ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùInformativa in Parlamento

Meloni, su aumento spese militari ci metto la faccia: «Emergenza migranti sta diventando strutturale»

Lettera della presidente della Commissione europea Von der Leyen. Gli aiuti finanziari dovrebbero andare oltre i 500 milioni di euro già pattuiti

di Nicola Barone

Migranti, Mattarella: "Serve azione Ue"

6' di lettura

«Non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, pericolo insito per viaggi organizzati da scafisti senza scrupoli. Le frontiere dell’Italia sono le frontiere dell’Europa». Così la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. «Il primo banco di prova è il tema dell’immigrazione, a cui il nostro governo ha ottenuto che venisse dedicata gran parte del Consiglio straordinario di febbraio. Una emergenza che sta diventando strutturale, questa definizione è la più realistica fotografia». L’appuntamento europeo servirà a ribadire il concetto che «l’Italia vuol tornare a essere una nazione protagonista nel contesto europeo per fare la sua parte nel rafforzare la casa comune europea».

Romeo: Auspichiamo che in Ucraina si arrivi a un cessate il fuoco

«Risorse adeguate per aiuti ai Paesi di origine»

«Vogliamo contrastare con forza il traffico di esseri umani: fermare le partenze, collaborare con i Paesi di origine, aumentare i rimpatri, dedicare risorse adeguate a questi obiettivi. Queste sono le priorità nostre e che portiamo davanti ai leader europei. Serve rafforzare la collaborazione di origine e di transito con risorse adeguate». Meloni evoca investimenti decisi in precedenza a vantaggio della Turchia («ora ritengo che pari attenzione ci debba essere per i flussi dal Mediterraneo»). E in ogni caso «le indicazioni dell’Ue sanciscono il principio del coinvolgimento degli stati di bandiera delle navi Ong nelle operazioni Sar, che non devono più gravare solo sugli stati di approdo. Gli stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare assegna loro».

Loading...

«Ue sia unita di fronte all’aggressione russa»

È indispensabile, secondo la presidente del Consiglio, l’unità dell’Ue «di fronte alla guerra di aggressione russa all’Ucraina. Il popolo ucraino sta difendendo anche i valori di libertà e democrazia su cui si fonda la nostra civiltà e le finalità stesse del diritto internazionale, senza cui sostituiremmo la forza del diritto al diritto del più forte». Analogamente, l’appello si estende alla politica domestica. «Criticate ferocemente il governo, me, le scelte che facciamo, i provvedimenti, le nostre eventuali mancanze ma, vi prego, fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza».

«Stop alle armi per ridurre tasse? Una menzogna»

«Noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. Raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome». Per la premier si tratta di una «propaganda puerile» quella ferma sulle posizioni richiamate. «Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale», puntualizza Meloni. «La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo».

«Entro il 2023 nuovo Patto più attento a crescita»

Sul fronte economico l’orizzonte è alle modifiche in vista per la politica fiscale. «Entro il 2023 bisogna arrivare a nuove regole sul patto di stabilità, sulla base di principi realistici dopo la pandemia del Covid: serve più equilibrio tra stabilità e crescita. In passato c’è stata molto più attenzione alla stabilità, ora abbiamo più bisogno di attenzione alla crescita. È la nostra priorità. Le nuove regole devono sostenere investimenti pubblici. Il tempo dell’austerità è finito». Quanto alla strategia commerciale, l’Ue «deve tenere in considerazione la rilocalizzazione di produzioni in Paesi vicini e amici. Serve pieno funzionamento del mercato unico: priorità ancora più valida per quanto riguarda gli aiuti di Stato, che devono essere circoscritti e temporanei». Secondo Meloni «le conclusioni dell’ultimo consiglio Ue riconoscono l’importanza della flessibilità sui fondi europei esistenti. Bisogna mantenere l’attenzione politica sull’attuazione concreta di questa priorità, perché non c’è consenso tra gli Stati membri su una strategia europea di sostegno alla competitività nella forma di un fondo per la sovranità europea volta a sostenere i finanziamenti strategici».

«Tetto al prezzo del gas in gran parte merito italiano»

«La decisione dell’Unione europea, fortemente lavorata e perseguita dall’Italia, di fissare un tetto massimo al prezzo del gas ha interrotto i fenomeni speculativi, con enorme beneficio per famiglie e imprese italiane ed europee. Ed è in gran parte un merito dell’Italia che una volta tanto, a 360 gradi, è riuscita a lavorare insieme e su questo tutti quanti dobbiamo essere fieri», rivendica Meloni. «L’Italia sin da principio ha sostenuto l’importanza di una risposta a 27 con strumenti e obiettivi tesi a rafforzare il sistema energetico nel suo complesso: la diversificazione delle fonti, in particolare del gas naturale, la lotta alla speculazione sul mercato del gas, la riduzione della domanda energetica, l’accelerazione dello sviluppo e della diffusione delle rinnovabili, il rapido riempimento degli impianti di stoccaggio».

«Transizione verde con tecnologie diverse da elettrico»

Nella sua replica nel dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo trova poi spazio un richiamo al principio della neutralità tecnologica. «La proposta di regolamento sulle emissioni di Co2 per i veicoli leggeri è inopportuna nella forma attuale perché rischia di consegnarci a nuove dipendenze. Abbiamo dimostrato, dati alla mano, che è possibile conseguire gli obiettivi della transizione verde impiegando tecnologie diverse rispetto all’elettrico, su cui l’Italia rappresenta un’avanguardia, come i carburanti sintetici, l’idrogeno», fa notare Meloni. Perché, anziché sviluppare questi, vogliamo passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall’elettrico cinese? Stiamo cercando di difendere l’interesse nazionale. Sono materie pragmatiche e con pragmatismo le vogliamo affrontare».

«Ue dia obiettivi ma no approcci ideologici»

«Noi dialoghiamo con tutti perché non viviamo la politica estera come tifoseria, amico nemico, ma perseguiamo l’interesse nazionale. Io ribadisco: condividiamo gli obiettivi della transizione energetica sulle emissioni, ma contestiamo le modalità», aggiunge Meloni. «L’Europa può stabilire gli obiettivi, ma non deve dirmi come raggiungerli, perché io non cambio idea sul tema dell’elettrico e su alcune posizioni che hanno un approccio ideologico che rischiano di assecondare il processo che sull’altare della decarbonizzazione ci consegna diritti alla deindustrializzazione».

Licheri (M5S): Meloni non prenda in giro italiani

«Meloni chiede collaborazione alle opposizioni ma non prenda in giro gli italiani, con i soldi di chi vorrete reintegrare gli arsenali che svuotate per mandare le armi in Ucraina?». Ettore Licheri del M5S respinge in toto la linea del governo, intervenendo a Palazzo Madama. «È vero che paghiamo tutti il prezzo dell’aggressione russa, ma non tutti nello stesso modo. La Germania e la Francia si sono fatti passare dei piani sostanziosi mentre Meloni viene in Aula con una inflazione al 10% e i prezzi che volano, con un carovita che è diventato insopportabile». Per Licheri «questa guerra sta facendo male alle nostre famiglie ed imprese e il presidente del Consiglio ci deve dire come li aiuta invece di usarli come un bancomat. Non è più la guerra tra Kiev e Mosca ma tra la Russia e la Nato, e ci può portare dritti alla terza guerra mondiale ed al punto di non ritorno. Come disse Kennedy, non bisogna avere paura di negoziare. Per una volta Meloni smetta di dire signorsì e prenda in mano con orgoglio una iniziativa che spezzi la spirale di violenza che conviene da altri ma non conviene nè è agli europei né agli italiani».

Pd, discorso povero su economia e slogan su migranti

Altrettante critiche vengono dal Pd. «Sul discorso di Giorgia Meloni il nostro giudizio è pessimo. Un intervento povero su temi economici, senza prospettiva sul nuovo modello di patto di stabilità. Oggi i cittadini italiani chiedono risposte al caro vita e alla crisi economica e sociale. Invece il governo si è trincerato dietro i soliti slogan, soprattutto, sul tema migratorio. Come al solito la presidente del Consiglio si è affidata al linguaggio securitario e propagandistico dimenticandosi che oggi la destra è al governo e non più all’opposizione. Il Pd nella sua risoluzione ha avanzato proposte di merito molto dettagliate per dare il nostro contributo. Quelle proposte che nella risoluzione di maggioranza sono completamente assenti», attacca la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. «Sull’Ucraina abbiamo mantenuto con coerenza la nostra posizione che è la stessa di quando è cominciata la guerra: difendiamo la libertà dell’Ucraina e del suo popolo, contro l’invasione russa, difendiamo lo stato di diritto e i valori europei».

Verso aiuti finanziari dall’Ue

La premier si aspetta passi avanti dall’Ue sui migranti, dopo la lettera di lunedì dalla presidente della Commissione Ue Von der Leyen ai 27 che dà spazio alle priorità dell’Italia. Gli aiuti finanziari dovrebbero andare oltre i 500 milioni di euro già pattuiti. Meloni ha sentito anche Scholz. «Il terribile naufragio a largo della Calabria è stato un vivido richiamo all’urgenza della nostra azione», ha scritto la presidente della Commissione Ue. «Una soluzione equa e duratura è possibile solo attraverso un approccio europeo e bilanciato. Possiamo raggiungere più traguardi se agiamo assieme».

Prioritario sostegno alla Tunisia

Fra gli impegni di Von der Leyen, anche altri 110 milioni che la Commissione mobiliterà nel 2023, «addizionali ai 208 già impegnati per la cooperazione anti-trafficanti». Quella battaglia è diventata la priorità del governo italiano, da coniugare con un controllo rafforzato delle frontiere e una cooperazione sui rimpatri rapidi. Temi citati nella lettera e toccati anche nel faccia a faccia con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, negli uffici di FdI alla Camera, alla vigilia delle comunicazioni della premier al Senato e a Montecitorio. Un confronto cordiale, in cui sono emerse «sintonia e fiducia rinnovata», secondo fonti vicine a Meloni. E nel dossier migranti trova spazio anche la priorità di aiutare la Tunisia, che attende i finanziamenti del Fmi, sull’orlo di una crisi che, è il timore dell’esecutivo, può generare un’ondata di migranti.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti