TEST RDE

Mercedes e Bosch: «I motori a scoppio sono puliti e il diesel ancora di più, possiamo dimostrarlo»

I propulsori Euro6 secondo test RDE (Real Driving Emissions) hanno emissioni superbasse, inferiori ai limiti di legge e il diesel è più pulito del benzina

di Nicola Desiderio

4' di lettura

Le auto con motore a combustione interna con omologazione Euro6 hanno emissioni inquinanti ampiamente al di sotto dei limiti di legge, anche e soprattutto in condizioni di guida normale e il diesel è persino più pulito del benzina. Sono questi i risultati dei testo condotti da Mercedes-Benz e Bosch in 3 grandi città italiane con l'ausilio delle stesse attrezzature con le quali vengono svolte le prove di omologazione per i nuovi standard WLTP.

Le normative prevedono infatti che, oltre alle rilevazioni sui rulli, siano effettuate anche quelle direttamente su strade aperte a traffico e, come è noto, sono definite RDE (Real Driving Emissions) ed eseguite con un'apparecchiatura chiamata PEMS (Portable Emission Measurement System).

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Ed è proprio così che sono stati compiuti i test con una A 200 d con motore diesel 2 litri da 150 cv, una B 160 con 1.3 a benzina da 109 cv e una C 300 de con un diesel 2 litri ibrido plug-in la cui parte termica eroga 194 cv e quella elettrica 90 kW. Quest'ultima è l'unica Euro6d temp del lotto mentre le altre due sono Euro6d “final”, ma è anche quella con le emissioni di CO2 più basse: 41-38 g/km di CO2. A sovrintendere alle prove c'era CSI, una delle società accreditate per eseguire rilevamenti ufficiali sia per l'EuroNCAP, in tema di sicurezza, sia per il Green NCAP, il nuovo ente indipendente incaricato di valutare l'efficienza delle automobili e le loro prestazioni ambientali.

Ebbene, i test, ciascuno della durata di 90 minuti l'uno, hanno evidenziato che le auto coinvolte hanno emissioni di ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (PN) nettamente inferiori ai limiti consentiti e, cosa ancora più sorprendente, soprattutto in condizioni di guida reale, ovvero sulle strade normali nelle ore di maggior traffico. I test contraddicono anche una vulgata troppo spesso abusata: i motori a benzina ad iniezione diretta hanno emissioni inquinanti superiori a quelle dei diesel, pur essendo entrambi ampiamente entro i valori massimi fissati per legge: il NOx su percorso urbano è rimasto sotto i 5 mg/km ovvero 20 volte inferiore al limite. Va detto che per i test RDE la normativa prevede uno scostamento fino al 50% sui dati omologativi ed invece le Mercedes del test non sono andate oltre il 3%.

A Milano è stata misurata anche la qualità dell'aria circostante ai veicoli in prova così da osservare il loro impatto diretto sull'ambiente. Ebbene anche in questo caso i risultati sono sorprendenti perché le emissioni delle auto diesel sono risultate spesso inferiori a quelle circostanti, anche in presenza di condizioni nettamente sfavorevoli come la marcia in galleria o procedendo dietro un vecchio mezzo privo di filtro antiparticolato allo scarico. In questo caso le emissioni di particolato della vettura sono state inferiori fino a 2.000 volte, quasi fossero spazzine dell'aria che respiriamo ed è inquinata da auto troppo anziane. Le auto in prova hanno percorso in tutto circa 3mila km e i tecnici hanno sottolineato l'allineamento dei risultati in tutte e tre le città.

Durante le prove non sono avvenute rigenerazioni del filtro antiparticolato ma gli esperti di Bosch e di CSI assicurano che, anche considerando questa fase critica, le emissioni di particolato cumulate si attestano ad un quinto di quelle ammesse. Chi ha paura dunque del diesel? E perché puntare il dito solo sul motore ad autoaccensione e non invece ragionare sul ruolo che i moderni propulsori a combustione interna possono ancora giocare nel processo di riduzione delle emissioni e dei consumi? E perché penalizzare il diesel anche se ti tratta di motori di ultimissima generazione, capaci di battere quelli a benzina per le emissioni inquinanti assicurando per la collettività spese energetiche inferiori, per il cliente un risparmio alla pompa e meno CO2 per l'ambiente?

Sono domande da inoltrare, dati alla mano, ai legislatori e agli amministratori locali, incapaci di distinguere tra un diesel Euro0 e un Euro6d e pronti invece ad inibire per quest'ultimi la circolazione nei giorni di fermo del traffico lasciando invece che possano farlo indisturbate auto vecchie di 20 anni e passa, ma alimentate a GPL. Urge, più che mai, un piano ambientale nazionale per la mobilità che guardi alla realtà dei fatti, non lasci spazio all'arbitrio e possa guidare la transizione verso l'elettrificazione nel modo più razionale ed efficace possibile, senza ideologie controproducenti come quella che, per fare la guerra contro il diesel, ha portato su strada auto meno efficienti con un innalzamento delle emissioni medie di CO2.

E a questo proposito, va detto che Mercedes e Bosch puntano decisamente verso l'elettrificazione con investimenti di decine di miliardi di euro, dunque nessuno ha voglia di tornare indietro e la rotta è chiara in ogni caso. Basti pensare che tutte e due i giganti di Stoccarda avranno impianti carbon neutral in Europa entro il 2020, una situazione che la Stella generalizzerà in tutto il mondo due anni dopo. Nel 2021 in listino ci saranno almeno 5 elettriche e 20 ibride plug-in, nel 2025 saranno rispettivamente 10 e 25 per coprire il 25% delle vendite mentre il numero delle varianti per i motori a combustione interna scenderà del 40%. Tale quota scenderà del 70% nel 2030 e scenderà anche il numero delle ibride plug-in mentre le elettriche saranno più di 20 e, si spera, che la tecnologia sarà matura abbastanza per avere costi e autonomie accettabili insieme ad una infrastruttura di ricarica finalmente sufficiente.

Per allora, il 50% delle vendite di Mercedes sarà ricoperto da auto ad elevata elettrificazione mentre il piano Ambition 2039 prevede che proprio nel 2039 tutta la gamma Mercedes diventerà carbon neutral anticipando di 11 anni un obiettivo che è di tutta l'Unione Europea e del Green Deal.

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