Milano (-0,45%) frenata dalle banche. Bper a picco, perde il 7,8%
di Eleonora Micheli
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Chiusura contrastata per le Borse europee (segui qui i listini), che non si sono entusiasmate per i nuovi record aggiornati da Wall Street (segui qui i principali indici). Le parole del presidente americano, Donald Trump, che ieri ha preannunciato un «fenomenale taglio delle tasse», hanno spinto la NOrsa di Oltreoceano, ma non hanno incoraggiato il buonumore in Europa, con i listini che alla fine hanno chiuso in ordine sparso. Per altro gli investitori hanno sposato un atteggiamento più riflessivo dopo la pubblicazione del dato americano sulla fiducia, misurato dall’Università del Michigan che ha rilevato un peggioramento nel mese di febbraio, portandosi a 95,7 punti, dai 98,5 punti di fine gennaio. Dato che ha messo in ombra l'ottimo andamento della bilancia commerciale cinese, che a gennaio ha registrato una volata delle importazioni del 16,7% e un progresso delle esportazioni del 7,9%. Il surplus è salito a 51,35 miliardi di dollari , contro i 40,71 miliardi di dicembre.
Milano è risultata la piazza peggiore insieme a Madrid (-0,64%), nonostante il boom della produzione industriale italiana del mese di dicembre, balzata in avanti del 6,6% su base annua.
Nell’intero 2016, inoltre, è cresciuta dell’1,6%, segnando un record dal 2010. D'altra parte le preoccupazioni per le tensioni europee continuano a penalizzare le piazze periferiche. Per altro il numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, ha bacchettato il nostro Paese asserendo: «sono state deluse le aspettative di chi aveva scommesso che gli sforzi di risanamento intrapresi dall'Italia prima dell'ingresso nell'Unione monetaria sarebbero continuati anche nello spazio valutario comune e che la solidità delle finanze pubbliche sarebbe stata garantita in modo duraturo». Come se non bastasse sale l'attesa per il giudizio di Moody's sul Belpaese. Non a caso lo spread è risalito a 193 punti.
Banche sotto pressione, Bper la peggiore
Le Bper hanno accusato la performance peggiore del paniere principale, scivolando del 7,8%, sull’onda dei dati 2016 peggiori delle attese. L’utile è crollato del 90% a soli 14,3 milioni rispetto ai 220,7 milioni del 2015, risentendo di poste straordinarie e del contributo al fondo di risoluzione. Così anche la cedola si ridurrà a 6 centesimi, rispetto ai 10 centesimi dell’anno precedente. La stagione delle trimestrali ha influenzato l’andatura di numerosi titoli. Sono, infatti, andate male le Banco Bpm(-5,3%), nell’attesa del bilancio 2016 (diffuso a mercati chiusi). Le Ubi hanno accusato un ribasso del 5,7%, sulla scorta del bilancio 2016 archiviato con un rosso di 830,2 milioni nel 2016, a fronte di un utile di 116,8 nel 2015. Il cda ha deciso di proporre ugualmente la distribuzione di un dividendo da 0,11 euro per azione, in linea con quello dello scorso anno.
Unicreditè rimbalzata sul finale, salendo dello 0,56%, nel quinto giorno dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro e all’indomani dell’annuncio della perdita 2016 per 11,8 miliardi, come nelle attese. La debolezza del settore bancario alla fine ha fatto scivolare anche le quotazioni di Mediobanca (-1,14%), che invece erano partite al rialzo, sempre sull’onda della semestrale annunciata il giorno prima, archiviata con un utile migliore delle attese.
Male anche Unipol e Unipolsai
Tra gli assicurativi, hanno chiuso in rosso le Unipolsai (-1%) e le Unipol (-1,3%), nonostante i dati del 2016 siano risultati migliori delle stime. In particolare il gruppo assicurativo Unipolsai ha segnato nel 2016 un utile netto di 527 milioni di euro, in calo dai 738 milioni del 2015, che avevano beneficiato in modo straordinario del risultato della gestione finanziaria.
Bene Buzzi dopo dati su vendite, in ribasso Telecom
Sono state premiate le Buzzi Unicem(+2,7%), dopo l’annuncio del giro d’affari del 2016 pari a 2,669 miliardi, sostanzialmente in linea con l'anno scorso (+0,3%, che diventa +1,7% a cambi e perimetro costanti). L’azienda ha inoltre preannunciato che l’Ebitda preliminare sarà superiore alle stime di mercato. Sono inoltre andate bene le Tenaris (+0,69%) e le Prysmian (+0,78%) .Sono invece scivolate del 2,5% le Telecom Italia.
Ferragamo corre con Kering
Le azioni del lusso sono state incoraggiate dai conti del gruppo francese Kering (+2,6%), quello che possiede anche il gruppo Gucci. La società che fa capo alla famiglia Pinault ha messo a segno un 2016 da record, con vendite pari a 12,4 miliardi in aumento del 6,9% e un utile netto di 813,5 milioni, in rialzo del 16,9%.
Così Salvatore Fer ragamoè salita dello 0,77%, beneficiando ancora della presentazione del piano industriale della scorsa settimana, da parte dell’ad, Eraldo Poletto.
L'asta BoT fa il pieno
Le preoccupazioni per le tensioni in Europa hanno di nuovo spinto in alto lo spread, anche se oggi il Tesoro ha fatto il pieno di Bot. Ha infatti collocato tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot annuali con scadenza febbraio 2018, offerti in asta, a un rendimento inchiodato sui minimi storici a -0,247%, sostanzialmente invariato rispetto al collocamento dello scorso gennaio, quando il rendimento si era attestato a -0,250%.
Tornano gli acquisti sul dollaro, debole lo yen
L'euro ha di nuovo perso posizioni sul dollaro, con il biglietto verde che ha continuato a beneficiare delle promesse di Trump (segui qui l'andamento del dollaro contro le principali valute e qui l'andamento della moneta unica contro le principali divise estere). Sotto i riflettori anche l'incontro tra il presidente Usa Donald Trump e quello giapponese Shinzo Abe, che potrebbe segnare un dialogo meno teso tra i due Paesi, dopo l'allentamento della tensione Usa-Cina.
Petrolio in rialzo: tagli Opec gennaio a 1 mln barili/giorno
Petrolio in netto rialzo (segui qui l'andamento di Brent e Wti) dopo che l'Agenzia internazionale dell'energia ha detto che la domanda di prodotti petroliferi sta aumentando più del previsto e che i Paesi Opec hanno ridotto la produzione di petrolio di un milione di barili giornalieri nel mese di gennaio rispetto a dicembre. L'Aie nel suo rapporto evidenzia che i Paesi Opec hanno raggiunto il 90% dell'obbiettivo fissato come impegno nell'accordo del novembre scorso che indicava appunto un taglio della produzione, dall'inizio di quest'anno, di 1,2 milioni di barili giornalieri. L'Agenzia inoltre ha alzato le stime sulla domanda globale di petrolio nel 2017 di 0,1 mln di barili al giorno a 1,4 mln di barili al giorno.
Usa: cala a 95,7 pt fiducia consumatori Michigan a metà febbraio, sotto stime
Americani meno fiduciosi sullo stato di salute dell'economia americana a metà febbraio. Secondo quanto riportato dall'Università del Michigan, il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori si è attestato a 95,7 punti, in calo dai 98,5 punti di fine gennaio e dai 98,1 punti della lettura preliminare del mese scorso. Il dato è sotto le previsioni degli analisti, che attendevano un valore a 98 punti. Il sottoindice che misura la fiducia sulle condizioni correnti dell'economia si è attestato a 111,2 punti, contro i 111,3 punti di fine gennaio e i 112,5 punti di metà gennaio. Quello che misura la fiducia sulle condizioni future si è attestato a 85,7 punti, contro i 90,3 punti di fine gennaio e gli 88,9 punti della lettura preliminare precedente. Per quanto riguarda l'inflazione, le aspettative a un anno si sono attestate al 3,8%, in aumento dal 2,6% precedente, mentre quelle a cinque anni sono rimaste invariate al 2,5%.
BTp: spread con Bund si allarga a 193 punti, rendimento al 2,27%
Si allarga lo spread BTp/Bund in chiusura di giornata. Il differenziale
di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005210650) e il pari scadenza tedesco segna 193 punti base a fine seduta dai 187 di ieri e i 189 di stamattina. Il rendimento del decennale italiano sale al 2,27% dal 2,19% di ieri.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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