia sono necessari diversi anni».
WT è specializzata nella produzione di apparecchi in pressione destinati ai settori oil&gas, petrolchimico, chimico e nucleare. Fondata nel 1960, l’azienda ha un fatturato consolidato 2022 di 160 milioni, opera sui principali mercati internazionali attraverso 7 unità produttive, di cui 7 a Chieti Scalo e una nel porto di Ortona, collegata ai principali scali marittimi del mondo. Da produttrice di serbatoi per imprese vinicole e frantoi l’azienda si è progressivamente evoluta fino a diventare uno dei più importanti costruttori di componenti critici per impianti industriali in tutto il mondo. Per i progetti innovativi l’azienda si avvale del supporto di una rete di partner altamente specializzati, i quali 21 università e 16 centri di ricerca.
WT oggi è anche tra i grandi gruppi italiani maggiormente coinvolti nel progetto ITER, per il quale sta realizzando, in qualità di componente del Consorzio AMW (insieme ad Ansaldo e Mangiarotti), cinque settori in acciaio inossidabile, commissionati da F4E, ognuno dei quali del peso approssimativo di 450 tonnellate, del Vacuum Vessel, il cuore del tokamak. Una commessa che vale circa 300 milioni per un’opera che per complessità, dimensioni, quantità di saldatura e grado di precisione è fra le più importanti e tecnologicamente impegnative di ITER. «Si tratta di uno dei progetti più ambiziosi al mondo sull’energia da fusione – sottolinea Tosto -, i cui principi si basano sul fatto che la fusione, la reazione atomica che avviene all'interno del sole, può essere controllata per generare energia».
La firma dell’accordo ITER risale al 2006, anno in cui i membri Cina, Eu, India, Giappone, Corea, Russia e Stati Uniti unirono le proprie forze per sviluppare il più grande dispositivo da fusione nel sud della Francia. I costi per la progettazione e la costruzione ammontano complessivamente a circa 20 miliardi di euro. Il reattore opererà con potenti magneti superconduttori per confinare la reazione di fusione tra deuterio e trizio. Alcune parti del plasma ad altissima temperatura raggiungeranno 150 milioni di gradi Celsius, temperatura dieci volte maggiore rispetto a quella che si ha con la reazione dell’idrogeno all’interno del sole. La macchina è attualmente in fase di assemblaggio e a fine anno verrà rilasciato un calendario aggiornato con lo stato delle operazioni, mentre entro il 2035 si prevede la piena reazione di fusione. All’interno di questo progetto, inoltre, «grazie all’eccellente qualità di un prototipo consegnato», WT produrrà 54 cassette bodies, strutture massicce e contorte del divertitore del reattore, insieme ad altri componenti ausiliari, per un valore complessivo di 70 milioni. «La partecipazione ai progetti dell’industria nucleare – sottolinea Luca Tosto – ha contribuito in modo significativo alla crescita della divisione Nuclear & Big Science, attraverso l’apporto di un elevato livello di know-how e di tecnologia nei processi produttivi, e che oggi rappresenta il 35% del valore della produzione». Ma l’attuale numero uno dell’azienda, figlio del fondatore, guarda ben oltre la quota di fatturato garantita dai progetti sulla fusione, «perché hanno portato benefici anche alle nostre produzioni destinate ai mercati convenzionali».
loading...