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Merano chic, paradiso di stile oltre terme e mercatini di Natale

Lungo il Passirio tra hotel di charme per accogliere clienti esigenti, come il Miramonti, ristoranti d’eccellenza come Sissi e botteghe artigianali di pregio, come Posthaus dove la meranite diventa gioiello

di Stefano Salis

I mercatini di Natale a Merano, nella passeggiata lungo il Passirio. Quest'anno sono stati aperti il 26 novembre e dureranno fino al 6 gennaio 2023. Le giornate sono caratterizzate da varie iniziative, fra cui concerti e laboratori: tutto il programma su www.mercatini.merano.eu

3' di lettura

Forse non c’era bisogno della benedizione ufficiale, e più volte rinnovata, di un maestro di stile contemporaneo come il giornalista e fondatore di riviste, il canadese Tyler Brûlé, ma certamente Merano (dove lui si stabilì per un lungo periodo e ha aperto un esclusivo flagship store del suo «Monocle») è tornata sugli scudi. Non che se ne fosse mai andata, per la verità. Merano ha la fortuna di un microclima splendido, un’acqua termale che l’ha resa famosa, una proficua diversità culturale, e una solida tradizione di alta borghesia che, nei decenni, ha sviluppato un gusto che ha pochi pari in tutto l’arco alpino, di qua e di là dal confine italiano.

Se già l’imperatrice Sissi aveva preso a frequentarla dal 1870, rendendola immediatamente una delle località vip per nobili e aspiranti tali di tutta Europa, Merano divenne poi, per esempio, con l’Hotel Bristol, «il più moderno ed elegante d’Europa», meta imprescindibile per celebrities, industriali, benestanti del secolo scorso. Inaugurato nel 1954 da Sophia Loren e dai Falck, vantava arredi di Gio Ponti, Bega, Buffa e lampade di Seguso. Non plus ultra.

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L’infinity pool dell’hotel Miramonti

I fasti della località si rinverdiscono e, adesso che impazzano, fino a gennaio, i deliziosi mercatini di Natale lungo l’impetuoso Passirio (da ammirare anche dalla panoramica sala saune all’ultimo piano dell’Hotel Terme, design di Matteo Thun: ottimo per chi vuole sfruttare la stazione termale in città), ci sono alcuni indirizzi che costituiscono un appuntamento imperdibile per vivere al meglio l’esperienza del luogo.

A partire dall’alloggio. L’Hotel Miramonti, ad Avelengo, pochi km dalla città, una vista e piscina a sfioro mozzafiato. Cinque stelle nell’anima, costruito su pietra porfirica a 1.230 m, stile scandinavo-giapponese, cura del dettaglio e una perfezione accertata (con la recente ristrutturazione completa del Roof Top Loft e del Loft 007), la struttura, amorevolmente curata da Carmen, Klaus e 52 persone dedicate è un sogno d’ospitalità e lifestyle. Non è un caso che siano stati i due coniugi albergatori a comprare dallo stesso Brûlé la sua casa ex meranese, Villa Fluggi, ora divenuta hotel di charme, 270mq su tre livelli: posto magnifico, un tuffo negli anni 60 con estrema attenzione agli arredi: gli appassionati di design e architettura sono nel loro Nirvana.

Dettaglio di Villa Fluggi

Come non è possibile ignorare la bellezza rustica, e allo stesso tempo sofisticatissima, dell’Ottmangutt, hotel famigliare con la formula suite & breakfast: una eccellente colazione (ma niente cena) servita in una sala ottocentesca che dà sullo splendido giardino, luogo segreto in piena città. Nella bella stagione è un’oasi di quiete e meditazione.

Il ristorante Sissi

Per la cena, non temete. Merano conta diversi ottimi ristoranti ma uno svetta e va ben al di là della, sola, una stella Michelin che può vantare. Si chiama Sissi, appunto, in pieno centro, ed è condotto da Andrea Fenoglio: per quanto mi riguarda è uno dei migliori ristoranti d’Italia, stelle o no. La carta propone – finalmente! – piatti riconoscibili e della tradizione (passatelli in brodo o vitello tonnato) ma rivisti, tutti, con un pizzico di brio, innovazione ed equilibrio sensato che propone sapori interessanti da innestare su gusti che pensiamo di conoscere bene. Dieci tavoli (e l’11, solitario, che si ama o si detesta; io voto la prima) in una sala retrò, servizio impeccabile, la cortesia e il sorriso sornione di Fenoglio, che ti fa capire di saperla lunga a ogni piatto (originale anche la formula a piccoli assaggi e la pizza liquida in ouverture) e bicchiere (i “buoni vini” al calice sono una garanzia di qualità).

E infine una bottega piccola e incantata di orafi, tra le molte in città, e pur pregevoli. Parliamo di Posthaus: artigiani capaci di disegnare gioielli di qualità artistica e sfruttare materiali nuovi.

Pendente in meranite di Posthaus

Come la meranite, pietra della famiglia del diaspro. Silicio, ossigeno e tracce di ferro la compongono: dalle sue vene rosso fuoco escono lampi di bellezza inedita. A conferma che Merano riserva sorprese, si rinnova senza perdere d’occhio la sua storia e la sua tradizione: un mix che ne fa un paradiso chic dove respirare aria di Natale, di benessere e gioia di vivere.

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