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Mes, un mese in salita per la ratifica del trattato. Meloni: «Un nuovo rinvio? Decide il Parlamento»

Si fa sempre più forte la pressione dei vertici dell’area euro perché l’Italia ratifichi l’intesa. Un pressing a tutto campo sul governo Meloni

Mes, Giorgetti: "Faremo quello che dirà il Parlamento entro la fine dell'anno"

3' di lettura

Ventisei giorni, costantemente al centro dell’attenzione. Dal 26 ottobre al 20 novembre. È il “destino” che attende la ratifica del nuovo trattato del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Si fa infatti sempre più forte la pressione dei vertici dell’area euro perché l’Italia ratifichi l’intesa. Un pressing a tutto campo sul governo Meloni. La partita si svilupperà su due campi: oltre a quello europeo, anche quello parlamentare.

L’Eurosummit

Si parte dall’ambito Ue. E si comincia dal Consiglio europeo a Bruxelles. Formalmente il dossier non è stato all’ordine del giorno dell’incontro dei 27, molto focalizzato sulla crisi in Medio Oriente. Ma il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, a quanto si apprende da fonti Ue, nel corso dell’eurosummit ha citato il Mes senza tuttavia nominare l’Italia e la questione dell’attesa ratifica da parte del governo. Donohoe, riportano le fonti, ha spiegato che sul Meccanismo di stabilità «il lavoro continua» senza citare il caso italiano. Giorgia Meloni, raccontano le stesse fonti, non è intervenuta.

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Alla vigilia del Consiglio europeo Donohoe aveva detto di auspicare una ratifica da Roma «il prima possibile» nella lettera di pre-vertice al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto aggiornamenti regolari sul processo parlamentare in corso per la ratifica del Trattato del Mes in Italia e attendiamo con impazienza la sua finalizzazione il prima possibile», aveva scritto Donohoe nella lettera a Michel. «È nell’interesse di tutti noi, per l’Eurozona nel suo complesso e per gli Stati membri individualmente, inclusa l’Italia».

Meloni, oggi non si è parlato di Mes

Al termine del Consiglio europeo rispondendo ad una domanda sul Mes la premier Giorgia Meloni ha chiarito: «Non si è parlato di Mes, non è stato oggetto di questo dibattito». In ogni caso, «non si può affrontare il tema di questo strumento se non si conosce la cornice», ha aggiunto la premier, spiegando che il Mes «richiama ai vecchi parametri del patto di stabilità. Non è utile da parte di nessuno porre questa questione adesso, non si può discutere finché non sappiamo qual è il quadro», ha sottolineato.

La scadenza di fine anno

L’avvicinarsi della scadenza di fine anno, quando scadono anche gli accordi bilaterali sui fondi messi a disposizione dagli Stati per far da ponte all’arrivo del Mes a supporto del Fondo unico di risoluzione. Il fondo “salva banche” dopo il periodo di costituzione di otto anni a fine 2023 avrà una dotazione di quasi 80 miliardi di euro versati dalle banche stesse. Ai quali il Mes potrebbe affiancare un’ulteriore linea di credito di emergenza per altri 68 miliardi. Il timore è che ora per eventi simili a quelli avvenuti a metà marzo al Credit Suisse potrebbero non bastare gli 80 miliardi del Fondo unico di risoluzione e senza il backstop del Mes dovrebbero intervenire le finanze pubbliche dei Paesi potenzialmente coinvolti dal contagio. Così in ambienti europei il malumore è duplice: riguarda da un lato l’idea che la mancata ratifica dell’Italia impedisca agli altri Paesi di utilizzare lo strumento, e dall’altro quello di un potenziale impatto sui mercati finanziari di questa zona di incertezza.

Mes in Aula alla Camera dal 20 novembre

Fin qui il filone europeo. C’è poi quello più strettamente di politica interna, che si sviluppa sulla base del confronto tra maggioranza e opposizione. Dopo le parole del presidente dell’Eurogruppo, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di fissare al 20 novembre la ripresa della discussione in aula alla Camera, dopo la sospensione di quattro mesi votata il 5 luglio scorso. Alla fine, la soluzione potrebbe essere quella di una ratifica del Mes con la formale precisione che l’Italia non lo attiverà mai. Il tema, del resto, è divisivo anche tra le file dell’opposizione. Pd, centristi e +Europa spingono da sempre per la ratifica. Il M5S, tradizionalmente, è sempre stato anti-Mes anche se Giuseppe Conte, sul tema, sta mostrando una certa prudenza.

Meloni: nuovo rinvio sul Mes? Decide il Parlamento

«Io penso che dobbiamo stare alla posizione che la maggioranza ha espresso. Continuo a ritenere che, indipendente da cosa si pensi sullo strumento in se, non sia utile per nessuno porre la questione adesso», ha detto Meloni, in occasione della conferenza stampa a Bruxelles. «Quando abbiamo chiaro il quadro faremo le valutazioni più pertinenti», ha aggiunto Meloni che su un eventuale nuovo rinvio della discussione in Aula ha sottolineato: «lo dirà il Parlamento, non sta a me deciderlo».

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