MfE all’Antitrust austriaco: «Su ProSieben abbiamo il controllo de facto»
Il gruppo italiano guarda al dossier della Tv bavarese con occhio molto attento, ma un blitz è al momento ritenuto improbabile
di Andrea Biondi
2' di lettura
Una mossa che viene descritta come un atto dovuto, discendente dalla normativa in Austria dove Prosiebensat, la Tv bavarese di cui Mfe detiene il 29,9% opera oltre che in Germania e in Svizzera. Tutto questo perché la holding del gruppo Mediaset può controllare la maggioranza dei diritti di voto in assemblea, dove l’affluenza è in genere compresa tra il 53 e il 56 per cento.
Sta di fatto che il 13 dicembre, come rilevato nelle scorse ore da Reuters, l’ex Mediaset ha comunicato all’Antitrust austriaco di aver ottenuto il controllo de facto di Prosieben. La dichiarazione un certo effetto lo fa, in Italia come in terra tedesca dove comunque una incursione con offerta pubblica d’acquisto da parte del gruppo di Cologno è considerata improbabile perché temeraria con la mancanza di adeguati appoggi politici. Un blitz, insomma, è un’eventualità «politicamente impossibile» ha chiosato il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Espansione crossborder
Ma il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha fatto capire in più occasioni di guardare al dossier della Tv bavarese con occhio molto attento. E considerandola un tassello per la sua strategia di espansione crossborder con cui il gruppo controllato da Fininvest ha detto di voler affrontare la sfida che le piattaforme del video on demand e i colossi del web stanno portando ai broadcaster tradizionali.
Certo, la priorità ora è la Spagna dove anche con l’arrivo di Alessandro Salem come ceo e Massimo Musolino come altro ad per la parte gestionale e di Stefano Sala, ad Publitalia e consigliere Mfe, a guidare anche Publiespaña, tutto si sta allineando prima dell’ultimo step, con la fusione per incorporazione di Mediaset España che dovrebbe completare il lavoro iniziato dall’Opas. A gennaio scadranno i sei mesi necessari dalla fine dell’Opas per far partire la procedura.
Ricaduta positiva in Borsa
Quanto a Prosiebensat, il gruppo di Unterföhring ha registrato l’uscita, improvvisa, del ceo Rainer Beaujean che con la stessa Mediaset non aveva rapporti idilliaci. «Spero che la nuova strategia sia diversa da quella passata e che il nuovo ad (Bert Habets, ndr) che viene dal comparto televisivo e quindi parla la nostra lingua, se ne renda conto», ha detto il cfo di Mfe Marco Giordani nel corso della conference call con gli analisti per commentare i dati dei primi nove mesi del 2022. Stoccata secca.
Gli occhi a questo punto sono rivolti quantomeno al rinnovo di tre componenti del Supervisory board in primavera. Difficile pensare che Mediaset non voglia dire la sua. E anche se di Opa non si parla, dalle parti di Cologno gli scenari si studiano tutti, compreso tutti quelli per i quali c’è la consapevolezza che, nel caso, è difficile non pensare a fare sponda su protagonisti del mercato tedesco. Il nome Berlusconi, pensando all’ex premier, è riportato sempre quando si parla di Mediaforeurope. Ieri in Borsa le azioni Mfe A sono cresciute dell’1,48% a 0,357 euro e quelle B (con 10 diritti di voto) del 3,45% a 0,54 euro.
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