Migranti, passa la stretta sulla protezione speciale ma Palazzo Chigi frena la Lega
di Manuela Perrone
2' di lettura
Continuerà in Aula al Senato il voto sugli emendamenti al decreto legge sull’immigrazione che era stato approvato il 9 marzo a Cutro. Nella maratona di quasi undici ore di mercoledì l’accordo tra i partiti di governo ha tenuto.
Ma l’emendamento di maggioranza sulla protezione speciale, a prima firma Maurizio Gasparri (Fi), ha agitato gli animi e rallentato la tabella di marcia. In corsa è stata presentata una riformulazione che ha salvato la stretta che impedisce la conversione in permessi di soggiorno per lavoro dei permessi per protezione speciale, cure mediche e calamità, ma ha soppresso il comma voluto dalla Lega che cancellava dalla legge quadro sull’immigrazione i riferimenti alla legislazione internazionale sulla tutela dei diritti umani, relativamente alle richieste di permesso da parte dei migranti. È evidente che nei giorni scorsi ci sono stati scambi con l’Ufficio giuridico del Quirinale in cui è stata fatta notare l’esigenza di non violare trattati internazionali di cui il Colle è garante.
Il sottosegretario all’Interno, il leghista Nicola Molteni, ha chiesto un accantonamento della proposta per «capire meglio» la riformulazione (sollecitata da Palazzo Chigi). La seduta è stata sospesa, poi è arrivato il parere «conforme» e il voto favorevole. Ma le opposizioni sono partite all’attacco. «Quanto avvenuto dà il senso del caos nella maggioranza», ha osservato il capogruppo Pd Francesco Boccia, prima che la collega Vincenza Rando leggesse a uno a uno i nomi delle persone che a Cutro hanno perso la vita (tra gli applausi di tutti, tranne che dei senatori Fdi). Secco il capogruppo Avs, Peppe De Cristofaro: «La maggioranza sui migranti non esiste più. Gasparri sta cercando di mettere una pezza, che però sa tanto di retromarcia».
Qualche ora prima le tensioni striscianti tra Fdi e Lega erano venute a galla. Il vicepresidente leghista del Senato, Gianmarco Centinaio, ospite a “L’aria che tira” su La7, aveva deplorato le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura sulla «sostituzione etnica»: «Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza». In ogni caso, sono passati a Palazzo Madama anche gli altri emendamenti del Governo all’articolo 5 e 6: le deroghe per accelerare la realizzazione di nuovi centri e punti di crisi, la postazione della Croce Rossa a Lampedusa e gli affidamenti dei servizi di trasporto per decongestionare l’hotspot, ma anche l’obbligo di accogliere i richiedenti protezione internazionale nei centri di accoglienza governativi e non più nel sistema di accoglienza e integrazione costituito dalla rete degli enti locali.
Se Anci ha chiesto un maggiore coinvolgimento, anche le Regioni hanno contestato il metodo adottato dal Governo sui provvedimenti in materia di immigrazione e invocato all’unanimità un incontro con l’Esecutivo. Al Question Time alla Camera il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha tenuto il punto, sia sulla protezione speciale (l’intenzione è garantire che non sia «un espediente» per eludere le regole) sia sullo stato di emergenza nazionale, necessario in primis «per decongestionare in tempi rapidi l’hotspot di Lampedusa».
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