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Micys (Pupa), venerdì pomeriggio libero per i lavoratori

di Luca Orlando

2' di lettura

Due ore di lavoro in meno a parità di stipendio.

È la scelta di Micys, l'azienda titolare del marchio di make-up Pupa, che ha deciso di attivare questa nuova modalità per tutti i 150 addetti della sede centrale lecchese di Casatenovo. In questo modo, ridistribuendo nel corso della settimana altre due ore di attività, il lavoro termina per tutti il venerdì alle 13, lasciando dunque ai dipendenti il pomeriggio libero.

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Una rimodulazione adottata in via sperimentale per il 2023, con l'obiettivo però di renderla strutturale, risultato della sottoscrizione di un accordo aziendale condiviso con le rappresentanze dei lavoratori.

«È stata una nostra iniziativa - spiega il ceo Valerio Gatti - che però ha trovato subito la disponibilità dei sindacati, con l’obiettivo di trovare un equilibrio il più possibile virtuoso tra lavoro e vita privata. Per l’azienda ci sono dei costi ma credo che nel complesso siano evidenti anche i benefici. Vedo una relazione diretta tra soddisfazione delle persone per la propria qualità della vita lavorativa e produttività. Le esperienze svolte altrove dimostrano che i vantaggi sono chiari: per questo sono convinto che al termine della sperimentazione questo assetto sarà confermato e che potrà diventare un elemento importante anche in termini di attrattività dell’azienda e retention».

Decisione che coinvolge gli addetti della sede, età media inferiore ai 40 anni, per l’80% donne, e che in realtà rappresenta un tassello di un percorso più ampio. Esiste ad esempio una piattaforma per l'accesso ai servizi di welfare mentre è datata 2010 la nascita di un asilo nido all'interno dell'azienda. Ai dipendenti che usufruiscono dei servizi della struttura, aperta anche alle famiglie del territorio, Micys Company offre un contributo per il pagamento della retta, pari a due terzi del totale.

«È una soluzione concreta ad un problema delle famiglie - aggiunge Gatti - in grado anche di facilitare il rientro in azienda dopo la maternità. E fa parte di quello che secondo noi deve essere un sostegno allargato dell’azienda ai propri dipendenti, andando oltre la sola retribuzione».

Micys ha fatto segnare nel corso del 2022 una crescita del 22% rispetto all’anno precedente, portandosi sui livelli pre-Covid, nell’ordine dei 100 milioni di ricavi, con previsioni di progresso ulteriore nel 2023, andando a superare così i livelli pre-Covid.

«Pandemia, distanza sociale e uso delle mascherine hanno fortemente ostacolato chi come noi si occupa di make-up - aggiunge l’ad - ma dopo due anni difficili vediamo una situazione tornata più serena. In Italia e non solo, con l’export che per noi vale quasi la metà del business, realizzato in 70 paesi».

Tenendo in considerazione anche i negozi di proprietà, Micys impiega nel complesso 350 persone. In Italia dispone di dieci outlets, un factory store e un flagship store; in Europa 25 negozi e un outlet.

Riproduzione riservata ©

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