Migranti, gelo tra Londra e Parigi. Patel esclusa dal vertice di Calais
Parigi reagisce dopo una lettera del premier britannico Johnson che invita la Francia a «riprendersi tutti i migranti». Ancora tensione sui diritti di pesca
di Nicol Degli Innocenti
I punti chiave
3' di lettura
LONDRA - Il summit sull’emergenza migranti nella Manica si terrà domenica 28 novembre come previsto in Francia, ma la Gran Bretagna non sarà rappresentata. Il Governo francese infatti ha revocato l’invito a Priti Patel, ministra dell’Interno britannico, che è stata bandita dal partecipare all’incontro che avrà luogo a Calais con i rappresentanti di Francia, Olanda, Belgio, Germania e Unione Europea.
La lettera e il tweet di Johnson
Il Governo francese ha reagito con irritazione e sdegno a una lettera che il premier britannico ha inviato al presidente Emmanuel Macron giovedì sera 25 novembre, sia per il contenuto del messaggio, considerato «inappropriato» sia per la forma, definita «inaccettabile».Johnson infatti ha diffuso la lettera via Twitter prima ancora che il destinatario la ricevesse, forse per fare pressione su Parigi, forse per inviare ai suoi sostenitori un segnale della sua fermezza. Nella missiva il premier britannico invita la Francia a farsi parte attiva e a «riprendersi tutti i migranti che attraversano la Manica».
La risposta francese
Macron ha aspramente criticato il modo di fare di Johnson. «Sono sorpreso da metodi che non sono seri - ha detto il presidente a margine della sua visita ufficiale a Roma -. I leader non comunicano tra di loro con tweet e lettere rese pubbliche. Non siamo informatori».Anche il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha dichiarato che la lettera del premier «è inaccettabile e controproducente» e ha danneggiato il dialogo tra partner. Il Governo francese ha interpretato le parole di Johnson come un modo di scaricare sulla Francia la responsabilità per l’arrivo di migliaia di migranti.
Ancora più aspri i toni usati da Gabriel Attal, portavoce ufficiale dell’Eliseo, che ha definito «mediocre» il contenuto della lettera e ha aggiunto con tono provocatorio che «è come se Johnson si fosse pentito di avere lasciato l’Europa, perché appena ha un problema ritiene che sia compito dell’Europa risolverlo».Attal ha però lanciato una proposta costruttiva: «I britannici dovrebbero mandare funzionari del servizio immigrazione in Francia per esaminare sul territorio francese le richieste di asilo in Gran Bretagna».
Ancora margini per una trattativa
Parigi non quindi ha chiuso del tutto la porta alla collaborazione con Londra, ma ha messo in chiaro che l’atteggiamento britannico dovrà cambiare. «I nostri ministri lavoreranno seriamente a risolvere un problema serio con persone serie - ha detto Macron -. Se i britannici decideranno di essere seri, vedremo con loro come agire nel modo più efficiente possibile».
Nella sua lettera Johnson ha ribadito la sua offerta di pattugliamenti congiunti della Manica già dall’inizio della settimana prossima tra gendarmi francesi e agenti di frontiera britannici sotto un comando unificato, che Parigi aveva già respinto per questioni di sovranità nazionale.Il premier insiste nel volere un accordo bilaterale con la Francia in attesa di un accordo con la Ue sul rimpatrio dei migranti, che nella lettera afferma essere una priorità della prossima presidenza francese della Ue.
Dopo l’uscita dalla Ue, la Gran Bretagna non è più parte degli accordi di Dublino, che prevedono che i migranti siano rimandati nel Paese dal quale sono partiti, quindi si trova più isolata.Il premier è in una posizione difficile, dato che aveva promesso che grazie a Brexit la Gran Bretagna si sarebbe «ripresa il pieno controllo dei suoi confini». Invece quest’anno il numero di migranti è aumentato a livelli record, con oltre 26mila persone che sono riuscite a raggiungere le coste inglesi.
La tragedia di mercoledì scorso 24 novembre, quando 27 migranti, in gran parte curdi, sono affogati nella Manica tentando di raggiungere le coste inglesi a bordo di un gommone, non è quindi bastata a placare le tensioni tra Francia e Gran Bretagna.
Scontro sulla pesca: blocchi in tre porti e nell’Eurotunnel
La querelle su come gestire i migranti ha raffreddato ulteriormente i rapporti tra i due Paesi. Johnson non ha mai perdonato Macron per le sue posizioni dure verso Londra nei negoziati su Brexit, mentre l'uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ha creato nuove ragioni di scontro su temi come i diritti di pesca nella Manica.
I pescatori francesi venerdì hanno bloccato per qualche ora il traffico merci in arrivo in tre porti e nel tunnel sotto la Manica per protestare contro la lentezza con cui Londra sta concedendo le licenze di pesca post-Brexit. È stato solo un «segnale di avvertimento» ai britannici, hanno fatto sapere i pescatori: proteste «simboliche» che diventeranno più bellicose se non ci saranno progressi a breve.
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