Michael Steinhardt consegna 180 antichità rubate per 70 milioni di dollari
Uno dei più grandi collezionisti di arte antica ha il divieto dalla procura distrettuale di New York di comprare opere nel resto della sua vita. I pezzi contrabbandati illegalmente da 11 paesi
di Marilena Pirrelli
I punti chiave
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Consegnate 180 antichità rubate del valore di 70 milioni di dollari. Il procuratore distrettuale di Manhattan Cy Vance Jr., ha annunciato che Michael Steinhardt, uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo, ha consegnato i manufatti antichi rubati con il divieto a vita, unico nel suo genere, di acquisire antichità. È la risoluzione di un’indagine penale pluriennale, iniziata nel febbraio 2017, e multinazionale sulla condotta criminale del collezionista, in possesso di pezzi sequestrati, saccheggiati e contrabbandati illegalmente fuori da 11 paesi da ben 12 reti criminali di trafficati. Nessuna opera aveva una provenienza verificabile prima di apparire sul mercato internazionale dell’arte, secondo lo Statement of Facts che riassume l’indagine. L’uomo d’affari americano, gestore di hedge fund e filantropo – nel 1967 ha fondato l’hedge fund Steinhardt Partners - con sua moglie Judy colleziona da tempo e si stima che la famiglia abbia speso più di 200 milioni di £ nel corso degli anni per l’arte.
La condotta illegale
“Per decenni Michael Steinhardt ha mostrato un appetito rapace per i manufatti saccheggiati senza preoccuparsi della legalità delle sue azioni, della legittimità dei pezzi che ha comprato e venduto o del grave danno culturale che ha causato in tutto il mondo”, ha affermato il procuratore distrettuale Vance, che si è avvalso internamente dell’Unità per il traffico di antichità, dei partner del’Homeland Security Investigations e delle autorità di polizia internazionali. “La sua ricerca di ’nuovi’ pezzi da mostrare e vendere non conosceva confini geografici o morali nel vasto mondo sotterraneo di trafficanti, criminali, riciclatori e razziatori di tombe su cui faceva affidamento per espandere la sua collezione”.
Prima dell’incriminazione e del processo a Steinhardt, la risoluzione consente così di restituire le antichità e sanare almeno in parte il danno causato al patrimonio culturale mondiale. “L’accordo infatti – prosegue il procuratore distrettuale – garantisce che 180 pezzi saranno restituiti rapidamente ai legittimi proprietari in 11 paesi, invece che essere tenuti come prova per gli anni necessari per completare l’atto d’accusa, il processo, la potenziale condanna e la sentenza del gran giurì. La risoluzione consente al mio Ufficio di proteggere l’identità dei numerosi testimoni qui e all’estero i cui nomi verrebbero resi noti in qualsiasi processo, per proteggere l’integrità delle indagini parallele in ciascuno degli 11 paesi con i quali stiamo conducendo indagini congiunte, e per evitare di sovraccaricare le nazioni con scarse risorse che sarebbero chiamate a fornire testimoni in qualsiasi gran giurì o processo”.
La collezione frutto del saccheggio nei periodi di guerra
“Steinhardt considerava questi preziosi manufatti come semplici merci, cose da collezionare e possedere. Non ha rispettato il fatto che questi tesori rappresentano l’eredità delle culture di tutto il mondo da cui sono stati saccheggiati, spesso durante periodi di conflitti e disordini” ha spiegato Ricky J. Patel, agente speciale dell’Homeland Security Investigations di New York.
Secondo i documenti depositati in tribunale, l’indagine penale ha stabilito che la Testa di toro multimilionaria, rubata al Libano durante la guerra civile libanese, Steinhardt l’ha acquisita e poi prestata al Metropolitan Museum of Art. Mesi dopo il sequestro del pezzo, l’ufficio del procuratore distrettuale ha annunciato la formazione della Antiquities Trafficking Unit, con il rimpatrio della Testa di toro e del Pastore con vitello, un marmo multimilionario della Repubblica libanese, sequestrata a Steinhardt nel dicembre 2017. In quel processo, l’ufficio del procuratore distrettuale ha scoperto che Steinhardt possedeva altre antichità saccheggiate nel suo appartamento e nel suo ufficio. Poco dopo ha avviato un’indagine penale sull’acquisizione, possesso e vendita di oltre 1.000 antichità detenute dal 1987, eseguendo 17 mandati di perquisizione collaborando con le autorità di contrasto in 11 paesi: Bulgaria, Egitto, Grecia, Iraq, Israele, Italia, Giordania, Libano, Libia, Siria e Turchia.
Sugli acquisti di Steinhardt, l’ufficio del procuratore distrettuale ha sviluppato prove convincenti che 180 manufatti sono stati rubati dal loro paese di origine. Oltre alla mancanza di provenienza, i pezzi esibivano numerosi altri indicatori probatori di saccheggio: 171 dei 180 oggetti d’antiquariato sequestrati sono risultati per la prima volta in mano a trafficanti di antichità, alcuni condannati per traffico di antichità, 101 erano sporchi (o non restaurati) nelle fotografie, 100 erano coperti di sporcizia o incrostazioni. Molte sono state oggetto di traffico a seguito di disordini civili o saccheggi.
Le restituzioni
Tra i pezzi ceduti nell’accordo: Il Rhyton a testa di cervo, raffigurante una testa di cervo finemente lavorata a forma di vaso cerimoniale per libagioni, acquistato dalla Merrin Gallery per 2,6 milioni $ nel novembre 1991. L’oggetto, che risale al 400 a.C., è apparso per la prima volta senza provenienza sul mercato internazionale dell’arte dopo il saccheggio dilagante a Milas, in Turchia. Nel marzo 1993, Steinhardt ha prestato lo Stag’s Head Rhyton al Met, dove è rimasto fino a quando l’ufficio del procuratore distrettuale lo ha sequestrato: oggi è valutato 3,5 milioni di dollari.
Il Larnax, un piccolo baule per resti umani proveniente dall’isola greca di Creta del 1400-1200 a.C., è stato acquistato dal trafficante di antichità Eugene Alexander tramite Fam Services con sede alle Seychelles per 575.000 $ nell’ottobre 2016, pagato tramite Satabank, istituto finanziario con sede a Malta sospeso per riciclaggio di denaro. Oggi, il Larnax ha un valore di 1 milione $.
Senza provenienza lecita anche l’affresco di Ercolano acquistato dal trafficante di antichità, già condannato, Robert Hecht e dal suo restauratore di antichità Harry Bürki per 650.000 $ nel novembre 1995. Dipinto un giovane Ercole che strangola un serpente inviato da Era per ucciderlo, l’affresco Ercolano risale al 50 d.C. e fu saccheggiato nel 1995 da una villa romana tra le rovine di Ercolano ed è emerso per la prima volta sul mercato internazionale il 10 novembre 1995: oggi ha un valore di 1 milione $.
La Gold Bowl saccheggiata da Nimrud, in Iraq, è stata acquistata da Svyatoslav Konkin senza alcuna provenienza per 150.000 $ nel luglio 2020. A partire dal 2015, oggetti provenienti da Nimrud sono stati oggetto di traffici illegali quando lo Stato Islamico in Iraq e nel Levante (ISIL) ha preso di mira il patrimonio culturale di Nimrud, Hatra e Khorsabad, saccheggiando oggetti antichi realizzati in oro o metalli preziosi. La Gold Bowl, che è realizzata in oro con un motivo floreale smerlato, è emersa per la prima volta sul mercato nell’ottobre 2019: oggi vale di 200.000 $.
Senza alcuna provenienza anche tre maschere mortuarie acquistate dal trafficante di antichità Gil Chaya per 400.000 dollari nell’ottobre 2007. Le maschere mortuarie (datate circa 6000-7000 a.C.) sono state realizzate in pietra e hanno avuto origine ai piedi delle montagne della Giudea, molto probabilmente nella Shephelah in Israele. Nelle fotografie recuperate dalle forze dell’ordine israeliane appaiono incrostate di terra e ricoperte di sporcizia. Oggi valgono 650.000 $.
I successi della Antiquities Trafficking Unit
L’Unità di traffico di antichità di Manhattan, la prima nel suo genere, ad oggi ha recuperato diverse migliaia di antichità rubate per un valore complessivo di oltre 200 milioni di dollari. Più di 1.500 di questi manufatti sono stati restituiti ai legittimi proprietari e rimpatriati nei paesi di origine, tra cui 717 oggetti a 14 nazioni dall’agosto 2020. Molte altre centinaia sono pronte per essere rimpatriate non appena i paesi interessati saranno in grado di riceverli, purtroppo la pandemia ha rallentato tutto. Ma più di mille devono essere trattenuti in attesa di procedimenti penali contro i trafficanti. Tra gli articoli già restituiti una coppia di statue di Buddha allo Sri Lanka; una stele calcarea egiziana risalente al 664 a.C.; 45 antichità risalente al II secolo al Pakistan; una bara d’oro rubata dall’Egitto all’indomani della rivoluzione egiziana nel 2011; un mosaico romano scavato dalle Navi di Nemi; un reperto etrusco trafugato dal sito della storica necropoli “Città dei Morti”; un frammento di sarcofago marmoreo; una scultura buddista rubata da uno scavo archeologico; una coppia di statue indiane del XII secolo; una raccolta di statue di bronzo del VIII secolo a. C. e una serie di antiche monete greche.
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