Microsoft, calcolatore di emissioni e tech più efficienti per data center
Il colosso di Redmond lancia un prodotto al servizio della sostenibilità delle aziende. Data center più green grazie liquid cooling e design
di Alessia Maccaferri
I punti chiave
6' di lettura
L’ambizioso obiettivo era stato annunciato da Satya Nadella all’inizio del 2020: diventare carbon negative, produrre acqua anziché consumarla e zero rifiuti entro il 2030. Ora Microsoft lancia nuovi strumenti per raggiungere il traguardo: la suite Microsoft Cloud for Sustainibility con il suo calcolatore di emissioni al servizio delle aziende, una nuova generazione di data center che utilizzano materiali a basso tasso di emissioni, un nuovo sistema di raffredamento “liquido” e un design più evoluto che consentirà di migliorare l’efficienza.
Carbon negative: cosa significa?
L’annuncio di Nadella l’anno scorso aveva suscitato entusiasmo e scetticismo al tempo stesso. La questione principale riguarda infatti la realistica possibilità di raggiungere, entro nove anni, l’obiettivo di essere carbon negative, ovvero non solo riuscire ad annullare gli impatti della propria attività (carbon neutral) ma intraprendere azioni affinché rimuova ulteriore anidride carbonica dall’atmosfera: in pratica Microsoft intende estrarre dall’ambiente più carbonio di quello che immette.E promette di farlo - entro il 2050 - anche conteggiando le emissioni storiche (dal 1975). Un obiettivo ambizioso considerato che i data center sono energivori: secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, sono responsabili per l'1% della domanda mondiale di energia. Così nel settembre scorso Lucas Joppa, Chief Environmental Officer in Microsoft, ha spiegato in un paper su Nature perché non basta più piantare alberi per compensare le emissioni ma che si rendono necessarie azioni più incisive come la rimozione della Co2 dall’atmosfera.
Calcolatore di emissioni
A poche settimane di distanza, la società presenta Microsoft Cloud for Sustainability, un prodotto Saas al servizio delle aziende. Innanzitutto permette di rappresentare l’impronta delle operazioni e della catena del valore di un’organizzazione. Ciò è possibile grazie al monitoraggio delle emissioni attraverso la connettività con le fonti e l’automazione. Inoltre consente di analizzare, visualizzare e segnalare il consumo di risorse, l’impatto ambientale e i progressi in termini di sostenibilità agli stakeholder, alle autorità di regolamentazione e al pubblico. Infine suggerisce alle imprese le azioni che dovrebbero essere intraprese per continuare a ridurre l’impronta di emissioni, migliorare i processi aziendali e apportare cambiamenti che durino nel tempo. «Non si tratta solo di apportare modifiche. Si tratta di utilizzare i dati continuamente per prendere decisioni proattive durante il percorso di sostenibilità di un’organizzazione» ha detto Kees Hertogh, general manager marketing dei prodotti del settore globale di Microsoft, alla presentazione alla stampa.
Data center più green
Il colosso di Redmond ha annunciato una serie di miglioramenti sui data center, che andranno inevitabilmente di numero ad aumentare (tra i 50 e i 100 ogni anno) con l’intensificarsi del traffico web dei prossimi anni. In particolare l’azienda ha raccontato un nuovo approccio alla gestione della temperatura, che ridurrà la quantità di acqua utilizzata nei data center raffreddati per evaporazione del 95% entro il 2024, ovvero circa 5,7 miliardi di litri all’anno. «Attraverso la nostra ricerca globale sulle prestazioni dei server a temperature più calde, siamo in grado di creare punti di regolazione più elevati per una varietà di climi diversi per quando è necessario il raffreddamento evaporativo a base d’acqua per preservare le prestazioni e l’affidabilità del server. Questo progetto ha il potenziale per eliminare l’uso dell’acqua per il raffreddamento in regioni come Amsterdam, Dublino, Virginia e Chicago, riducendo l’uso dell’acqua nelle regioni desertiche come l’Arizona fino al 60%» ha spiegato Noelle Walsh, corporate vice president.
Raffreddamento senza acqua
Microsoft è impegnata nella ricerca sul raffreddamento a liquido con l’obiettivo del raffreddamento senza acqua. «Quest’anno abbiamo raggiunto un importante traguardo nella ricerca e sviluppo sul raffreddamento a liquido, rendendo Microsoft il primo fornitore di servizi cloud che esegue il raffreddamento a immersione di liquido bifase in un ambiente di produzione, dimostrando la fattibilità per un uso più ampio nei nostri data center» ha spiegato Walsh. In particolare il raffreddamento a liquido si basa sul concetto di overclocking, che consiste nel far funzionare i componenti del chip oltre i limiti di tensione, termici e di progettazione predefiniti per migliorare ulteriormente le prestazioni. «Abbiamo scoperto che per alcuni chipset le prestazioni possono aumentare del 20% attraverso l’uso del raffreddamento a liquido. Ciò dimostra come il raffreddamento a liquido possa essere utilizzato non solo per supportare i nostri obiettivi di sostenibilità per ridurre ed eventualmente eliminare l’acqua utilizzata per il raffreddamento nei data center, ma anche per generare chip più performanti che operano a temperature del refrigerante più elevate per carichi di lavoro avanzati di intelligenza artificiale e machine learning». In breve, il raffreddamento a liquido apre la strada a server più densi in spazi più piccoli, il che significa una maggiore capacità per metro quadrato in un data center o la possibilità di creare data center più piccoli in posizioni più strategiche.
Design in base agli ecosistemi locali
Microsoft ha data center in tutto il mondo, ogni contesto ha differenti specie native, temperature e condizioni meteorologiche. La società ha valutato le prestazioni - quantità e qualità dell’acqua, aria, carbonio, clima, qualità del suolo, salute e benessere e biodiversità - dell’ecosistema in 12 regioni di data center. «Il nostro obiettivo è rinnovare e rivitalizzare il territorio circostante in modo da poter ripristinare e creare un percorso per fornire valore rigenerativo per la comunità locale e l’ambiente» ha spiegato Walsh. I risultati della ricerca sono integrati in uno dei primi progetti nell’Olanda settentrionale, parte della regione del data center di Amsterdam. «Per iniziare, costruiremo un’area boschiva di pianura intorno al datacenter e zone umide boschive, che sono altamente sature di acqua e vegetazione adatte alla filtrazione dell’acqua per elaborare naturalmente l’acqua piovana e il deflusso. I risultati di questi diversi approcci suggeriscono che le prestazioni dell’ecosistema possono essere ripristinate fino al 75%» ha aggiunto Walsh.
Riduzione dell’impronta di carbonio nella progettazione
Uno degli obiettivi dell’azienda fondata da Bill Gates e Paul Allen è ridurre l’impronta attraverso la diminuzione del carbonio incorporato, ovvero la somma di tutte le emissioni necessarie per produrre un materiale, che nel caso degli edifici è è attribuito al calcestruzzo e all’acciaio. «Stiamo utilizzando uno strumento chiamato Calcolatore di carbonio incorporato nella costruzione (EC3) sviluppato dall’organizzazione non profit Building Transparency. Come passaggio iniziale fondamentale per tutti i nuovi data center, ora richiediamo ai nostri team di costruzione di utilizzare lo strumento EC3 e abbiamo cosìtrovato il modo per ridurre il carbonio incorporato nel cemento e nell’acciaio del 30-60%».
Energie rinnovabili, circular center e catena di fornitura
I vertici dell’azienda hanno inoltre ricordato i passi avanti su alcuni obiettivi strategici:
1) Energie rinnovabili e decarbonizzazione della rete: «A luglio abbiamo ampliato il nostro impegno a fornire il 100% di energia rinnovabile entro il 2025, impegnandoci ad avere il 100% del nostro consumo di elettricità, il 100% delle volte, accompagnato da acquisti di energia a zero emissioni di carbonio entro il 2030» ha detto Walsh. Negli ultimi 12 mesi, Microsoft ha firmato nuovi accordi di acquisto di energia per circa 5,8 gigawatt di energia rinnovabile in 10 paesi in tutto il mondo. Ciò include oltre 35 offerte individuali, di cui oltre 15 in Europa in Danimarca, Svezia, Spagna, Regno Unito e Irlanda. Questo approvvigionamento porta i progetti di energia rinnovabile operativi e appaltati a 7,8 gigawatt a livello globale.
2) Microsoft Circular Center: si tratta di centri che aiuteranno a estendere il ciclo di vita dei server e a riutilizzarli per ridurre gli sprechi. Di recente è stato lanciato il Centro circolare di Amsterdam con l’intenzione di aprirne altri a Boydton, Dublino, Chicago e Singapore. «Nel 2020, come riportato da Cdp, i nostri principali fornitori hanno ridotto la loro impronta di carbonio collettiva di 21 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Nel corso del prossimo anno estenderemo questo modello a tutte le nostre risorse di cloud computing e siamo sulla buona strada per raggiungere il 90% di riutilizzo».
3) Certificazione Leed: la società è impegnata a certificare tutti i data center di proprietà con lo stato Leed (Leadership in Energy & Environmental) Gold, a dimostrazione dell’efficienza energetica e delle risorse
4) Energy Matching 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in azione: in costruzione una delle regioni cloud più sostenibili in Svezia che utilizzerà la prima soluzione di monitoraggio energetico orario creata con Vattenfall, consentendo di utilizzare il 100% di energia rinnovabile per ogni ora di consumo.
5) Collaborare con la catena di fornitura cloud per ridurre le emissioni di ambito 3: a supporto della riduzione delle emissioni di ambito 3 – o di tutte le emissioni indirette delle operazioni – «i nostri principali fornitori hanno riferito di aver ridotto la loro impronta collettiva di 23,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente e risparmiando un totale di 1,47 miliardi di dollari, secondo l’ultimo ciclo di rendicontazione del Carbon Disclosure Project.
La difficile sottrazione del carbonio
Per diventare carbon negative la questione cruciale è la sottrazione di carbonio nell’atmosfera. Microsoft ha un contratto con la società svizzera Climeworks per far funzionare una macchina in Islanda che estrae la CO2 dall’aria e la inietta nel terreno, dove si mineralizza. Inoltre ha iniziato a collaborare con la società Stripe. Nell’articolo su Nature è lo stesso manager di Microsoft a elencare i punti deboli:
1) Le soluzioni ingegneristiche possono essere scalate, ma attualmente sono scarse, costose e dispendiose in termini di risorse, si legge nel documento
2) Le aziende hanno bisogno di metodi più accurati, automatizzati e coerenti per misurare e contabilizzare il carbonio
3) Le aziende hanno bisogno di incentivi economici per promuovere meglio le forme più efficaci di CO 2 rimozione. La rimozione e lo stoccaggio basati sulla natura, la rimozione abilitata dalla tecnologia e lo stoccaggio basato sulla geosfera non sono beni equivalenti e non dovrebbero essere valutati come tali.
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