Meno si sa più si crede di sapere
La maggioranza degli studenti ha scelto la traccia tratta da un saggio di Steven Sloman e Philip Fernbach
di Paolo Legrenzi
3' di lettura
All'esame di Maturità del 2019 è avvenuto quello che ad alcuni può apparire un miracolo. Gli esperti del ministero hanno proposto, oltre alle tracce tradizionali, l'inizio di un saggio di Steven Sloman e Philip Fernbach pubblicato nel 2017 e tradotto in italiano con il titolo L'illusione della conoscenza. Perché non pensiamo mai da soli (da noi recensito il 25-2-2018). La maggioranza degli studenti non ha scelto i temi di taglio umanistico (le figure di Bartali e del generale dalla Chiesa), storico (il patrimonio artistico o i totalitarismi del Novecento) o letterario (commento di brani classici). Ha avuto invece il coraggio di approfondire le considerazioni di due scienziati cognitivi sconosciuti ai più.
Sloman e Fernbach raccontano la più grande esplosione della storia dell'umanità avvenuta il 1° marzo 1954 sopra l'atollo di Bikini, una regione remota dell'Oceano Pacifico. Circa diecimila persone avevano collaborato al progetto, centinaia di scienziati avevano fatto e rifatto calcoli accurati. L'esplosione doveva essere dieci volte più potente della bomba fatta cadere su Hiroshima nel 1945. Invece la sua forza fu mille molte superiore. Le mura dei bunker tremarono, i pescatori giapponesi fissarono con terrore e meraviglia l'orizzonte, i piloti dell'aereo che aveva sganciato la bomba tossivano mentre il calore e il fumo riempivano la cabina. Qualcuno morì, molti portarono per sempre i segni della disgrazia.
In un giallo del 1957 Georges Simenon narra di un Maigret che si diverte facendosi passare per un avventore in un bar (“Maigret si diverte” è appunto il titolo). Tutti fanno commenti su un delitto. Maigret si sforza di non sorridere perché nessuno sa d'avere di fronte un uomo che aveva dovuto chinarsi su tutte le tragedie di Parigi. Anche se lo avessero saputo - riflette Maigret - sarebbero stati altrettanto sicuri perché: “le persone hanno tanta più sicurezza nel proprio giudizio quando hanno meno conoscenze ed esperienze per sostenerlo”. Meno si sa più si crede di sapere: l'illusione della conoscenza sarà misurata e analizzata in dettaglio dando il titolo al libro di Sloman e Fernbach. L'illusione può essere forte nel breve termine, soprattutto se condivisa da altri perché “non pensiamo mai da soli”. Quando i potenti sono prepotenti, l'illusione può sfociare in dissennatezze e persecuzioni, ma la Storia ha dimostrato che la Scienza finisce sempre per prevalere. Nella tragedia del 1954, purtroppo, ha agito anche un'illusione subdola: l'aspirazione all'invulnerabilità. Si era in piena guerra fredda e la prima potenza del mondo voleva terrorizzare i nemici.
L'illusione dell'invulnerabilità mescolata con l'illusione della conoscenza crea una miscela pericolosa. Le vicende della guerra fredda l'hanno dimostrato. USA e URSS non sono invulnerabili. Sono parimenti vulnerabili tramite un equilibrio del terrore che garantisce la distruzione di entrambi in caso di attacco. Questa strategia messa a punto dallo scienziato Thomas Schelling ha reso inutilizzabili le bombe cumulate in enorme e uguale quantità.
L'aspirazione all'invulnerabilità può sorgere dalla paura per un nemico o dal desiderio di proteggere per sempre un amico, una persona amata. In entrambi i casi è spesso controproducente. Credendosi invulnerabili non ci si prepara nei confronti di un possibile attacco. Se vogliamo bene a una persona cercare di renderla invulnerabile non le permette di preparare da sé le proprie difese.
Le illusioni dell'invulnerabilità e della conoscenza sono state le premesse per la tragedia del 1954. Sloman e Fernbach commentano così la storia: “Le persone sono capaci delle imprese più notevoli, di conquiste che sfidano gli dei … e tuttavia sono capaci altresì delle più impressionati dimostrazioni di arroganza e dissennatezza”.
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