Metaversi, marketing e annunci: per capire investimenti e visori. Una breve guida
Mark Zuckerberg ha anticipato alcune delle novità di Project Cambria. Il metaverso comincia a prendere forma e senso. A partire dalle interfacce (e dagli investimenti).
di Luca Tremolada
4' di lettura
Il metaverso con tutto quello che ne consegue in termini di nuovi accessori, nuovi prodotti e nuove tecnologie è il fenomeno più annunciato della storia della tecnologia. Ogni giorno almeno due o tre aziende investono o dicono di investire in Nft, isole virtuali e quadrati digitali. Ogni settimana video, fotografie e rumors ci invitano ad abbracciare una interazione con il digitale che vuole essere nuova e migliore. Non è più solo un fatto di comunicazione, sicuramente lo è di marketing. Per questo l'unica regola da seguire è quella di “seguire” i soldi - gli investimenti - tenere d'occhio il Big tech e le mosse dei protagonisti.
Settimana scorsa nel corso di una vacanza breve in Italia Mark Zuckerberg ha incontrato (non con questo ordine temporale) il presidente del consiglio Mario Draghi, il ministro per la transizione digitale Vittorio Colao, John Elkann (Stellantis) e poi Leonardo Del Vecchio (EssilorLuxottica, Federico Marchetti (Yoox) Brunello Cucinelli, Lorenzo Bertelli (Prada) e il mondo della moda. Con il presidente di Essilor Luxottica due anni fa Zuckerberg ha lanciato i Ray-Ban Stories, occhiali che permettoono di fare foto, video e telefonate senza mani. Un dispositivo che si aggiunge ai suoi visori Meta Quest 2 e ad un ulteriore visore - nome in codice Project Cambria - che la società vuole lanciare nei primi mesi del 2023. Giovedì scorso Mark Zuckerberg ha anticipato alcune delle novità di questo caschetto durante l’utilizzo di The World Beyond, una esperienza di realtà mista sviluppata attraverso una piattaforma di apprendimento automatico chiamata Presence Platform. In pratica Zuck si è messo a giocare in una stanza con una creaturina blu digitale. A differenza dei visori della concorrenza, come gli HoloLens 2 di Microsoft e i Magic Leap 2, che hanno lenti trasparenti e inviano immagini olografiche davanti alla visuale dell’utente, Project Cambria è un visore tradizionale. La novità è una funzionalità migliore di “passthrough”, ossia di passaggio della visione dal 3D al mondo circostante, che utilizza videocamere montate sul dispositivo che sembrano di qualità maggiore rispetto ai concorrenti.
Tenere gli occhi puntati su queste interfacce può essere un esercizio utile per prevedere come si sta modellando questo business. Molto dipenderà dalla capacità del fondatore di Facebook di convincere investitori, inserzionisti e avatar (cioè noi) a vivere, lavorare e fare shopping dentro il suo nuovo parco dei divertimenti. E dalla velocità dei suoi laboratori di mettere a terre le tecnologie che Zuck ha in testa.
Naturalmente quello di Meta non è l’unico laboratorio attivo. Google, per esempio, in tempi non sospetti ha lavorato con Cardboard su una vesione low cost della realtà virtuale. Alcuni giorni fa ha ufficializzato l'acquisizone di Raxium, un innovatore nelle tecnologie di visualizzazione MicroLed a pannello singolo.
Google, per esempio, in tempi non sospetti ha lavorato con Cardboard su una vesione low cost della realtà virtuale. Alcuni giorni fa ha ufficializzato l'acquisizone di Raxium, un innovatore nelle tecnologie di visualizzazione MicroLed a pannello singolo.
Il team di Raxium ha trascorso cinque anni nel creare display ad alta risoluzione miniaturizzati, economici ed efficienti dal punto di vista energetico, che gettano le basi per le future tecnologie di visualizzazione. La startup produce display “ultracompatti, a bassa potenza, ad alta risoluzione”, da poter utilizzare in una larga gamma di dispositivi, in modo particolare quelli indossabili. Siamo dalle parti della realtà aumentata, quindi ad ogni modo gli occhialini di nuova generazione di Big G sono attesti per il 2024. Un ritorno al virtuale potrebbe essere invece quello di Samsung che dopo avere lanciato nel 2014 Samsung Gear VR un caschetto economico e furbissimo che usava i proprio smartphone come visori per la realtà virtuale sembrerebbe al lavoro su qualcosa di più complesso. Secondo indiscrezione ci sarebbe una task force al lavoro sotto la guida del vice presidente Han Jong-hee per lanciare un nuovo visore dal nome Galaxy e addirittura un intero metaverso made in Samsung.
E infine c'è Apple che nell'ultimo decennio se escludiamo gli smartswatch non ha brillato per coraggio nello sperimentare nuovi prodotti. Sul tavolo di Tim Cook ci sarebbe anche la realtà virtuale. Recentemente, ha scoperto il sito Patently, ha registrato un paio di brevetti negli Stati Uniti. Il primo permette ad un dispositivo di montare una finitura a specchio per le lenti, così da passare dalla visione di contenuti tridimensionali a quelli dell’ambiente fisico circostante
Come scoperto dal sito Patently Apple, Apple ha ricevuto la licenza per un primo brevetto che permette ad un dispositivo di montare una finitura a specchio per le lenti, così da passare dalla visione di contenuti tridimensionali a quelli dell’ambiente fisico circostante. Il secondo documento si riferisce invece al supporto, per un apparecchio con schermi digitali, alla ricarica wireless. Il metodo permetterebbe agli eventuali visori di essere alimentati tramite una base e senza l’ausilio di cavetti, in manierai simile a quanto accade oggi con i caricatori per smartphone e smartwatch, che sfruttano la tecnologia senza fili per passare l’energia tramite l’aggancio su una basetta. A fine febbraio i “Glass” – potrebbero anche chiamarsi così - sembrava che fossero tornati in laboratorio per problemi di surriscaldamento. C'è chi sostiene che il lancio ci sarà entro il 2023, magari con un primo assaggio del sistema operativo rOs (”Reality Os”) già alla conferenza per sviluppatori di giugno, la Worldwide Developer Conference.
Come si vede, vederci chiaro non è banale. Anche mettendo da parte il marketing e gli annunci di chi con o senza Nft vuole essere in prima fila di questa grande e annunciatissima rivuoluzone. Non serve però indossare occhiali per realtà aumentata (virtuale) per intuire come le nostre video sono scandite dai momenti in chi alziamo lo sgardo da uno schermo a quelli in cui siamo là dentro, oltre lo specchio. Progettare terre di mezzo, dispositivi di accesso che rendono il digitale una esperienza portatile e meno distraente sembra più che un pensiero automatico una conseguenza logica di quello che abbiamo sperimentato in questi due anni di pandemia. Al tempo stesso sono ormai mature le tecnologie per studiare realtà virtuali che estendono la nostra capacità di lavorare e divertirci senza essere una fotocopia brutta del reale. Un punto di partenza per intuire quello che accadrà passa sicuramente dai dispositivi. Saranno loro a indicarci come sarà il metaverso. Quello vero.
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