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Migranti, Meloni: «Fermare le partenze illegali». Von der Leyen presenta piano in 10 punti

Altri 144 migranti, 69 dei quali sbarcati direttamente a Cala Croce, sono approdati nell’isola. Rintracciati egiziani, siriani e sudanesi salpati da Zawia, in Libia, dopo aver pagato 4mila dollari a testa

Von der Leyen a Lampedusa, Meloni: "Gesto di responsabilità dell'Europa verso se stessa"

6' di lettura

La premier Giorgia Meloni con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e con la commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson hanno concluso la visita nell’hotspot di Lampedusa per incontrare i migranti. La Premier prima di arrivare con la delegazione europea al centro di accoglienza era stata fermata da un gruppo di cittadini di Lampedusa che minacciavano di bloccare la strada se non avessero avuto un confronto con le autorità. Tensione smorzata quando la Meloni ha rassicurato i lampedusani «stiamo lavorando e le istituzioni europee sono con voi». Secondo il programma, dopo una visita anche al molo Favarolo dove si susseguono gli sbarchi, alle 11.20 la presidente del Consiglio e von der Leyen hanno tenuto un punto stampa.

Migranti, vicesindaco Lampedusa: "Non permetteremo tendopoli"

Le parole della Meloni

«Non è un gesto di solidarietà verso l’Italia, ma un gesto di responsabilità verso l’Europa». Così ha aperto la conferenza stampa. «Qui è in gioco il futuro dell’Europa. È una sfida epocale per l’Europa. E su questo la presidente von der Leyen è sempre stata collaborativa», ha aggiunto Meloni, specificando che «servono soluzioni durature, complesse e serie, abbiamo bisogno di lavorare tutti nella stessa direzione». Per affrontare il problema l’unica soluzione, sottolineato ancora la Premier, «è bloccare le partenze illegali, è quello che chiedono i cittadini europei, gli immigrati regolari gli stessi rifugiati». In sostanza, spiega la Meloni parlando di strumenti da adottare, servono «stop alle partenze più che redistribuire, lotta più incisiva ai trafficanti di esseri umani, più efficace missione europea navale e strumenti più efficaci per i rimpatri decisi a livello europeo e non dai singoli Stati». Serve poi «un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite e ora l’accordo con la Tunisia va applicato velocemente. Sono ottimista - ha detto ancora la Meloni - perchè è la posizione italiana è ampiamente condivisa nella Ue».

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Meloni: "Fermare partenze illegali unico modo per affrontare seriamente problema"

E nel ringraziare ancora le autorità e le strutture impegnate nel gestire l’emergenza e le “persone belle” di Lampedusa, Meloni ha confermato l’approvazione nel Consiglio dei ministri di lunedì 18 settembre delle misure per velocizzare i rimpatri e per consentire al ministero della Difesa di iniziare a lavorare sulle nuove strutture di accoglienza». Su minori e donne il probema merita «un’attezione a parte». Stiamo aspettando una risposta del Consiglio europeo, ma Meloni è ottimista che sul tema immigrazione se ne parlerà presto al prossimo Consiglio di ottobre. Così come «discuteremo lo sblocco del memorandum e un sostegno al bilancio tunisino senza agganciarlo all’accordo con il Fondo monetario». Sul blocco navale, inoltre, «occorre mettere in atto iniziative in accordo con le istituzioni locali. Credo sia opportuno ripartire dalla seconda e terza parte della missione Sofia».

Il piano in 10 punti della von der Leyen

«Siamo qui per una risposta coordinata. L’emergenza migranti è causata dai trafficanti». Così la presidente delle Commissione europea che ha poi presentato un piano di intervento in 10 punti. Aumenteremo il nostro sostegno per spostare i migranti fuori dall’Italia facendo appello al meccanismo di accoglienza volontario. Offriamo il sostegno di Frontex per consentire ai migranti che non hanno titolo di entrare in Europa di poter rientrare nei loro Paesi. Occorre lavorare tutti insieme per contrastare gli scafisti e con Frontex dialogare con i Paesi di partenza. Dobbiamo migliorare la sorveglianza navale e aerea lavorando anche su nuove missioni e aiutare la guardia costiera tunisina. Necessario, con la collaborazione dell’autorità italiana, di distruggere tutte le imbarcazioni utilizzate dai trafficanti. L’agenzia europea per l’asilo dovrà sostenere l’Italia nell’esame delle domande. Chi non ha diritto di asilo dovrà tornare nel Paese d’origine. Per lottare contro gli scafisti occorre offrire ai migranti corridoi umanitari legali. In questo senso occorre migliorare la collaborazione c on le organizzazioni umanitarie che si occupano di corridoi umanitari e possono aiutare nei rimpatri. Ultimo punto è poi il sostegno alla Tunisia per sviluppare l’ufficio per i migranti e garantire gli aiuti alla Tunisia». Sul piano d’azione, la presidente della Commissione, rispondendo alla stampa ha sottolineato che sulle iniziative è in corso un dialogo con tutti i leader europei. «L’idea è quella di affrontare questa sfida tutti insieme e non solo a livello europeo ma anche a livello internazionale». E nel concludere ha sottolineato che è arrivata a Lampedusa per affrontare l’emergenza tutti insieme.

Il Papa venerdì a Marsiglia

Il «Fenomeno migratorio è una sfida non facile che va affrontata insieme. Potremo avere un futuro prospero solo mettendo al primo posto la dignità umana, soprattutto quella delle persone più bisognose». Lo ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus davanti ai fedeli riuniti in piazza San Pietro ricordando che venerdì sarà a Marsiglia per partecipare a un evento per promuovere percorsi di pace e integrazionne’ dedicato al ’’mare nostrum’’.

Il ringraziamento ai volontari della Croce rossa

Le due presidenti nella visita all’hotspot, durata una decina di minuti visti anche i tempi contingentati legati alla partenza della Premier per New York per l’Assemblea generale dell’Onu, hanno incontrato una delegazione di volontari della Croce Rossa, li hanno ringraziati per quanto stanno facendo e hanno ricevuto in regalo due magliette della Cri. Un dono, ha spiegato in una nota la Croce Rossa Italiana, in segno di benvenuto alle Istituzioni presenti all’hotspot di Lampedusa attraverso la Vicepresidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Debora Diodati. «Come ogni giorno con le persone migranti che accogliamo, vogliamo condividere oggi con le istituzioni il nostro principio di umanità. È una speranza di vita», dice la Cri.

Al cimitero dei barchini

La delegazione ha raggiunto, poi, il molo Favaloro dove la presidente della Commissione europea si è intrattenuta con la Meloni davanti al cimitero dei barchini abbandonati e spesso distrutti. A pochi metri dal molo stride la vista della spiaggia di Lampedusa con i suoi ombrelloni gialli e verdi piena di turisti in vacanza. Sul molo poi il ringraziamento della delegazione alle associazioni che operano nell’hotspot e alle forze dell’ordine per il lavoro svolto. Erano presenti Save the children, Unhcr, Unicef, Euaa, Guardia costiera e Guardia di Finanza. Promessa poi al vice sindaco di Lampedusa la rimozione dei barchini. Alla premier Giorgia Meloni, ha detto Attilio Lucia, vice sindaco di Lampedusa facente funzioni, parlando ai microfoni di RaiNews24 «abbiamo detto di sollecitare la situazione dei barchini perché ha visto anche coi propri occhi la situazione, un brutto inquinamento ambientale, e mi ha garantito che nell’arco di 4-5 giorni verranno tolte quelle barche, perché i pescatori non possono uscire neanche a pescare», spesso «prendono relitti con le reti, si parla di 10-15mila euro di danni a ogni uscita».

L’appello del pescatore

Durante il confronto sul molo Favarolo la Meloni ha raccolto l’appello di un pescatore locale, che lamentava le difficoltà degli operatori del settore. «È 20 anni che c’è questa situazione», ha spiegato l’uomo, dopo aver richiamato l’attenzione della Premier che si trovava sul molo di Favaloro assieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e al resto della delegazione. Al termine del breve colloquio Meloni si è rivolta al pescatore giungendo le mani davanti al petto. «Ci ha detto che ci farà lavorare», ha spiegato il pescatore.

Flussi continui

A partire dalla mezzanotte, altri 144 migranti, 69 dei quali sbarcati direttamente a Cala Croce, sono approdati nell’isola, dove ieri ci sono stati 23 approdi con oltre mille profughi. Durante la notte, gli ultimi ad essere rintracciati dai carabinieri sono stati i 69 (tra cui 4 donne) egiziani, siriani e sudanesi che hanno riferito di essere salpati da Zawia, in Libia, pagando 4mila dollari a testa. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, alle 7, c’erano 1.950 ospiti. Per la mattinata, la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 640 migranti con la nave dedicata “Veronese” che farà rotta verso Catania.

Nessuna tendopoli sull’isola

«Contrariamente ad alcune notizie diffuse tra ieri e oggi», la Croce Rossa Italiana «non sta allestendo nessuna tendopoli a Lampedusa. Inoltre non è nei programmi della Croce Rossa l'attivazione di tendopoli su un'isola che continua a vedere un grande spirito di collaborazione tra la Cri e la comunità locale, verso la quale la Croce Rossa sta mettendo a disposizione anche dei servizi. L'unico centro gestito dalla Cri sull'isola, come noto, è l'hotspot di Contrada Imbriacola». Lo sottolinea in una nota la Croce Rossa Italiana.

L’appello di Save the cildren

La visita della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Lampedusa, per Save the Children è l’occasione per le istituzioni di poter mettere in campo una risposta coordinata tra gli stati membri dell’Unione europea basata sui diritti umani. Ancora una volta, si legge in una nota dell’ong, sono le persone più vulnerabili - soprattutto i minori che arrivano non accompagnati, inclusi bambini molto piccoli, le persone sopravvissute alla violenza di genere e le vittime di tortura e trattamenti inumani e degradanti - a pagare il prezzo di anni di mancanza di politiche coordinate tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea ancora che finché le politiche di deterrenza e il controllo dell’immigrazione prevarranno, queste situazioni sono destinate a ripetersi. La Ue e i Paesi Membri devono cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, a partire dalla messa in campo di un sistema europeo strutturato di ricerca e soccorso in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale e dando una risposta congiunta che dimostri la solidarietà europea sancita nei suoi valori fondamentali.


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