Miart 2021 chiude con successo sia di pubblico sia di vendita
Dopo un anno e mezzo di appuntamenti con l’arte cancellati o rimandati, l’evento milanese apre la ricca stagione autunnale internazionale con buoni risultati per gli artisti più storicizzati e gli emergenti
di Maria Adelaide Marchesoni
I punti chiave
6' di lettura
Si chiude miart – prima edizione a firma di Nicola Ricciardi – con un bilancio positivo di vendite e una ritrovata fiducia nel mercato dell'arte, anche se non è tutto rosa come appare, dato che la pandemia è ancora presente con la sua imprevedibile variante Delta. La formula degli ingressi contingentati, green pass e mascherine, insieme a una nuova architettura degli spazi ha messo tutti d'accordo e ha permesso di fruire in tranquillità le proposte dei galleristi.
Il risultato non era affatto scontato e alla vigilia i timori non erano mancati. A preoccupare l’affollarsi di diverse altre manifestazioni, fra cui l'Art WeekEnd di Zurigo e, da lunedì 20 settembre, la “rinviata” ArtBasel. L'appuntamento più importante con il mercato dell'arte presenta sicuramente più incognite per le problematiche legate alla pandemia e alle restrizioni che interessano soprattutto il pubblico internazionale. Ad avere maggiori probabilità di successo, in questo momento, sono le fiere di dimensioni più local e i galleristi presenti a miart, consapevoli di stare sperimentando un mercato molto più piccolo, non lo considerano necessariamente un elemento negativo, ma un'opportunità per lavorare meglio con i collezionisti “nostrani” anche se la presenza di qualche “straniero” in più sarebbe stata sicuramente più apprezzata.
I galleristi
Il direttore Nicola Ricciardi ha puntato sin dall'inizio sulla qualità dell'offerta artistica e, in accordo con Fiera Milano, non sono state concesse agevolazioni nella forma di prezzi calmierati o rateizzazioni per gli stand, cosa che ha fatto storcere il naso a più di un operatore. I galleristi non hanno disatteso le sue aspettative realizzando negli stand delle vere e proprie micro mostre, privilegiando la qualità di opere e artisti senza perdere di vista, trattandosi di una fiera, della dimensione commerciale, altrettanto cruciale, a maggior ragione in questo periodo. Molto curata anche la sezione Emergent che, tra l'altro, poteva vantare una maggior presenza internazionale di tutto rispetto favorita anche dalla condivisione degli spazi, come per i vincitori del premio LCA Studio Legale (del valore di 4mila euro) destinato alla migliore presentazione assegnato alle gallerie Hot Wheels Athens (Atene) e Fanta-MLN (Milano) che presentavano le opere di Anastasia Pavlou e Alessandro Agudio. Condivisione dello stand per Rodriguez Gallery di Poznan (Polonia) e l'italiana Una Galleria di Piacenza alla quale è stato assegnato il Premio Rotary Club Milano Brera per l'Arte Contemporanea e i Giovani Artisti per l’opera di Irene Fenara «Three Thousand Tigers», 2020 (arazzo lana e seta, 300 x 200 cm prezzo da 9.000 euro) che farà parte della collezione del Museo del Novecento. Sempre nella sezione da Vienna Vin-Vin presentava un solo show con pezzi unici dell'artista Lewis Stein (in vendita a 6.000 euro) che hanno interessato diversi collezionisti e, infine, lo stand della galleria Martina Simeti alla prima esperienza a miart con un'interessante installazione di Real Madrid (prezzi da 8.000 euro a seconda della dimensione), una pratica artistica iniziata nel 2015 a Ginevra che riappropriandosi del nome della squadra di calcio RM si etichetta come una merce contraffatta commerciabile. In stand l'opera di Davide Stucchi & Mattia Ruffolo «Clothes Anger», 2021 (prezzi da 2.500 euro), uno dei sei lavori entrati far parte della collezione della Fondazione Fiera Milano che anche quest'anno ha effettuato acquisti in fiera per 50mila euro.
Cortocircuito fiere
I galleristi intervistati da ArtEconomy24 hanno espresso molta consapevolezza che dopo il difficile periodo il mercato non possa crescere, al momento, ai ritmi del passato. Tuttavia le occasioni per recuperare in parte i guadagni persi non mancano. Il calendario da qui alla fine di novembre è molto fitto e gli operatori non rinunciano ai prossimi eventi. Solo in Italia ci saranno tre fiere dal 16 al 17 ottobre la 16ª edizione di ArtVerona con la direzione artistica di Stefano Raimondi, dal 5 al 7 novembre Artissima ultimo appuntamento diretto da Ilaria Bonacossa e Arte In Nuvola, la nuova fiera d'arte contemporanea di Roma, aprirà le porte dal 17 al 21 novembre 2021. Come se non bastasse, in mezzo a queste fiere “domestiche” per i galleristi italiani c'è la prospettiva di tre grandi eventi in Europa a poche settimane di distanza l’uno dall’altro: Frieze London e Frieze Masters torneranno a Regent’s Park dal 13 al 17 ottobre e Fiac a Parigi cade la settimana successiva e si presenta una “meta ideale” con un minor carico di limitazioni e una presenza molto nutrita di gallerie, alcune delle quali hanno scelto nei mesi passati Parigi quale sede per aprire nuovi spazi.
Alla domanda se in futuro parteciperanno a tante fiere come prima della pandemia, i galleristi hanno opinioni diverse. La necessità di continuare a fare le fiere è espressa dal gallerista svizzero Peter Kilchmann in quanto il business di una galleria non può funzionare senza la partecipazione ai vari appuntamenti in giro per il mondo anche se: <è una ripartenza al rallentatore, come era nell'aria>. Nello stand opere con un range di prezzo da 4.000 a 50.000 euro e la piazza di Milano è stata un test per tre nuovi artisti della galleria: Leiko Ikemura, Andriu Deplazes (i dipinti ad olio sui 4.000 euro, gli acquerelli viaggiano sui 2.000 euro) e Paul Mpagi Sepuya che hanno trovato l'interesse da parte dei collezionisti che hanno acquistato le loro opere. <Entusiasmo e qualche vendita, ma non è pensabile tornare ai livelli pre-pandemia e partecipare a tutte le fiere a qualche prossimo appuntamento con il mercato bisogna rinunciare> dichiara Francesca Minini che non sarà a Fiac e ad Artissima. Al miart ha presentato artisti già consolidati oltre ai lavori di Armando Andrade Tudela e Daniel Steegmann Mangrané, attualmente in esposizione in galleria (prezzi da 14.000 a 35.000 euro per le grandi installazioni) e un dipinto di una “probabile futura” new entry, la giovane Ludovica Anversa (prezzo 4.000 euro). P420 non si ferma e dopo aver partecipato online a The Armory Show ha in programma diversi prossimi appuntamenti a partire da ArtBasel nella sezione Feature con un solo show con l'artista Ana Lupas, Fiac e Artissima. <La fiera è andata molto bene, i collezionisti hanno voglia di comprare e tornare a frequentare le fiere, fondamentali per l'economia della galleria, ovviamente rappresentano un rischio per l'impresa, ma noi ci crediamo> dichiara Alessandro Pasotti. La galleria ha effettuato diverse vendite e, tra queste, anche a Milano si conferma l'apprezzamento di «Senza titolo» del 2021(acrilico, inchiostro, carta, fondi di caffè, gesso di Bologna su lino, 106 x 108,5 cm, a 6.000 + Iva) dell’artista Francis Offman presentato recentemente a The Armory Show e, prossimamente, in mostra al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. Per Galleria Continua l'ottimismo non manca, ma i risultati di questa ripresa vanno visti a fine novembre quando il loro ricco carnet di fiere sarà finito, anche se il test ad ArtBasel è molto importante. Per APalazzo Gallery l'avvio della fiera è stato lento, ma per ripartire è giusto così e sul fronte delle vendite l'interesse c'è stato solo per le opere di dimensioni più ridotte. Schiavo-Zoppelli che presentava la ricerca artistica di Andrea Sala (venduta una sua opera con range di prezzo da 5-15.000 euro) in dialogo con un dipinto di Svenja Deininger. protagonista lo scorso anno della mostra «Two Thoughts» alla Collezione Maramotti.
I collezionisti
La maggior parte degli collezionisti intervistati ha espresso pareri molto positivi sulla fiera, mentre un po' di perplessità sono emerse dal colloquio con Marco Chigi, farmacista bolognese e presidente dell'associazione per l'arte Kappa Noun, che ha ritrovato una fiera: <con una selezione di gallerie che hanno poca voglia di fare ricerca e una sostanziale stabilità nelle proposte più storicizzate. Mi auguro – prosegue Chigi – che il nuovo direttore possa nel 2022 proporre un'edizione più interessante> conclude il collezionista che, tuttavia. ha apprezzato molto lo stand “molto coraggioso” minimal di ZERO… (Milano) equamente dedicato al lavoro di due talenti italiani appartenenti a generazioni tra loro consecutive: Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) e Riccardo Benassi (Cremona, 1982) che ha catturato l'interesse di diversi collezionisti. Entusiasmo da Paolo Ziotti e Andrea Lesina che hanno messo a segno alcuni acquisti e, tra questi, un'opera di Ugo La Pietra presentata dallo Studio Dabbeni nella sezione Decades, curata da Alberto Salvadori. Infine, interessante scoprire le scelte che i collezionisti Claudio e Maria Grazia Palmigiano hanno scoperto dopo un confronto con la figlia Francesca nuovi artisti, e nuove modalità di fare arte. Il risultato di questa nuova esperienza dei coniugi Palmigiano sono stati due acquisti: «Landscape 37.4864438,15.042382», 2019, un olio su tela di Domenico Antonio Mancini (Napoli 1980), monocromo bianco su cui campeggia la trascrizione di alcuni indirizzi internet, serie alfanumeriche che corrispondono alle immagini digitali (street view) del sito Google Maps di alcuni luoghi della città significativi per la vita dell'artista ma che, allo stesso tempo, sono luoghi strategici per comprendere la storia e lo sviluppo urbanistico della città contemporanea (da Lia Rumma a partire dal 6mila euro).L'altra opera è della giovane Rebecca Moccia (Napoli 1992) dal titolo «Coraggio», 2017, una fotografia in edizione di 15+1AP che ritrae la parola scritta a caratteri cubitali sul tetto di una struttura abbandonata di Piazza Piemonte, a Milano. Realizzata nel 2017, l'opera è quanto più attuale in questo momento (da Mazzoleni a partire da 2.000 euro).
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