Mercato dell’auto, luglio +8,8% ma resta un miraggio il ritorno alla normalità
Secondo il Centro studi Promotor nel periodo gennaio-luglio di quest’anno le immatricolazioni sono cresciute del 21% ma calate del 22,3% sul 2019
di Nino Amadore
I punti chiave
3' di lettura
Il mercato dell’auto continua a crescere ma non abbastanza. Anzi è in calo rispetto al periodo pre Covid. E soprattutto all’orizzonte restano le preoccupazioni degli operatori per i prezzi delle automobili, giudicati alti, e per la perdita di capacità di acquisto delle famiglie. In sintesi: resta un miraggio il ritorno alla normalità per il mercato italiano dell’auto. Questi i dati del Centro studi Promotor che ha fatto il punto sull’andamento del mercato italiano con le immatricolazioni nel periodo gennaio-luglio.
Flessione del 22,3% rispetto al 2019
In particolare a luglio sono state immatricolate in Italia 119.027 autovetture con una crescita, rispetto allo stesso mese del 2022, dell’8,8 per cento. Se andiamo a vedere l’andamento nei primi sette mesi di quest’anno (gennaio-luglio appunto) vediamo che sono state immatricolate 960.765 autovetture con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 del 21 per cento. Tutto bene dunque? Per niente. Rispetto ai livelli pre-crisi (cioè rispetto al gennaio-luglio 2019) si registra un calo del 22,3 per cento. Si tratta dunque di dati che hanno bisogno di un’analisi ulteriore su più fronti. Se nel 2023 si riuscisse a mantenere il tasso di crescita dei primi sette mesi fino a dicembre, spiegano del centro studi Promotor, l’anno chiuderebbe con 1.593.209 immatricolazioni. Ma si tratta di una prospettiva, spiegano ancora, improbabile alla luce del rallentamento del tasso di crescita degli ultimi mesi. In ogni caso, anche se si realizzasse la crescita ipotizzata, il mercato dell’auto «sarebbe ancora moto lontano dal volume di immatricolazioni necessario per evitare un ulteriore invecchiamento del nostro parco circolante, che è tra i più vetusti d’Europa, con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento e di sicurezza nella circolazione».
Quagliano: «Serve politica incisiva di rilancio delle vendite»
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, «il mercato automobilistico italiano è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità e occorre quindi una politica incisiva di rilancio delle vendite condotta a livello di Governi (in Italia e in Europa) e condotta anche dalle case automobilistiche attualmente dominanti sul mercato europeo che devono decidere se offrire soluzioni a tutti gli utilizzatori di automobili o se concentrarsi sulla produzione di auto elettriche e di auto di élite lasciando una parte importante della domanda a costruttori nuovi o relativamente nuovi sul mercato europeo».
Lo smaltimento degli ordini arretrati
Altro elemento, sul fronte della crescita, che merita un approfondimento è questo: la ripresina cominciata nell’agosto dell’anno scorso è stata determinata dal parziale superamento delle difficoltà di produzione legate alla carenza di microchip e di altri componenti: oggi vi è una piena disponibilità di vetture elettriche e una discreta disponibilità di vetture d’élite ma restano difficoltà per le auto «destinate ai comuni mortali». Dal canto loro gli operatori segnalano che la ripresina in atto è legata allo smaltimento del portafoglio ordini accumulato per le carenze di componenti mentre il 90% dei concessionari lamenta una modesta acquisizione di nuovi ordini. Sotto accusa c’è certamente il livello dei prezzi delle automobili: a luglio per il 62% dei concessionari erano alti mentre il 30% dei concessionari interpellati si attende ulteriori aumenti nei prossimi tre o quattro mesi.
Tempi d’oro per le auto di lusso
Per quanto riguarda le singole case automobilistiche ci sono alcuni dati che colpiscono e riguardano le auto di fascia medio-alta o di lusso. L’italiana Alfa Romeo, per dire, a luglio cresce del 56,35% rispetto allo stesso mese del 2022 e del 136,64% se guardiamo al periodo gennaio-luglio; la Mg a luglio registra un incremento del 375,53% mentre nel periodo gennaio-luglio un 425,80% di cresciuta rispetto allo stesso periodo del 2022; Tesla fa il boom con una crescita a luglio del 1191,89% e nel periodo gennaio-luglio del 247,60%; in calo a luglio (del 6,73%) la Porsche che però registra una crescita del 14,72% nel periodo gennaio-luglio. Leggermente in calo sia a luglio sia nei primi sette mesi del 2023 la Fiat : calo del 6,30% a luglio e del 5,19% nel periodo gennaio-luglio; in calo la Honda (a luglio del 9,93% e nel periodo gennaio-luglio del 31,34%); battuta d’arresto con un calo del 53,58% a luglio per Lynk&Co che però ha registrato una crescita di oltre il 70% nei primi sette mesi.
L’ostacolo principale: la situazione economica delle famiglie
Ma il principale fattore di freno della domanda di auto, come emerge dall’inchiesta del Centro studi Promotor, è la situazione economica delle famiglie ostacolo alle vendite per il 72% dei concessionari e seguita dal livello elevato dei prezzi (il 69% delle indicazioni dei concessionari) dalla situazione economica generale (il 63% dei concessionari interpellati). Secondo l’inchiesta del Centro studi Promotor poi solo il 16% degli operatori interpellati prevede un miglioramento della situazione delle vendite nei prossimi tre-quattro mesi mentre il 60% ipotizza stabilità «sugli insufficienti livelli attuali» e il 24% si attende un peggioramento.
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