giustizia minorile

Meno reati per i minori, dimezzati gli omicidi e scendono furti e rapine

A delinquere, secondo il rapporto di Antigone, sono soprattutto gli italiani nel 70% dei casi e i ragazzi del Nord, alla Lombardia la maglia nera

di Patrizia Maciocchi

3' di lettura

Meno reati commessi dai minori. Rispetto a cinque anni fa, sono quasi dimezzati gli omicidi e scesi del 15% furti e rapine. Fra il 2014 e il 2018 le segnalazioni delle forze di polizia all’autorità giudiziaria per i delitti commessi da minori sono scese dell’8,3%, passando da oltre 33.300 nel 2014 a 30.600 nel 2018.

Il V rapporto di Antigone
Fanno registrare il segno meno gli omicidi volontari (-46,6%) e colposi (-45,4%), i sequestri di persona (-17,2%), i furti (-14,03%), le rapine (-3,9%) e l’associazione per delinquere (-82,5%). Mentre, preoccupa la crescita, rispetto al 2014, dei minori segnalati per associazione mafiosa (+93,8%: erano 49 nel 2014, sono diventati 95 nel 2018). È la fotografia di un universo minorile che delinque meno, quella scattata con il V rapporto di Antigone “Guarire i Ciliegi” sugli istituti penali per i minorenni. Dati che fanno giustizia anche di alcuni stereotipi . A cominciare dalla latitudine in cui c’è maggiore tendenza a violare le leggi.

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Alla Lombardia la maglia nera delle segnalazioni
La Lombardia è la regione con il maggior numero di segnalazioni (5.393), seguita dalla Sicilia con 3.326 e dall’Emilia-Romagna (3.154). Il 40% degli imputati italiani è nato nel Nord Italia (il 21% nel Nord-Ovest e il 18% nel Nord-Est), il 25% è nato nel Sud, il 19% nel Centro Italia e il 16% nelle Isole.

Archiviazioni e condanne
I condannati con sentenza irrevocabile nel 2017 sono stati 1.128. Alle denunce spesso segue l’archiviazione. Nel 2017 i minori indagati presso le procure erano 36.416. Nella maggior parte dei casi (22,14%) il Pm ha esercitato anticipatamente l’azione penale, chiedendo al giudice, nel corso delle indagini preliminari, di pronunciarsi con una sentenza di non luogo a procedere per irrilevanza del fatto. Per i restanti casi, l’archiviazione è stata proposta dal Pm soprattutto per non imputabilità del minore (12,16%) e per mancanza di condizioni di procedibilità, come ad esempio il ritiro o la presentazione oltre i termini di una querela nei reati perseguibili solo su querela di parte (9,66%). Il rinvio a giudizio è stato chiesto dal Pm nel 37% dei casi, mentre la sentenza di non luogo a procedere per irrilevanza del fatto ha riguardato il 10,15% dei procedimenti, la scelta del rito alternativo è stata fatta nel 6% dei casi.

La nazionalità degli imputati
Ancora una spallata ai luoghi comuni arriva con le percentuali sulla nazionalità degli imputati minorenni: per il 70% sono italiani e “solo” per il 30% stranieri. Oltre l’84% sono maschi e meno del 16% femmine (sia per gli italiani che per gli stranieri). Il 30,5% degli imputati maschi ha fra i 14 e i 15 anni, il 69,5% ne ha 16 o 17. Le ragazze imputate con un’età fra i 14 e i 15 anni (il 40% del totale) sono, in percentuale, più dei ragazzi; meno le imputate con un’età fra i 16 e i 17 anni (il 60%) . Molti i ragazzi, dalla vita difficile che, malgrado una condanna definitiva, hanno ancora una posizione non definita a causa di altri procedimenti pendenti. Il 72% dei giovani entrati negli Istituti penali minorili è in custodia cautelare. La durata media della permanenza sfora di poco i tre mesi: in media 102 giorni nel 2019. Nel corso del 2019, il 72% dei ragazzi é entrato negli Ipm in custodia cautelare.

Gli stranieri detenuti
Il 70% dei delitti è commesso da italiani, che rappresentano tuttavia il 57,1% dei detenuti negli Ipm. Le ragazze straniere sono il 47,8% del totale delle donne. I bambini e i giovanissimi sono fortunatamente pochi: il 7,2% del totale. Resta maggioritario il gruppo dei ragazzi che hanno 18, 19 o 20 anni, ma sono molti anche quelli che hanno 16 o 17 anni. In media gli stranieri appaiono leggermente più giovani degli italiani. I ragazzini con età compresa tra i 14 e i 15 anni sono il 7,2%. I ragazzi con età tra i 21 e i 25 anni (che hanno commesso il reato da minorenni) sono il 15,5%. Il 35,2% ha tra i 16 e i 17 anni e il restante 42,1% tra i 18 e i 20 anni.

I reati contro la persona
I reati contro la persona, quelli generalmente più gravi, riguardano solo il 17% di chi entra in Ipm. Il 62% ha commesso reati contro il patrimonio. L’Ipm dunque funziona non come sanzione proporzionata alla gravità del fatto commesso, ma come strumento che l’autorità giudiziaria usa per incidere sul percorso trattamentale di ciascun ragazzo. Il ricorso a questo strumento è più frequente e prolungato quando manca una solida struttura familiare e territoriale alle spalle.

Per approfondire:
In Italia oltre 7mila minori stranieri non accompagnati, 4.700 risultano irreperibili

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