M&G guarda all’immobiliare in Italia partendo dagli studentati
Secondo Marcus Eilers, l’head of European Residential del gestore internazionale, il potenziale nel nostro Paese è ampio, ma frammentato tra città. La strategia è attendista in vista di un calo dei valori. Le ultime due acquisizioni, a Berlino e Lisbona
di Laura Cavestri
I punti chiave
3' di lettura
«In Italia, il mercato del’affitto non è vissuto come una scelta, ma come una necessità. L’obiettivo resta sempre quello di comprare casa. Sa quando prenderà piede anche in Italia il multifamily, un mercato della locazione moderna, con case confortevoli ma accessibili, servizi e gestione professionale? Quando sul mercato ci saranno abbastanza ex studenti che hanno vissuto negli studentati e che, da giovani lavoratori o costruendosi una famiglia, vorranno replicare i pregi di un modello abitativo che hanno potuto conoscere».
È un mercato residenziale «potenzialmente significativo ma ancora troppo ancorato alla tradizione e che richiede pazienza» quello del residenziale in Italia secondo Marcus Eilers, head of European Residential di M&G, di passaggio in Italia e che, in questi giorni, ha chiuso altre due importanti acquisizioni per un totale di 70 milioni di euro.
Il primo è un edificio residenziale già costruito e acquistato per 36,5 milioni in un deal off market di 7 piani e 67 appartamenti di alta qualità (di cui 48 affittati a prezzi di mercato e 19 a canone agevolato). A Lisbona è stato acquisito lo sviluppo di una residenza per studenti appositamente progettata per 34,7 milioni. È un progetto che prevede 333 posti letto in posizione strategica per l’università di ingegneria più prestigiosa del Portogallo.
Il nuovo Fondo
A gennaio, la società londinese ha lanciato il fondo M&G European Living Property, facendo seguito all’esperienza acquisita con UK Living, fondo con focus sul settore abitativo in Regno Unito e con un valore di 1,5 miliardi di euro.
Il nuovo Fondo europeo, invece, – che si rivolge agli investitori istituzionali e investe nel settore residenziale europeo, in particolare in studentati, abitazioni unifamiliari, plurifamiliari e residenze per anziani – prevede un investimento del valore di 600 milioni di euro da parte del cliente di M&G MN, amministratore pensionistico e gestore patrimoniale per fondi pensione in Olanda, mentre 178 milioni di euro provengono da un client fund interno a M&G.
A Marcus Eilers, head of European Residential, dagli uffici di M&G a Francoforte, il compito di guidare l’espansione nel settore abitativo europeo. Il Fondo ha già acquistato serviced apartments per 75 milioni di euro in Finlandia, residenze in affitto per 99,5 milioni di euro in Irlanda e, ad agosto, uno sviluppo residenziale per 98 milioni in Spagna, a Bilbao.
Il mercato italiano
«Il mercato immobiliare italiano non è un mercato nazionale. È un mercato di città. Così lo vediamo noi operatori internazionali. Milano, certo. Ma non solo. Anche Roma, Bologna, Firenze e Torino».
Tuttavia, è un mercato in cui «i nuovi trend del residenziale lo student housing, il multifamily (che in Italia si chiama build to rent, ovvero il residenziale in locazione gestito da operatori professionali) sono ancora in fase embrionale, come in Spagna e Portogallo».
In questi mercati, spiega Eilers, «bisogna partire dagli studentati. È nella prima esperienza fuori dalla famiglia che si conosce un nuovo modo di abitare, che valorizza qualità, sicurezza e servizi, e si pongono le basi per comprendere che esiste una casa per ogni fase della vita. Nelle grandi città c’è già una domanda parzialmente insoddisfatta».
In Italia il fondo non ha ancora investito. «Siamo anche noi in una fase attendista – spiega Eilers – perché i prezzi non sono calati abbastanza da assicurare dividendi del 3% mentre il rendimento atteso del fondo deve per noi attestarsi tra il 5-7% sul living di fascia alta (prime). Vediamo opportunità. Ma, ad esempio, in Germania, i prezzi dei terreni sono scesi significativamente, a differenza dell’Italia».
Tuttavia, ha concluso Eilers, «a frenare l’investimento in Italia è anche una certa imprevedibilità delle norme, che crea incertezza, e dei tempi, che non consentono di avere un orizzonte sulla chiusura del cantiere».
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