ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIntervista a Massimo Midiri

Midiri: «Piano per l’edilizia studentesca: recupereremo le caserme dismesse»

Il rettore spiega la strategia per l’internazionalizzazione dell’ateneo del capoluogo siciliano puntando sui Paesi del Mediterraneo. Cantiere aperto per il nuovo Policlinico: in arrivo la delibera della Regione per il finanziamento

di Nino Amadore

3' di lettura

«L’obiettivo che ho io è di cambiare una parola chiave che si chiama reputazione». A parlare è Massimo Midiri, 61 anni la prossima settimana, ordinario di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, dal 2021 rettore dell’Università di Palermo.

Perché ritiene che la reputazione ancora non sia all’altezza?

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La reputazione non è all’altezza della storia di questa città. Palermo era la capitale del Mediterraneo e non ha nulla da invidiare a Barcellona o a Valencia . L’obiettivo non è solo scolarizzare gli studenti siciliani all’ultimo posto per le lauree in Europa ma cominciare a dire: guardate che possiamo essere ricettivi anche per altri. Io guardo ai paesi del Mediterraneo (la Tunisia , l’Egitto) un po’ stanchi di essere costretti a mandare i figli a Parigi o in Francia, e abbiamo cominciato una operazione internazionale. La Sicilia occidentale può e deve diventare polo di attrazione
per il turismo culturale di altre nazioni. Intanto Palermo cresce: ha già attorno a sé tre sedi fondamentali (Trapani Agrigento e Caltanissetta), ma si sono proposte anche Marsala e Segesta.

Questa impostazione ha portato anche l’aumento dell’iscrizioni?

Abbiamo rilevato un incremento del 5% per le triennali e, cosa molto importante, più del 10% nelle magistrali, nostro tallone d’Achille. Le nostre magistrali non venivano particolarmente frequentate perché non c’era il collegamento col mondo del lavoro: abbiamo fatto tremila accordi con le imprese.
Il tirocinio per la laurea adesso
si fa in azienda e viene finanziato anche dall’Ateneo.

Lei ha incassato la presenza
a Palermo della presidente
della Commissione europea
Von Der Leyen ?

Una presenza importante che ha lanciato un messaggio preciso: la Sicilia ha una responsabilità geopolitica. Una presenza che si sta traducendo già in alcuni alcune azioni: la Commissione europea ci chiede di essere dentro importanti missioni di ricerca.

Quali sono i nodi da sciogliere in fretta a Palermo?

Prima di tutto la residenzialità: non ci sono abbastanza posti per gli aventi di diritto. L’obiettivo è di potenziare il diritto allo studio aumentando i posti cominciando a fare investimenti universitari. La ricerca avviata sta cominciando a dare i primi frutti con posti trasformabili in residenze universitarie, per esempio le caserme in disuso. Abbiamo ottime chance di avere affidata una delle più importanti caserme di Palermo. Così come sono strategici alcuni luoghi del clero, anche questi in alcuni casi in discrete condizioni. È chiaro che ci sono investimenti milionari da fare.

Potete ancora usare i fondi Pnrr?

Si possono utilizzare dei bandi a cascata e molti sono sull’edilizia residenziale. Vorrei intercettare anche bandi regionali. Ciò mi permetterebbe di implementare l’offerta e crearne una per gli studenti stranieri.

La residenzialità è un problema ma non l'unico.

L’altro problema, è tutto quello che c’è attorno all’università. Per esempio i posti di aggregazione. Le biblioteche che io sto aprendo sino alle 24 e anche la domenica. I trasporti: non si può non immaginare una tariffa dedicata agli studenti universitari. Lo sport e stiamo lavorando per collegare
il Campus al Cus e per fare
delle strutture sportive dentro il Campus universitario.

 Pnrr: cosa avete in cantiere?

Abbiamo portato a casa tre grandi risultati: il primo essere Hub del sistema per la biodiversità e gestiremo per tutta l’Italia cento milioni di euro. Poi siamo il capofila del partenariato esteso sulla medicina di precisione. Per Palermo questa è un’occasione importante: avremo le risorse per cambiare il volto della sanità a Palermo. Anche lì l’obiettivo è diventare povero attrattivo per la salute. Bisogna ricordare che la politica regionale degli ultimi 30 anni ha preferito la parte orientale della Sicilia. Schifani sta andando la dimostrazione concreta che c’è stato un problema.

In concreto che significa?

Stiamo lavorando sul nuovo Policlinico. C’era un finanziamento per il PoliCivico: si voleva creare una fusione tra Civico e Policlinico con un’opera assolutamente fuori contesto: un ospedale di 2.000 posti letto . Arriverà spero a breve il finanziamento di 380 milioni per un nuovo Policlinico con circa 400 posti letto che sarà costruito adiacente al Campus. Sta per arrivare la delibera di giunta in cui sono state riallocate le risorse destinate al PoliCivico. Il vecchio policlinico diventerà un Campus.

Perché avete messo in liquidazione a Consorzio Arca?

Nasceva con una idea e lo abbiamo trovato con un’altra operatività. Doveva essere un incubatore di startup, in realtà era un sistema implicato in progetti di ricerca. C’era un problema di bilancio in cui bisognava mettere ordine. Rinascerà con una dimensione tutta universitaria: un braccio operativo dell’Università
di Palermo.

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