il graffio del lunedì

Milan, questa volta si scotta il Verona. L’Inter al crash test con l’Atalanta

Il Milan torna alla vittoria. La Juve fatica con la Lazio ma si ritrova ancora in corsa per lo scudetto

di Dario Ceccarelli

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4' di lettura

Aridaje, direbbe Beppe Grillo. Nuovo colpo di scena. Anzi, nuovo colpo di coda del Diavolo. Che ormai si diverte un sacco a farsi dar per morto, al mercoledì, salvo poi risorgere alla domenica quando ormai ogni discorso sullo scudetto sembra morto e sepolto a favore dell'Inter (che stasera se vince contro l'Atalanta può comunque riportarsi a + 6 dai rossoneri)

Questa volta a scottarsi è il Verona, di solito fatale per il Milan come ben ricordano gli ormai incanutiti tifosi rossoneri che al Bentegodi videro volar via due scudetti, uno nel 1973 ai tempi gloriosi di Nereo Rocco e l'altro nel 1990 con il Dream Team di Arrigo Sacchi. Ma quelli sono episodi lontani, roba del polveroso Novecento che fu. Stando nel presente, colpisce l'incredibile facilità con cui il Milan, dopo un mercoledì poco da leoni con l'Udinese, e con una infermeria più affollata dei Navigli in una giornata di sole, in piena emergenza insomma, sia riuscito a far pelo e contropelo alla squadra di Juric, fino a questo momento stimata come la più rognosa delle “provinciali” tanto che solo la settimana prima aveva fatto tremare la Juventus. Voi direte: non ci vuole molto, oggi come oggi, a far tremare la squadra di Pirlo… Ma queste, come preciserebbe Andrea Agnelli, sono facili ironie anti juventine perchè poi, se si fanno bene i conti, la Juve è sempre terza in classifica, ancora in lizza per la Champions e con un paio di coppe già in tasca...

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Meglio restare sul Milan. Tanto di cappello. Veramente sorprendente. Con una squadra di ragazzi, e senza Ibra, Calhanoglu, Hernandez, Rebic e Bennacer, il Milan ritrova improvvisamente quella insostenibile leggerezza che, fino a Natale, gli aveva permesso di mettere in fila dieci vittorie e quattro pareggi, cioè una media punti da scudetto, più o meno come quella dell'attuale Inter. Vero che il Verona non è il Bayern di Monaco, ma questa trasferta era un crocevia pericolosissimo che rischiava di mandare a gambe all'aria tutto il progetto di Pioli.

L'aver vinto così, con due gol (Krunic e Dalot) uno più bello dell' altro, con un Kessie dominante a centrocampo, rimette il Milan al suo posto, cioè di quello di una giovane squadra che gioca un calcio brillante e coraggioso. Forse non ancora da scudetto, ma abbastanza per costruirsi un ottimo avvenire. Di sicuro, con questo passaggio vincente a Verona, Il Milan si riaccredita per il secondo posto e per la Champions. Poi si vedrà, perchè questo campionato tira sempre fuori qualche sorpresa

L'aspetto divertente, dopo aver tanto parlato del ruolo magico di Ibra, è che boys rossoneri hanno fatto un ottimo lavoro anche senza il contributo del loro guru carismatico, del resto già in sovraccarico per le lunghe dirette sanremesi alle quali ha aggiunto un passaggio anche da Fabio Fazio cantando Fra Martino campanaro in svedese e ribandendo il suo legame con il Milan (“Questo squadra mi emoziona, se Maldini vuole io rinnovo”).Diciamo che questa settimana Ibra si è imposto soprattutto come artista e come “Direttore del Festival”. Poi, molto umilmente (avverbio che Zatlan non ama) ha anche raggiunto i compagni a Verona benedicendoli per la vittoria. E questa volta senza spericolati passaggi in moto. Comunque, e qui chiudiamo con il “dopo festival”, Ibra a Sanremo se l'è cavata benissimo. Tra lui è Achille Lauro, Ibra tutta la vita ….

Ma andiamo al punto. Perchè ora bisogna vedere cosa succede stasera tra Inter e Atalanta (ore 20.45.). Un successo dell'Inter darebbe ulteriore vigore alla fuga della squadra di Conte. Che così otterrebbe la settima vittoria consecutiva. Difesa blindata, attacco perforante, giocatori recuperati come Eriksen, Perisic e Sanchez: l'Inter sta volando come ai tempi Mourinho. L'Atalanta con la sua velocità è l'unica che può saggiarne la solidità: diciamo che potrebbe essere un crash test per lo scudetto. Nel caso di una vittoria dei ragazzi di Gasperini, le cose però cambierebbero. Riaprendosi il film del campionato. Ma sono parole che non contano, perché poi alla fine contano i risultati. E finora i risultati danno ragione all'Inter.

Sulla Juventus, ormai ci si ripete. Con la Lazio, al di là del risultato quasi rotondo (3-1), i bianconeri hanno fatto fatica. Nel primo tempo, se i giocatori di Inzaghi chiudono la partita, saremmo qui a parlare de guai di Pirlo. In realtà la Juventus ha moltissime risorse che permettono al Maestro un ricco turnover. Morata, mattatore con una doppietta, solo a Torino può fare la riserva. Altrove sarebbe titolare a vita. Buon per la Juventus che, questa volta, riesce anche a fare a meno di Ronaldo, suo santo protettore quando è in ambasce. Il gioco non è brillante, ma pazienza: lo si diceva anche per Allegri. E dopo anche per Sarri. Chi guida la Juventus è sulla graticola per definizione. Sono i rischi del mestiere. Un po' come fare il segretario del Pd. Solo che lì, ultimamente, tocca anche andare da Barbara D'Urso.

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