Messina (ceo Intesa Sanpaolo): «Il debito è sostenibile, ma ora ridurre la dipendenza dalla Bce»
L’ipotesi di uno scudo anti-spread e le ricette per tenere a bada il debito pubblico al centro della seconda giornata del convegno “Young Factor” organizzato dall'Osservatorio permanente Giovani-Editori
di Enrico Miele
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’ipotesi di uno scudo anti-spread, amplificata dalla riunione straordinaria della Bce, e le ricette per tenere a bada il debito pubblico italiano tengono banco nella seconda giornata del convegno “Young Factor” organizzato dall'Osservatorio permanente Giovani-Editori.
Il grande mattatore della mattinata, infatti, è stato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ha messo in guardia la platea di Palazzo Mezzanotte, composta da oltre 400 studenti, dall’eccessiva dipendenza dell’Italia dal sostegno della Bce. Ma il programma della giornata è cambiato in corso d’opera proprio a causa della convocazione d’urgenza del meeting dei banchieri centrali europei, con il forfait di Joachim Nagel, capo della Deutsche Bundesbank, mentre nel pomeriggio è stato il turno, tra gli altri, di Klaas Knot della De Nederlandsche Bank e dell’amministratore delegato de Il Sole 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero.
Messina: «Debito sostenibile ma ridurre dipendenza da Bce»
«Come Paese non abbiamo un problema di sostenibilità del debito pubblico, questo deve essere un messaggio chiaro» ha ripetuto più volte Messina, ribadendo la necessità per l’Italia, dal suo punto di vista, di «fare piani che accelerino la crescita ma che riducano la dipendenza dalla Bce». Quanto alle decisioni della Bce, «è importante che in Italia iniziamo a ragionare con una logica di trovare piani che possano portarci a una indipendenza anche finanziaria. Avere troppe attese – avverte – sul fatto che altri Paesi, che magari come condizioni strutturali sono anche meno ricchi di noi, possano sostenere il nostro debito pubblico, francamente la considero una cosa che non è degna di un Paese che vuole essere un leader in Europa».
Lo scudo anti-spread? «Utile contro speculazione mercato»
Lo scudo anti-spread della Bce? «Non so cosa sia – premette Messina – però è chiaro che c’è una componente speculativa oggi sulla dinamica dello spread. Tutto quello che è sopra 100/150 punti è totalmente ingiustificato. Quindi uno strumento che possa far rendere conto al mercato che non è il momento della speculazione può essere utile». Se poi con alcuni strumenti la Bce potrà ricondurre lo spread italiano «a livelli più bassi, questo lo vedremo, ma io questa la vedo più come una fase speculativa, non sono questi i fondamentali dell’Italia. È chiaro che c’è qualcosa che non funziona sui mercati».
«Spread dovrebbe essere a 100-150, fondamentali solidi»
«La crescita è influenzata, purtroppo, dall’inflazione ma i fondamentali dei Paesi europei sono solidi. E in particolare, i fondamentali dell’Italia, posso confermarlo dalla nostra prospettiva, sono solidissimi in termini di risparmio delle famiglie e altrettanto dal lato corporate. Abbiamo qualche elemento di sensibilità, legato a debito pubblico e alla crescita» ma, ribadisce il numero uno di Ca’ de Sass, «il nostro Paese si trova in ottima posizione per quanto riguarda i fondamentali. Lo spread può essere a 100-150 punti base, non quello che vediamo oggi».
«Basta parlare di ipotesi stagflazione, siamo realisti»
«Ma perché parlare di stagflazione? Non c’è – risponde Messina alle tante domande degli studenti – se tutti pensiamo a cosa succede se lo spread va a 500, se il governo Draghi cade, ma perché dobbiamo pensare a tutte queste cose? Cerchiamo di un avere approccio, non dico ottimista, ma realista». Il ceo di Intesa sottolinea più volte come sia «responsabilità dei governi accelerare sulla crescita dove serve, ma sempre con grande attenzione alle disuguaglianze». Certo se la Fed aumenterà la sua stretta monetaria «ci sarà una maggiore pressione sulla Bce ad accrescere i tassi di interesse, ma parliamo di una crescita che da tassi negativi sarà a livelli leggermente positivi e, in ogni caso, in termini reali rimarremo su tassi negativi. Io con questi livelli di incrementi credo che il Pese abbia tutte le possibilità per giocarsi una crescita importante anche nel 2022».
«Siamo al lavoro su Russia per ridurre esposizione»
Rispetto all’esposizione in Russia, conclude a margine dell’evento Messina, abbiamo «i giusti» accantonamenti e «stiamo lavorando per la soluzione migliore» per cui «nel prossimo trimestre vedremo cosa possiamo fare». Da questo punto di vista, «stiamo lavorando alla ricerca di una controparte però la maggior parte di loro sono sotto sanzioni, quindi è solo una possibilità teorica».
Knot: «Pronti ad agire per contrastare spread»
«Quando abbiamo deciso di avviare lo scorso dicembre il processo di normalizzazione, avevamo riconosciuto il rischio che ci sarebbe stata una trasmissione eterogenea della politica monetaria. Se ci fossero severe minacce alla trasmissione politica monetaria saremmo pronti a reagire» ha spiegato nel pomeriggio il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot. «La prima linea di difesa sarebbe usare la flessibilità nell’ambito dei reinvestimenti del Pepp e, se questo non bastasse, ricorreremmo a un nuovo strumento contro il rischio di frammentazione dell’eurozona. Oggi abbiamo deciso due cose: attivare la flessibilità nell’ambito del Pepp e abbiamo chiesto a comitati tecnici di accelerare il lavoro sulla creazione di un nuovo strumento per contrastare la frammentazione. Se i reinvestimenti non dovessero bastare, state tranquilli che saremmo pronti ad agire».
Cartia d'Asero: «Donne a.d. ancora poche, serve coraggio»
In Italia si registra «ancora il 37% delle donne nei board» e nonostante «l’intesa tra Parlamento e Consiglio europeo di prorogare l’impegno a salire al 40% entro 2026, ricordo che sono solo il 3% le donne nel ruolo di ceo in Italia, sono in tutto 16 donne, e solo il 7% in Europa, una percentuale troppo piccola per essere soddisfatti» ha poi spiegato l’amministratore delegato de Il Sole 24 Ore, Mirja Cartia d'Asero, nel corso del convegno “Il valore della diversity nel mondo della finanza” che ha chiuso la seconda giornata di “Young Factor”. L’obiettivo di colmare il gender gap nelle aziende «non è solo una moda o un’aspirazione ma anche un interesse, perché le aziende quotate, che hanno donne in ruoli apicali, di fatto hanno una crescita del 3% in più rispetto alle aziende che non hanno donne in ruoli apicali». L’a.d., affiancata sul palco dalla presidente di Borsa Italiana, Claudia Parzani, ha ribadito più volte la necessità e il «coraggio di cambiare». Rispetto al peso delle donne nella finanza, conclude Cartia d'Asero, «è un momento fortunato» e cita, tra le altre, Janet Yellen, Ursula von der Leyen, Christine Lagarde, «abbiamo tantissimi esempi che dimostrano che non c’è ruolo che non può essere ricoperto da una donna».
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