Auto, quanto avanza la Cina in Occidente? In Europa 1,5%. Il fenomeno è MG
Quota al 2% in Italia, simile a Francia e Germania, mentre la diffusione delle auto elettriche in Norvegia spinge le immatricolazioni made in China
di Alberto Annicchiarico
3' di lettura
L’invasione cinese è già in corso in Russia, dove – complice la guerra – l’industria automobilistica del Dragone si è presa il 49% del mercato. Un caso meno anomalo e più interessante è Israele, dove due big cinesi hanno conquistato il 10% del mercato: nel primo trimestre il colosso Byd (che ha un tasso di crescita marziano, visto che da 1,8 milioni di ibride più elettriche pure vendute nel 2022 punta a 3 milioni quest’anno) ha immatricolato quasi 6mila unità, prendendosi la leadership delle auto elettriche e il quinto posto assoluto. Tra le prime dieci marche in Israele anche Chery, con oltre 4mila vetture e il 4,4%.
In Europa, secondo l’associazione dei costruttori (Acea), i brand cinesi hanno toccato nel primo semestre l’1,5% delle immatricolazioni, per il centro di ricerche Jato Dynamics 1,57% è stata la quota nel 2022 contro lo 0,67% un anno prima. Molto dipende da che cosa si ritiene cinese. Ad esempio, il fenomeno DR Automobiles (2% del mercato nazionale) è italiano, ma anche cinese per via delle partnership con Chery, Jac e da luglio, in esclusiva per l’Europa, Baic (che collabora con Hyundai e Mercedes). Sono numeri da ritenere cinesi anche quelli di Lynk&Co e Polestar, progettate in Svezia (Volvo) ma di proprietà del gruppo cinese Geely e costruite in Cina? È sicuramente cinese il fenomeno MG (salita di cinque posizioni in Europa nei primi sei mesi del 2023, al posto numero 20, +128% con 104mila immatricolazioni). MG è un glorioso brand britannico dal 2007 di proprietà di Saic, una delle big five del Dragone, e sta vivendo un vero e proprio boom.
Va ricordato che in Europa, in un mercato che quest’anno cresce del 17,9%, dominano ancora Volkswagen (1,4 milioni di immatricolazioni e +24% anno su anno, un quarto del totale) e nell’elettrico Tesla (137mila, +165% e 2,5% del totale). In Norvegia, dove le elettriche rappresentano oltre l’80% delle nuove immatricolazioni (mercato comunque piccolo, da 200mila auto all’anno), Tesla grazie alla Model Y è prima incontrastata nel primo semestre, con un quarto del market share. Il plotone cinese guidato da MG (seguono Byd, Nio, XPeng, Maxus e Faw con il suv di lusso da 100mila euro Hongqi E-HS9) vale il 4%, secondo i dati raccolti da Marklines, servizio di informazioni sull’industria dell’automobile quotato a Tokyo.
Guardando all’Italia i dati Anfia confermano il boom di MG (1,7% del mercato con 14.223 vetture vendute nel semestre contro le 7.300 di tutto il 2022), Lynk&Co tocca quota 3.160, Polestar si attesta a 559 e a seguire – con poche unità ciascuno – brand come Aiways, Dongfeng, Seres. Nei principali mercati continentali le quote dei costruttori cinesi sono analoghe: Germania 1,18%, Olanda 2,33%, Francia 1,75%, Spagna 2,86%, sempre in base ai dati raccolti da Marklines.
E adesso? Per cominciare l’annunciato tsunami cinese in Europa è pronto a dare un avviso all’imminente Salone di Monaco (IAA Mobility, 5-10 settembre). Perché insieme a Nio, Xpeng e le altre, la big assoluta Byd (salita a luglio al 37,2% del mercato interno delle auto elettriche contro l’8,7% della seconda, Tesla) soltanto da metà 2022 ha ampliato il suo raggio d’azione all’Europa del Nord. In Svezia con il suv Atto 3 si è già presa la leadership il mese scorso, davati a Tesla Model Y. Il colosso di Shenzhen, quinto al mondo per capitalizzazione (recente il sorpasso della sorpresa vietnamita Vinfast), ha testato da fine 2021 la Norvegia. Da marzo scorso il via in Spagna, mentre da fine luglio è anche in Italia con 5 showroom e i modelli Han, Dolphin e Atto 3. Sono arrivati i primi ordini, per adesso nell’ordine di qualche decina.
Infine un’altra protagonista, Chery, nota per l’accordo di fornitura con l’italiana DR, proprio nel nostro Paese ha debuttato in marzo con il suv Omoda 5. La casa di Wuhu prevede di aprire 50 showroom nel Regno Unito l’anno prossimo, raddoppiando entro il 2025.
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