Migranti, nuovo naufragio: 30 dispersi. Alarm Phone accusa Italia: soccorsi ritardati
Nuova tragedia nelle acque Sar libiche, secondo quanto riferisce la Guardia Costiera italiana
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Nuova tragedia in mare. Un barcone si rovescia in acque libiche: 30 dispersi e 17 in salvo il bilancio della Guardia Costiera. Secondo Mediterranea Saving, l’Italia aveva assunto il «coordinamento Sar e dato istruzioni di intervenire a tre navi mercantili, che invece ’si sono limitate a osservare per 24 ore. Mentre non risultano mobilitate le navi militari nell’area per Eunavformed e Irini». Alarm Phone accusa l’Italia di aver «consapevolmente ritardato i soccorsi» e di aver così «lasciati morire» i migranti. La vicenda diventa immediatamente terreno di scontro politico.
Il segretario del Pd Elly Schlein denuncia: «Una vergogna». Per la capogruppo del Pse a Strasburgo Garcia Perez, «la nuova tragedia mostra l’inumanità del governo Meloni». La Guardia Costiera replica che «l’intervento è avvenuto al di fuori dell’area di responsabilità Sar italiana registrando l’inattività degli altri Centri nazionali di soccorso marittimo interessati per area». Intanto, tensione nella maggioranza sulla norma del decreto flussi che cancella la protezione umanitaria speciale per i migranti: dopo i dubbi del Colle, Fdi e Fi pronti a cambiare il testo, no della Lega.
Trenta dispersi e 17 in salvo
Nel caso dell’ultima tragedia, i migranti avevano contattato Alarm Phone che a sua volta ha segnalato la presenza al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico. L’imbarcazione è stata localizzata in area Sar libica a circa 100 miglia dalle coste del paese nordafricano. Il gommone, successivamente, è stato avvistato dal mezzo aereo Seabird che ha effettuato una chiamata di soccorso contattando il mercantile Basilis L che si è diretto verso il barchino. Secondo quanto riferisce la Guardia Costiera italiana tutte le informazioni sono state fornite anche alle Autorità libiche e maltesi. La Basilis L a causa delle condizioni meteo non è riuscita a soccorrere i migranti. Dal canto loro le autorità libiche, per mancanza di disponibilità di assetti navali, hanno chiesto il supporto del Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma che ha inviato un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito. Sul posto si sono, quindi, trovati quattro mercantili. Durante le operazioni di trasbordo sulla motonave Froland, il barchino si è capovolto: 17 persone, di cui due ferite che verranno portate a Malta, sono riuscite a salire a bordo, mentre circa 30 sono cadute in acqua.
Guardia Costiera, non era Sar Italia, inattivi altri Centri
«L’intervento di soccorso è avvenuto - spiega la Guardia Costiera in una nota - al di fuori dell’area di responsabilità Sar italiana registrando l’inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area».
Alarm phone: siamo scioccati, li hanno lasciati morire
Eppure era da sabato che Alarm Phone aveva lanciato l’allarme sulla presenza di persone in difficoltà su un barcone proveniente dalla Libia. «Siamo scioccati. Secondo diverse fonti, decine di persone di questa barca sono annegate. Dalle 2.28 dell’11 marzo, le autorità erano informate dell’urgenza e della situazione di pericolo. Le autorità italiane hanno ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciandole morire». È quanto scrive su Twitter Alarm Phone dopo l’allarme lanciato ieri nel quale si dava notizia di un’imbarcazione alla deriva con 47 migranti a bordo in fuga dalla Libia.
Tajani: l’Italia non lascia mai nessuno senza soccorso
La notizia del nuovo naufragio nel Mediterraneo, come prevedibile, è entrata prepotentemente nel dibattito politico anche perché arriva a pochi giorni dalla vicenda di Cutro. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, afferma che «non bisogna mai strumentalizzare quello che accade. Sono convinto, conoscendo la Guardia costiera, la Marina militare italiana e la Guardia di finanza, che questi uomini di mare non lascino mai nessuno senza soccorso».
Schlein: è una vergogna
Le opposizioni vanno all’attacco. Per la segretaria Pd, Elly Schlein è «una vergogna per l’Italia e per l’Europa, non possiamo più vedere il Mediterraneo ridotto a un grande cimitero a cielo aperto» mentre gli esponenti di Alleanza Verdi Sinistra affermano che il gommone era «stato segnalato ieri sera e al quale il governo italiano ha chiesto di tornare indietro e alla guardia costiera libica di intervenire, risultato: altre vite annegate in mare. Il ministro Piantedosi, che coordina queste operazioni, è un’onta per l’Italia e ne chiediamo dimissioni»
A Steccato di Cutro le vittime sono salite a 79
Intanto sono stati rinvenuti altri due corpi tra la spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone) e le acque di Praialonga. Si tratta di un adulto e un bambino. Il primo cadavere è stato trovato sulla spiaggia di Steccato di Cutro e il secondo, quello del bambino, a poca distanza nel mare di Praialonga. È in corso il recupero delle due salme che verranno trasferite in mattinata al Palamilone di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente. Avvistato anche un altro corpo senza vita in mare. I mezzi di soccorso stanno andando a recuperarlo. Sale così a 79 il numero di vittime del naufragio dello scorso 26 febbraio. Di questi 33 sono i bambini vittime della tragedia del 26 febbraio (24 tra 0 e 12 anni).
Naufragio migranti: ricerche su tratto di 13 km di costa
Non si fermano le ricerche dei corpi delle persone coinvolte nel naufragio di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. Da 15 giorni Vigili del fuoco soccorritori acquatici con acquascooter congiuntamente alla Guardia costiera perlustrano in lungo ed in largo il tratto di mare mentre vigili del fuoco con Quad e squadre di terra verificano il tratto di spiaggia. Nel posto di comando avanzato operatori di topografia applicata al soccorso (Tas) continuano ad aggiornare le mappe con i punti dei ritrovamenti e coordinando le squadre di terra - composte da tanti volontari delle associazioni che fanno parte della Protezione civile regionale - sulle zone dove effettuare le ricerche.
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