Meta e Tik Tok pronte al ricorso contro il Digital Markets Act dell’Ue
I due gruppi contestano il regolamento europeo sui mercati digitali, che ha avuto come target altri grandi gruppi: Google, Microsoft, Apple e Amazon
di Mo.D.
2' di lettura
Meta e Tik Tok faranno ricorso; Apple e Amazon stanno valkutando il da farsi; Microsoft e Google hanno deciso di adeguarsi. I big mondiali del mondo digitale si stanno muovendo in ordine sparso di fronte alle nuove regole dettate dal Digital Markets Act (Dma), il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali, che punta a combattere le pratiche di mercato sleali e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech.
Il ricorso di Meta
La Commissione europea ha fatto rientrare alcuni dei più popolari servizi digitali del gruppo Meta fra i prodotti core del gruppo, ossia fra i servizi principali. Cosa che comporta una serie di restrizioni a cui il gruppo di Mark Zuckerberg dovrebbe adeguarsi.
Ma Meta non ci sta e ha annunciato di essere pronta a fare ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue. Il proprietario di Facebook e Instagram ha intenzione, infatti, di procedere legalmente contro le nuove norme dell’Ue. Nel dettaglio contesterà che servizi come Marketplace e Messenger di Facebook vengano considerati “servizi gateway” in base alla nuova regolamentazione e già in precedenza aveva fatto sapere di aver chiesto «chiarimenti su specifici punti di legge». Meta non contesta l’idea di essere designato come gatekeeper, ma la società ritiene che la Commissione abbia “esagerato” nell’individuare in Marketplace e Messenger come servizi principali della piattaforma. Il colosso americano dei social media precisa, comunque, che il ricorso «non altera né sminuisce il nostro fermo impegno a rispettare la DMA e continueremo a lavorare in modo costruttivo con la Commissione europea per prepararci alla conformità».
Le rimostranze di Tik Tok
TikTok, invece, ha scritto in un post che ritiene interessante essere classificato come “gatekeeper” online dal Digital Markets Act. Etichettare TikTok come un gatekeeper, a loro avviso, mina l’obiettivo stesso del DMA, cioè quello di garantire una maggiore concorrenza sul digitale. Secondo la casamadre cinese del social media dei video, ByteDance, Tik Tok è proprio lo sfidante più capace contro l’egemonia delle Big Tech e porgli dei limiti vuol dire favorire i grandi colossi del mercato.
Il Digital Markets Act
Il Digital Markets Act entrerà in vigore entro marzo, con un elenco di cose permesse e non per le grandi società tecnologiche nell’obiettivo di offrire agli utenti più scelte. Le nuove regole prevedono, per altro, pesanti sanzioni se i gruppi digitali non si conformano alle normative.
Oltre a Meta e Tik Tok, anche Amazon, Apple, Google, Alphabet e Microsoft hanno ricevuto l’etichetta di gatekeeper0 in settembre, perché forniscono «servizi considerati principali fra quelli delle loro piattaforme» (come i browser Chrome e Safari, la messaggistica WhatsApp e Google Maps) che fungono da gateway tra aziende e consumatori. Per uscire dalla lista e quindi non avere limitazioni le Big Tech devono fare ricorso. Ma i tempi sono stretti, perché in caso contrario devono conformarsi entro il 6 marzo del prossimo anno alla nuova serie di requisiti, obblighi e divieti introdotti dal Dma.
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