ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa testimonianza da Londra

«Mi hanno cancellato il volo». Un giorno di ordinario caos all’aeroporto di Gatwick

Migliaia le cancellazioni di voli in Europa ogni giorno, causa carenza di personale e troppi biglietti venduti per l’estate 2022. Ecco il racconto di cosa succede in uno degli scali più a rischio

di Marco lo Conte

Voli aerei a rischio: cosa fare per tutelarsi?

6' di lettura

“Te la sei chiamata!”. Sullo smartphone arriva il messaggio dell'amico che così commenta il ritardo del mio volo. Magari fosse solo un problema di scaramanzia! Sono migliaia i voli cancellati in Europa ogni giorno dalle compagnie aeree da mesi in qua. Troppi biglietti venduti e pochi equipaggi (e aerei) disponibili. La domanda è banale ma efficace: non ci potevano pensare prima? Non potevano organizzarsi per tempo? Se la rivolgono le decine di passeggeri che aspettano aggiornamenti sul proprio volo. Aeroporto di Gatwick, Londra, un pomeriggio di ordinario caos sui voli. Le indicazioni che appaiono sui tabelloni sono inquietanti: circa la metà dei voli è “delayed”, partiranno in ritardo. Quanto in ritardo? Chissà. L'importante è partire. Speriamo.

In queste ore di attesa e di incertezza penso che, forse davvero, me la sono chiamata. O forse, visto che non credo alla scaramanzia ma nella previdenza e nella prevenzione, mi sono semplicemente informato sui miei diritti nel caso dovesse accadere un ritardo o una cancellazione. Il che purtroppo non basta, visto il caos dei voli nell'epoca post-Covid. D'altronde a Gatwick sono in buona compagnia: davanti ai cartelloni, seduti nelle centinaia di poltrone, intorno ai tavoli dei numerosi ristoranti aperti nell'aeroporto o in coda per entrarvi, ci sono migliaia di passeggeri che attendono di partire per le vacanze. C'è anche qualcuno in suit da ufficio con tanto di cravatta, a sfidare un caldo mediterraneo cui gli inglesi non sono per nulla abituati e se ne lamentano in continuazione (dopo essersi lamentati del freddo fino a una settimana fa).

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Prima regola: l’informazione

E allora, visto che sono abituato a gestire i rischi, vado al banco informazioni per chiedere cosa succede se un volo viene ritardato oltre le tre ore o addirittura cancellato, che tipo di rimborsi ci sono e da chi dovrei andare. Mi risponde una signora dal trucco molto curato, la quale sorridendo per questa mia preoccupazione (sarà scaramantica anche lei?) mi dice di stare tranquillo e che tutte le informazioni sono sui tabelloni; preciso che le sto parlando dei diritti dei consumatori e dei risarcimenti previsti. Il suo sorriso di compatimento ha una nonchalance che non ammette repliche. Mi viene in mente la influencer dei voli Ambra Garavaglia, deskista all’aeroporto di Malpensa che su Twitter racconta le disavventure cui assiste al check-in e che conclude tutti i suoi post con uno sconsolato: “……Ok”.

Oltre la metà dei voli in partenza è in ritardo

Ovviamente è in ritardo anche il mio volo: la partenza è prevista alle 19:05 e l'annuncio di informazioni era prevista alle 18,30, che diventano le 19:30. Cosa fare in un aeroporto per ingannare l'attesa se non mangiare o fare acquisti? Alle 17 il ristorante principale è praticamente pieno e una lunga coda mi scoraggia dall'entrare. Ripiego su un panino. Leggo. Scopro che Heathrow, l'altro aeroporto londinese il più importante d'Europa, ha chiesto alle compagnie aeree di non vendere più biglietti per l'estate: lo scalo è in grado di gestire 100mila transiti al giorno ma ha toccato in questi giorni punte di 125mila e non ce la fanno. Il personale licenziato durante la pandemia è stato riassunto solo in parte, nell'incertezza sulla ripresa post Covid. Che invece è stata robusta in questi ultimi mesi, tanto da generare un eccesso di domanda contro una riduzione dell'offerta. E qui torna ad aleggiare la domanda: non ci potevano pensare prima?

La materializzazione del fantasma

Da un ritardo a un altro, la partenza viene spostata alle 20,30 e poi alle 21,45. Incrocio lo sguardo preoccupato di un altro passeggero diretto come me a Napoli. Ciò che mi dice suona come una sentenza: “L'aeroporto di Capodichino è internazionale ma è uno scalo cittadino, di notte gli aerei non atterrano né partono, quindi qui rischiamo davvero di restare a terra”. Verifico sul sito dell'aeroporto: salvo eccezioni, lo scalo chiude alle 22,30 e riapre poco prima delle 5 del mattino. Uno dopo l'altro gli altri voli partono. Dunque, nessun problema operativo qui a Gatwick. Chi gestisce questo scalo saprà bene che lo scalo di arrivo a una certa ora chiude quindi è il caso di affrettarsi. No? Restano solo due voli in forte ritardo, il mio per Napoli e quello con destinazione Inverness. Il fantasma della cancellazione del volo si materializza pian piano sui tabelloni.

Le carenze di comunicazione

Ciò che segue è una raffica di eventi concitati e convulsi, mentre Gatwick si svuota pian piano di passeggeri che raggiungono i loro aerei: sul tabellone i passeggeri del volo per Napoli sono invitati invito a recarsi al gate 53. Per una buona mezz'ora non si vede nessuno. Una volenterosa hostess di easyJet, la compagnia del nostro volo, passando lì per caso si ferma a dare qualche informazione, ma non ne ha nessuna titolarità e lo si spiega a chi inizia ad alzare la voce. Nel frattempo c'è chi nota che vengono scaricate delle valige dal velivolo vicino al nostro gate. “Sono le nostre!” dice una signora. Sarà vero? In totale assenza di informazioni la hostess, volenterosa per caso, ci invita a tornare nel salone principale al banco informazioni. Ritrovo la signora che ben truccata che mi rispondeva sorridendo. Ora è invece corrucciata di fronte a un centinaio di italiani che vedono manifestarsi la prospettiva di restare a terra a oltre 2mila chilometri di distanza da casa, dove contavano di tornare in serata.

La tensione sale. Con un walkie talkie cerca qualcuno con cui parlare. Sento che si lamenta per questi “aggressive people”. Dopo aver confabulato con qualcuno dall'altra parte della linea, alza la mano con il walkie talkie da cui una voce gracchiante – distinguibile solo da chi è lì davanti - dice che il volo è cancellato e che possiamo aspettare che easyJet ci trovi un nuovo volo direttamente oppure trovarcelo da soli e aspettare poi il rimborso. Del volo e del pernottamento, a prezzi ragionevoli.

Momenti di concitazione

C'è davvero poco di ragionevole nelle parole dei passeggeri. A me scappa un “I told you before!”. Un signore che mi sembra particolarmente smart alza la voce: “Non funziona così! Ci dovete dare dei moduli da compilare per il risarcimento! Questo è il sesto volo che mi cancellano in un mese e mezzo!”. Dal banco informazioni ci invitano a tornare nuovamente al gate 53 per ulteriori informazioni. Dove dopo un po' arriva un'altra donna che parla a nome dello scalo di Gatwick e viene presa tempestata di domande sempre più concitate dei passeggeri. Una donna tiene per mano il figlio disabile e chiede aiuto almeno per il ragazzo. “Tutte le informazioni per sono online”. Seguono frasi irripetibili, una donna inizia a registrare un video con lo smartphone. Poi si interrompe per proferire più agevolmente epiteti nei confronti della malcapitata. L'addetta dell'aeroporto riesce a fatica a farsi largo tra la folla e si allontana solo tenendo per mano il ragazzo disabile. Fine dell'assistenza ai viaggiatori.

Quel che segue è un momento di grande ansia. Mentre spiego le informazioni emerse in un recente videoforum del Sole 24 Ore, dedicato proprio al caos dei voli, si avvicinano diverse persone. Facciamo un gruppo su WhatsApp: “L'unione fa la forza, qui dobbiamo far valere i nostri diritti!” dice una donna. Il gruppo si chiama “Volo sfortunato” e ovviamente tocca a me organizzarlo.

Dall’unione all’ognun per sè

Poi qualcosa cambia. In pochi istanti ciascuno comprende che anche gli altri - tutti gli altri - sono alla ricerca di un altro volo direzione Napoli e che coloro con i quali si pensava di fare l'unione per la forza, in un baleno stanno diventando concorrenti all'acquisto dei biglietti a disposizione – pochi, si immagina – sui prossimi voli easyJet. Quali? Quello delle 5:55 del mattino dopo e 1830 del pomeriggio. Vado sull'app per scoprire che sono già esauriti. “Ma rimborsano anche voli di altre compagnie?”. “Certo!”. Si passa in pochi secondi da un'app all'altra alla ricerca del volo perduto, direzione casa.

Con la coda dell'occhio vedo il tipo smart che ha collezionato sei cancellazione in un mese e mezzo affrettarsi fuori da Gatwick. Capisco che non si può perdere tempo. Mi si avvicina una ragazza: “Senti, dicevi di come ottenere il rimborso, mi dai una mano? Sai, non parlo inglese?”. Mi viene in mente l’emoji con la faccina che alza gli occhi al cielo. Si avvicina una famiglia con due bambini piccoli “Vi state organizzando?”.

Caccia al volo e all’hotel

Il problema immediato è l'albergo: il centro di Londra è a 43 chilometri circa e se è quella la direzione occorre muoversi subito. “Io vado”, dice una ragazza, che a Londra vive. Proviamo con gli alberghi antistanti l'aeroporto di Gatwick. Tutti esauriti. Il concierge mi spiega in un inglese ben scandito (abituato a parlare a chi inglese non è): “Sapete, siamo pieni perché siamo stati presi d'assalto dalle molte persone che sono rimaste a terra a causa della cancellazione di tanti voli, qui a Gatwick”.

È allora, 5 minuti prima di mezzanotte che mi arriva un sms da easyJet: “Siamo davvero spiacenti ma sfortunatamente non siamo stati in grado di trovare una stanza d'hotel nella zona. Se hai bisogno di una stanza e sei in grado di trovarla da solo, tieni tutte le ricevute e ti rimborseremo le spese a un prezzo ragionevole, i pasti e costi di viaggio a e dal tuo hotel. Ancora: ci dispiace molto per l'interruzione dei tuoi piani di viaggio. Il servizio clienti di easyJet”.

Ok.

Riproduzione riservata ©
  • Marco lo Conteresponsabile social media editor

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: Inglese, francese, spagnolo

    Argomenti: social media, digital journalism, risparmio, previdenza, finanza comportamentale, educazione finanziaria

    Premi: Premio Federchimica "Per un futuro intelligente", 2001; Premio PrevAer 2019 per l’impegno a favore della cultura Previdenziale & Finanziaria

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