ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùDopo le misure del governo

Migranti, gelo di sindaci e regioni sui Cpr. Piantedosi: «Ce lo chiede l’Europa». Varsavia: «Piano von der Leyen disastroso»

L’obiettivo di un Centro in ogni regione non è nuovo: diversi governi ci hanno provato in precedenza senza riuscirci. Per l’opposizione dei territori, ma anche per le difficoltà di gestione delle strutture, spesso vandalizzate dagli ospiti.

Piu' Cpr, stretta su minori e espulsioni. Le nuove misure

6' di lettura

Innanzitutto bloccare le partenze. Chi comunque sbarca in Italia va rimpatriato. A questo scopo sale dai 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento nei Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri). «Quindi - ha notato la premier Giorgia Meloni - tutto il tempo necessario, non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale»

La rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio - al momento sono 9 per soli 493 ospiti complessivi poiché il decimo, a Torino, è chiuso - sarà potenziata dal Genio militare che realizzerà nuove strutture in località «a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili», senza creare «ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane». Sono le due misure concordate lunedì 18 settembre in Consiglio dei ministri e che finiranno nel decreto Sud che non era stato ancora bollinato.

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Piantedosi: nuovi Cpr ed espulsioni? Ce lo chiede l’Europa

«La norma sui Cpr - ha sottolineato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi , intervenuto al programma Ping Pong su Radio 1 Rai - è contenuta all’interno di una cornice europea che prevede la possibilità del trattenimento fino a 18 mesi. Nulla di complicato riguardo al rispetto dei diritti delle persone. Ho condiviso l’obiettivo con il collega Crosetto per avere la disponibilità del genio militare per la rapida realizzazione delle strutture sul territorio in modo da rafforzare la capacità dello Stato di espulsione: è una cosa che ci chiede l’Europa. È fortemente previsto dalle normative ed è stata sempre una delle raccomandazioni che l’Europa ha fatto all’Italia».

Giani, non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana

«Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell’immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori». Così il governatore toscano Eugenio Giani che si chiede: «Cosa c’entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali? Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subito la risposta che dai è “faccio i Cpr” cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio».

Kompatscher: Cpr in Alto Adige solo per esigenze locali

«Il ministro Piantedosi mi ha ribadito ieri durante il nostro incontro che il Cpr in Alto Adige servirà solo per le esigenze locali e non ci saranno trasferimenti da altre regioni», ha detto il governatore Arno Kompatscher riferendo che il Centro avrà una capienza di circa 50 posti e sarà individuato, finanziato e gestito direttamente da Roma. Kompatscher ha inoltre annunciato che prossimamente il ministro degli interni è atteso a Bolzano per una conferenza sull’ordine pubblico.

Fedriga: nei Cpr tutti hanno precedenti penali

«Rispetto alla considerazione di alcuni che nei Cpr c’è chi perde il lavoro o il permesso di soggiorno, dico che è una menzogna: nei cpr ci sono tutte persone che hanno precedenti penali, è l’esperienza del Cpr di Gradisca di Isonzo. Persone imputate di reati come violenza privata e spaccio vogliamo lasciarle libere di andare dove vogliono anzché rimpatriarli?». Così il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza Regioni, Massimiliano Fedriga, a margine di un convegno sulla semplificazione normativa.

Mandato alla Difesa per i nuovi Cpr

Il governo ha dato mandato al ministero della Difesa di realizzare le strutture nel più breve tempo possibile. Potranno essere caserme, aree militari dismesse o altri edifici che dovranno essere ristrutturati dai genieri militari. E sarà un Dpcm ad individuare i criteri del piano con i nuovi centri. L’ultima finanziaria ha stanziato 42,5 milioni di euro per i prossimi tre anni proprio per l’ampliamento della rete. L’obiettivo di un Centro in ogni regione non è nuovo: diversi governi ci hanno provato in precedenza senza riuscirci. Per l’opposizione dei territori, ma anche per le difficoltà di gestione delle strutture, spesso vandalizzate dagli ospiti.

La preoccupazione dei sindaci

I sindaci non nascondono l’affanno e la preoccupazione per l’evolversi della situazione migranti anche se tutti «sono pronti a fare la propria parte». Ma per poter procedere chiedono un nuovo incontro al Viminale per avere a disposizione «più strumenti e misure» per gestire la situazione. È Matteo Biffoni, delegato Anci e sindaco di Prato, a redigere la lista delle richieste da sottoporre al governo al termine di una riunione fiume della Commissione Immigrazione, a cui hanno partecipato 80 amministratori provenienti da tutta Italia. «Sui Cpr attendiamo le proposte del governo per fare poi le nostre valutazioni», chiarisce, «e allo stesso tempo torniamo a ribadire la necessità di puntare sull’accoglienza diffusa, sulla rete Sai (Sistema accoglienza integrazione), riconoscendo incentivi ai Comuni che accolgono».

Sui territori nel frattempo non si placano i i mugugni. Come a Bologna, dove il sindaco Matteo Lepore ha tenuto a ricordare che in questi giorni sono in arrivo in Emilia-Romagna altri 800 migranti, di cui il 22% destinati al capoluogo. Sui migranti il governo «improvvisa in modo irresponsabile», attacca il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli (Pd), che se la prende con l’arrivo inaspettato in città «di persone scaricate in pullman in questura direttamente da Lampedusa, senza alcuna informazione o condivisione preventiva da parte del governo ai municipi».

In Valle d’Aosta posti disponibili esauriti

In Valle d’Aosta il governatore Renzo Testolin ha fatto sapere che i posti disponibili sono esauriti: con la presidenza del Consiglio dei ministri «ci sono dei contatti che sono sostanzialmente settimanali per fare il punto della situazione, dove si chiedono le disponibilità, si valutano le opportunità di trasferimento e dove esplicitiamo che al momento i centri a nostra disponibilità sono completamente occupati», ha chiarito.

Dati Viminale: 141.201 in accoglienza, in testa Lombardia e Sicilia

Sono 141.201 i migranti in accoglienza sul territorio nazionale distribuiti tra le diverse strutture e le varie regioni, di cui 5.696 negli hotspot, 100.734 nei centri di accoglienza, 34.771 nei Sai, secondo i dati del Viminale aggiornati al 15 settembre scorso. La Regione che ospita il maggior numero di persone è la Lombardia con 17.455 migranti tra Cas e Sai. La Sicilia è seconda per persone complessivamente ospitate tra centri di accoglienza, Sai e hotspot per un totale di 14.788. Solo un’altra regione, la Puglia, ospita hotspot con 215 presenze. Gli altri migranti in accoglienza sono distribuiti tra centri di accoglienza e Sai in Emilia Romagna (12.944), Piemonte (12.007), Lazio (11.772), Campania (10.794), Toscana (9.682), Veneto (8.540), Puglia (6.990), Calabria (6.641), Liguria (5.799), Friuli Venezia Giulia (4.402), Marche (4.143), Abruzzo (4.081), Umbria (2.610), Basilicata (2.561), Sardegna (2.400), Molise (1.795), Trentino Alto Adige (1.669), Valle d’Aosta (128).

Piantedosi: blocco navale possibile completando Sophia

La strategia del governo in tema di contenimento dei flussi migratori provenienti dall’Africa del Nord si concentra anche sui controlli in mare. Secondo Piantedosi «il blocco navale potrebbe rientrare nell’Agenda Meloni, come ha spiegato il premier, se si completasse la missione Sophia che, fermandosi a degli step intermedi, fece da pull factor, ebbe solo l’esito di portare qui 44mila migranti in più raccolti dalle nostre navi militari. La terza fase della missione prevedeva la possibilità, in accordo con Paesi come la Tunisia, di dispositivi congiunti per la restituzione delle persone che partono e questo sarebbe la piena realizzazione del blocco navale». Ci sono «interrogativi sulla capacità e talvolta sulla volontà delle istituzioni tunisine di collaborare - ha aggiunto Piantedosi -. Anche se dall’inizio dell’anno hanno recuperato decine di migliaia di persone. Quanto ad una eventuale regia dietro gli sbarchi massicci, non ho prove di questo».

Polonia: piano von der Leyen disastroso

Intanto il piano in 10 punti presentato domenica da Ursula von der Leyen a Lampedusa incontra i primi ostacoli, Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha annunciato in un video su X che il governo adotterà oggi «una risoluzione speciale in cui esprimeremo la nostra opposizione all’immigrazione clandestina». Il motivo, spiega, risiede nel fatto che «la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la sua visita all’isola italiana di Lampedusa, ha annunciato un altro piano disastroso per l’Europa». Il partito Diritto e Giustizia del premier polacco fa parte dello stesso gruppo di Frattelli d'Italia al Parlamento europeo.

Francia schiera anche elicottero al confine

La Francia ha chiarito che non è disposta ad accogliere una parte delle persone giunte a Lampedusa in questi giorni. La questione, è la posizione di Parigi, va affrontata a livello Ue. Intanto il Paese aumenta i controlli alla frontiera con l’Italia. Sono iniziati sul versante francese della frontiera di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, i lavori di realizzazione di un centro di identificazione per migranti. Al confine italo-francese è stato mobilitato anche l’antiterrorismo: in un centro vacanze di Sospel sul versante francese della val Roya, ci sono mezzi con la scritta “Mission Vigipirate” e si riferisce a un piano di sicurezza ideato nel 1978 dall’allora presidente della Repubblica francese Valéry Giscard d’Estaing. Anche un elicottero francese, che apparterrebbe alla Dogana transalpina, ha sorvolato la zona compresa tra il confine italo francese di Ponte San Ludovico e quello a monte, di San Luigi.


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