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Mercati, regole e le sfide lanciate dall’innovazione

Il 26 di questo mese la SEC, la Consob americana, ha varato tre nuovi regolamenti, parte dell'obiettivo di integrare il mondo delle innovazioni tecnologiche finanziarie (Fintech, per semplicità) nell'area di mercato da essa regolato.

di Paolo Savona

 Paolo Savona

2' di lettura

Il 26 di questo mese la SEC, la Consob americana, ha varato tre nuovi regolamenti, parte dell'obiettivo di integrare il mondo delle innovazioni tecnologiche finanziarie (Fintech, per semplicità) nell'area di mercato da essa regolato.

Il primo riguarda la sicurezza dei computer, dei programmi di calcolo e degli algoritmi prodotti contro gli attacchi esterni, imponendo alle società vigilate di denunciare gli incidenti alla SEC, informando il mercato di questo tipo di rischi e dei modi in cui vengono prevenuti e sanati. Il secondo è volto a prevenire conflitti di interesse associati all'uso di previsioni basate su analisi scientifiche di dati da parte di intermediari e consulenti, che creano potenziali rischi legati all'uso di particolari tecnologie informatiche. Il terzo contiene diversi obblighi per i consulenti finanziari che operano in Internet, imponendo loro di mettere a disposizione di tutti i clienti i loro suggerimenti, registrandosi presso la SEC e non più presso gli Stati della Confederazione.

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Sono tutti passi in avanti verso l'integrazione dei mercati innovativi in quelli tradizionali alla luce del principio ispiratore, che il trattamento dei nuovi strumenti non deve essere diverso da quello dei vecchi. Invero, la direzione di movimento dell'integrazione in un mondo che si trasferisce nell'Infosfera dovrebbe essere opposta, ossia guidare il vecchio mondo finanziario nel nuovo; tuttavia, per raggiungere questo obiettivo il problema da affrontare è la regolamentazione delle tecnologie, non più la loro neutralità, continuamente ripetuta. Questo implica che la regolazione deve abbandonare l'impostazione conservatrice dell'architettura istituzionale vigente per la moneta e le attività finanziarie. Non è mancata un'azione in tal senso, ma essa resta vincolata alla concezione di perseguire la stabilità dell'esistente, senza raggiungere la chiarezza di impostazione necessaria al mutamento epocale da affrontare.

Sui provvedimenti indicati svetta quello riguardante il monitoraggio della sicurezza cibernetica, un tema che abbraccia problematiche ben più ampie di quelle finanziarie regolate dalla SEC. Va detto che l'Italia, in linea con l'impostazione europea, persegue una visione più generale che ha nell'Agenzia per la Cybersecurity il suo centro di riferimento naturale e solleva le istituzioni del Paese dall'obbligo di dotarsi di organizzazioni ad hoc sganciate tra loro o intercomunicanti secondo procedure complesse. Una soluzione unitaria richiede un regolamento che unisca tutti i raggi al perno della ruota che deve muoversi per raggiungere lo scopo della sicurezza dei mezzi e dei prodotti informatici; tuttavia, essa richiede la messa a punto di un cloud, necessariamente nazionale, al quale tutti gli operatori si possano riferire secondo protocolli precisi, snelli e dotati di un server capace di accogliere e gestire una mole enorme di informazioni, come quello già presente a Bologna, scelto a seguito di una gara europea. In questa direzione unitaria si va muovendo il Regno Unito, che ha nell'industria Fintech posizioni storiche di leadership. Il compito progettuale e l'impegno realizzativo sono enormi, ma ben sappiamo che il Paese ha risorse culturali e professionali per portarlo a compimento, purché si decida di intraprendere la soluzione indicata.

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