IL VERTICE DI PARIGI

Migranti, Macron: Italia e Libia «ottimo esempio». Gentiloni: serve l’impegno di tutti

di Nicola Barone

(LaPresse)

3' di lettura

Via libera ad un piano d'azione a breve termine molto rapido, «la risposta più efficace al fenomeno intollerabile dei trafficanti di esseri umani che hanno fatto un cimitero del deserto e del Mediterraneo e sono legati al terrorismo». Il presidente francese Emmanuel Macron chiude così il summit strategico all'Eliseo sull’emergenza. Quella dei migranti è una sfida riguarda tutti e che nessuno può risolvere da solo, nella sintesi finale che accompagna le conclusioni dei i partecipanti. A Parigi prende vita «una squadra per tradurre in atti le parole», annuncia il presidente francese ricordando come, nei prossimi giorni, una riunione a livello ministeriale darà seguito alle decisioni prese che saranno ulteriormente oggetto del prossimo vertice Ue-Africa.

«Lavoro di Italia e Libia ottimo esempio»
Tra i leader la discussione tocca inevitabilmente le modalità per poter rafforzare i meccanismi di controllo alle frontiere, senza trascurare al contempo il nodo del rafforzamento delle economie locali dei Paesi africani interessati dai flussi migratori. Il lavoro svolto dall'Italia e dalla Libia rappresenta un ottimo esempio a cui vogliamo tendere», chiosa ancora Macron al termine del summit a cui hanno preso parte il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, la cancelliera Angela Merkel, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, l'alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri Federica Mogherini, oltre che il premier libico Fayez Al-Sarraj e i presidenti di Niger, Mahamadou Issoufou e Ciad, Idriss Deby Itno.

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Gentiloni: l’impegno deve essere di tutti
Una spinta a muoversi in una logica di coralità arriva dal premier italiano. «Devo dire che nelle ultime settimane, negli ultimi mesi, anche nella rotta del Mediterraneo centrale abbiamo conseguito dei risultati, ma sono risultati iniziali che vanno consolidati. E questo impegno va “europeizzato”, perché non può essere solo l'impegno di un solo Paese o di qualche Paese. Deve essere un impegno europeo», è l’ammonimento di Paolo Gentiloni in conferenza stampa che non manca di accenti di speranza («rispetto al predominio delle migrazioni irregolari il vento può cambiare e può andare in una direzione diversa»). Per l'Italia questa è una «importante» occasione anche per le azioni di collaborazione con le autorità libiche, di cui il presidente del Consiglio ringrazia apertamente Al-Sarraj. «È molto importante per Italia e Libia che da qui ci sia l'impegno comune a queste iniziative».

Il ringraziamento di Al-Sarraj all’Italia
E gratitudine nei confronti dell'Italia viene simmetricamente espressa nei minuti successivi da Al-Sarraj, per la formazione e la dotazione della Guardia costiera libica «che hanno già permesso di salvare molti migranti». La Libia «non è un Paese di origine dei migranti» ma è «vittima» di quella che definisce una «piaga». Per questo viene evidenziata l'esigenza di rafforzare «la guardia costiera libica per fronteggiare meglio le bande di criminali e di scafisti. E poi - continua appellandosi all'aiuto dei presenti al vertice di Parigi - c'è la necessità di sorvegliare in modo più efficace i nostri confini meridionali».

Merkel: distinguere tra rifugiati e migranti economici
«Bisogna fare una distinzione tra i migranti economici e chi si candida ad esser davvero un rifugiato, serve una discussione con l'Alto Commissariato dell' Onu per fermare» l'immigrazione clandestina. Angela Merkel assicura l'impegno europeo di cooperazione perché «i migranti economici devono poter rientrare nei loro Paesi». Nel convincimento della cancelliera gli hotspot non sono proprio il termine ideale per designare dei centri di ricollocazione. Il sistema Dublino «deve essere rivisto, non offre soluzioni soddisfacenti, i Paesi cosiddetti d'arrivo sono sfavoriti», secondo Merkel per la quale «visto che non c'è solidarietà reale, dobbiamo trovare nuove soluzioni». Il termine hotspot «nasce da una discussione interna alla Ue ma certamente noi dobbiamo discutere del contenuto nel documento e l'obiettivo da un lato è di fare un'operazione insieme all'Unhcr di trasferimento su liste limitate di migranti che hanno ottenuto diritto di asilo dalla Libia ad altri Paesi africani, un'operazione che avrà delle dimensioni circoscritte ma è un segnale del passaggio dal sistema irregolare a uno sempre più con regole», afferma il premier Gentiloni. «Non so se possiamo parlare di hotspot, ma nella collaborazione con Unhcr e Oim in modo particolare visto che i migranti sono economici, gestiremo d'accordo con le autorità libiche in modo io mi auguro sempre più efficiente e rispettoso della condizione umanitaria la situazione dei migranti in Libia». Nell’insieme, a favore di una «riforma profonda» dei trattati di Dublino, è anche il presidente francese Emmanuel Macron.

Vertice in autunno per verificare impegni
La questione migratoria «non si risolve da un giorno all'altro, ma bisogna cominciare a fare passi nella direzione giusta». Anche generando sviluppo nei
Paesi di origine, «eliminando le mafie» dei trafficanti e controllando frontiere e coste. Per l'impegno dell'Italia in materia Mariano Rajoy ringrazia Paolo Gentiloni. E annuncia una seconda riunione come quella di Parigi «tra fine ottobre e inizio novembre» in Spagna per verificare l'attuazione delle decisioni assunte oggi.

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