Migranti: Draghi punta all’asse con Madrid per un piano Ue. C’è accordo bilaterale con Tunisi
Italia e Spagna puntano a convincere i governi del Nord Europa che la pressione sulle coste dei paesi europei del Mediterraneo è una questione che riguarda tutti e richiede un impegno finanziario collettivo
di Gerardo Pelosi
I punti chiave
- Draghi chiede un cambio di passo alla Ue
- Più flessibilità nei rimpatri verso Tunisi
- Lamorgese: dare risposte alla domanda di lavoro dei giovani tunisini
- Una linea diretta per monitorare le partenze
- Sviluppo economia tunisina tra obiettivi partenariato strategico con Ue
- Johansson elogia integrazione tunisini nella Ue
3' di lettura
Nelle ultime ore le nuove ondate di partenze di migranti dalla Tunisia verso la Sicilia e da Ceuta e Melilla verso la Spagna. Due emergenze drammatiche che riaprono a Bruxelles il dossier migranti sul tavolo dei capi di Stato e di Governo nel vertice di lunedì prossimo, 24 maggio.
In vista di quell'appuntamento il premier Mario Draghi non avrebbe ancora avuto contatti diretti con il suo collega spagnolo Pedro Sanchez, ma è più che logico attendersi che il presidente del Consiglio italiano voglia costruire un asse con la Spagna (e con il sostegno non secondario della Francia) per convincere i Paesi del Nord Europa che la pressione dei migranti sulle coste dei paesi europei del Mediterraneo è questione che riguarda tutti e richiede un impegno finanziario collettivo.
Draghi chiede un cambio di passo alla Ue
«Occorre un cambio di passo in tutte le direzioni», tiene a precisare Draghi, secondo il quale «gli strumenti per affrontare la questione migratoria non mancano ma devono essere impiegati con equilibrio, efficacia e umanità». La questione della redistribuzione in Europa dei migranti, ha detto, «è stata da un po' di tempo messa a dormire, la riproporrò lunedì e l'avremo all'ordine del giorno di un altro consiglio europeo ma occorre assolutamente un accordo». Tre per il presidente del Consiglio i pilastri della questione: «il primo è la redistribuzione, il secondo è un intervento economico che devono fare i Paesi ma anche l'Ue nel suo complesso, il terzo è la collaborazione bilaterale e multilaterale con i Paesi di partenza senza dimenticare il ruolo dell'Onu».
Più flessibilità nei rimpatri verso Tunisi
Mentre dalle coste spagnole arrivano immagini drammatiche di cadaveri trasportati dalle onde del mare, giovedì 20 maggio la ministro dell'Interno Luciana Lamorgese è volata a Tunisi insieme alla commissaria Ue Ylva Johansson. Con il presidente della Repubblica, Kais Saied e il capo del governo tunisino, Hichem Mechichi (che mantiene anche l'interim dell'Interno) si è trovato un accordo per avere più flessibilità sui rimpatri e una “linea diretta” tra autorità italiane e tunisine per segnalare tempestivamente la partenza delle barche di migranti. L'Italia, da parte sua, continuerà a supportare la Tunisia con la riparazione e manutenzione delle motovedette, ma da parte italiana è stato manifestato apprezzamento per le operazioni di interdizione delle autorità tunisine che hanno fermato la partenza di oltre mille migranti irregolari e di sequestrare diverse imbarcazioni utilizzate dai trafficanti.
Lamorgese: dare risposte a domanda lavoro giovani tunisini
La ministra Lamorgese ha manifestato al presidente Saied e al premier Mechichi «la vicinanza dell'Italia e dell'Unione europea che intendono continuare ad essere parte attiva per aiutare concretamente la Repubblica tunisina ad affrontare sfide molto complesse, prima tra tutte quella che riguarda il futuro dei giovani di questo Paese che legittimamente aspirano, come i loro coetanei europei, a soddisfacenti condizioni lavorative e di vita».
Una linea diretta per monitorare le partenze
L'accordo Italia-Tunisia prevede un massimo di 80 rimpatri settimanali da fare con due voli, il martedì e il giovedì. Ora ci sarà la possibilità per l'Italia di organizzare i voli anche in giorni diversi in modo che siano il più possibile pieni. C'è poi il via libera politico da parte del Governo tunisino ad una “linea diretta” con la quale le autorità italiane possono segnalare, grazie anche al monitoraggio aereo, ai colleghi tunisini le partenze di imbarcazioni cariche di migranti dalle coste. Tutto ciò senza entrare nelle acque di responsabilità tunisina ma solo come supporto all'attività di controllo che Tunisi promuove.
Sviluppo economia tunisina tra obiettivi partenariato con Ue
I colloqui a Tunisi seguono una prima missione congiunta Ue-Italia, effettuata lo scorso 17 agosto, in cui sono state gettate le basi di un accordo complessivo di partenariato strategico tra l'Unione europea e la Tunisia finalizzato al conseguimento di un “pacchetto” di obiettivi: controllo dei flussi migratori irregolari, contrasto alla rete criminale che sfrutta il traffico di esseri umani, nonché sviluppo delle attività economiche legali colpite anche in Tunisia da una crisi senza precedenti e ampliamento dei canali regolari di immigrazione nell'Unione europea.
Johansson elogia integrazione tunisini nella Ue
Il ministro italiano insieme alla commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson ha tracciato con le autorità tunisine le direttrici per sviluppare il partenariato strategico tra Unione europea e Repubblica tunisina. Il presidente tunisino Kais Saied in un comunicato «ha ribadito la necessità di adottare un approccio globale sulla migrazione che vada oltre le soluzioni di sicurezza che hanno dimostrato i loro limiti per affrontare le ragioni profonde di questo fenomeno combattendo la povertà e la disoccupazione e sostenendo le politiche di sviluppo nei paesi di origine». Da parte sua, aggiunge il comunicato, «il commissario europeo per gli Affari interni ha rinnovato l'impegno dell'Unione europea a sostenere il processo democratico in Tunisia, uno dei principali partner dell'Ue». Johansson «ha inoltre elogiato l'integrazione della comunità tunisina nelle società europee e il loro ruolo attivo nel tessuto economico dei Paesi dell'Unione».
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