Fiera

Miart, niente sconti, si punta sulla qualità

La prima edizione di Nicola Ricciardi si svolgerà dal 17 al 19 settembre con la partecipazione di 142 gallerie

di Silvia Anna Barrilà

3' di lettura

Mancano 100 giorni alla fiera per l'arte moderna e contemporanea di Milano Miart e il nuovo direttore Nicola Ricciardi ha annunciato le gallerie che parteciperanno alla 25ª edizione, in programma dal 17 al 19 settembre. Saranno 142, un numero inferiore rispetto al 2019 (circa 170), ma comunque soddisfacente per gli organizzatori, considerate le difficoltà dei tempi attuali negli spostamenti internazionali e nei trasporti d'arte, divenuti molto più dispendiosi. “Sarebbe stato semplice aumentare il numero delle gallerie – ha affermato Ricciardi durante l’incontro con la stampa –, ma abbiamo preferito mantenere alta la qualità dell'offerta”. Per lo stesso motivo la fiera ha deciso di non concedere sconti alle gallerie sulle quote di partecipazione. “La qualità ha un costo” ha spiegato il direttore, “se avessimo abbassato la spesa per le gallerie, avremmo dovuto tagliare da altre parti. Il mio scopo è quello di sostenere il lavoro importante che fanno le gallerie, che ho imparato ad apprezzare anche in passato nelle vesti di curatore di un'istituzione, e far sì che abbiano un ritorno economico in questo momento in cui partecipare ad una fiera non è scontato come lo era un tempo”. Per convincere le gallerie a partecipare, Ricciardi ha svolto un lavoro di ricostruzione della fiducia contattando le gallerie una per una. “Oggi sono ottimista – ha detto –, fino a due mesi fa non si sapeva se avremmo fatto la fiera”.

Collezionisti e gallerie internazionali

Anche la risposta dei collezionisti è stata positiva: in molti hanno già confermato la loro presenza, benché sarà difficile arrivare alle presenze degli anni passati, quando si contavano circa 11.000 tra collezionisti e curatori. Alle gallerie internazionali è stata offerta la possibilità di allestire stand “fantasma”, cioè senza la presenza del gallerista stesso, oppure stand collettivi, ma non è stata tanto molto utilizzata. Una delle difficoltà maggiori per le gallerie è certamente il calendario fitto di settembre, poiché tutti gli eventi del primo semestre dell'anno sono stati rimandati al secondo. Il fine settimana di Miart è quello immediatamente precedente ad Art Basel, in cui i galleristi vanno ad allestire gli stand, e coincide con il Gallery Weekend di Berlino e di Zurigo.

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La lista: chi c’è e chi non c’è

Nonostante ciò, circa un terzo dei partecipanti della lista è costituito da gallerie internazionali, provenienti da 20 paesi. C'è anche una galleria dal Sudafrica, Smac, due nuove gallerie dal Belgio, Edouard Simoens Gallery e QG Gallery, entrambe da Knokke, Charim Galerie da Vienna. Un ritorno è quello di Franco Noero, che presenterà un ampio progetto di Lara Favaretto nell'ultimo decennio della sezione Decades, che per questa edizione arriverà fino agli anni 2010. Ma, oltre alle rinunce da parte delle gallerie straniere, ce ne sono anche tante italiane. Per esempio, mancano galleristi milanesi come Massimo De Carlo e Giò Marconi, ma anche altri come Alfonso Artiaco, SpazioA, Magazzino, Gallleriapiù, Galleria Dello Scudo, Tiziana Di Caro, Ex Elettrofonica.

Confermate le sezioni curate: oltre a Decades, ci saranno le Emergenti, curate da Attilia Fattori Franchini che ha raccolto 24 gallerie da 12 paesi; e i dialoghi di Generations, seppure in versione ridotta con sole quattro gallerie (tra queste, Nilufar, che non c'era nel 2019 e propone un dialogo tra le sedute di Giò Ponti e di Martino Gamber). Altre anticipazioni sono: il dialogo tra Andrea Sala e Svenja Deininger da Schiavo Zoppelli e il solo show del pittore torinese Sandro de Alexandris da 10 am Gallery.

Fiera fisica e online

In generale, la pittura continuerà a destare particolare attenzione. Sarà una fiera ibrida, quindi con la compenetrazione di fiera fisica e online, ma i dettagli delle iniziative digitali non sono stati ancora annunciati, saranno comunicati in una conferenza stampa insieme al Comune di Milano, in cui si parlerà anche degli eventi della Art Week. Rispetto alle passate edizioni è cambiato lo studio grafico che si occupa dell'immagine coordinata, che è ora curata da Studio Folder. A differenza delle immagini audaci del passato, figurative e colorate, la grafica di quest'anno è legato alla parola, riprendendo il tema di questa edizione, la poesia. Per questa seconda fase di preparazione della fiera il direttore ha scelto di citare un verso di Moira Egan, poetessa americana di base a Roma: “Blossoming of Trust”, il fiorire della fiducia delle gallerie nei confronti dell'istituzione della fiera, che il Covid ha messo a nudo in tutta la sua fragilità.

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