ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIntervista a Pierluigi Monceri

«Milano affronta la crisi con capacità prospettica, non smetterà di investire»

Direttore regionale Milano e provincia Intesa Sanpaolo

di Paolo Paronetto

 Pierluigi Monceri

2' di lettura

Lombardo, di Varese, 59 anni e una carriera intera all’interno delle diverse ramificazioni territoriali del gruppo Intesa Sanpaolo, con ultima tappa a Roma prima del ritorno a casa come nuovo direttore regionale Milano e provincia, contesto che per Intesa Sanpaolo vale circa 300 sportelli e 1,6 milioni di clienti.

Pierluigi Monceri, che città ha trovato dopo due anni di pandemia e alla luce dell’attuale difficile contesto geopolitico?

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Una città che sta vivendo quella che speriamo sia la coda della pandemia e della guerra in corso tra Russia e Ucraina con una solidità dei fondamentali importante, figlia della gestione ottimale degli ultimi 15 anni. Una città che affronta questa fase con una robustezza e una capacità prospettica rimaste intonse. Del resto già dal 2008 Milano ha saputo cogliere le sfide che la crisi ha dato al sistema. Tra il 2008 e il 2019 il Pil dell’area che corrisponde alla direzione regionale a prezzi costanti è aumentato del 6,1%, a fronte del +2,2% della media regionale e di un calo del 2,3% a livello nazionale. Milano ha buone infrastrutture, 2.900 startup innovative, una capacità di brevettare nettamente superiore alla media del Paese e attrae giovani.

L’impatto della guerra in Ucraina fermerà la ripresa registrata nel 2021?

Certamente rispetto alle proiezioni iniziali non potrà non esserci un ridimensionamento, ma siamo ancora in un ambito di positività rispetto all’anno precedente. Il problema non è tanto l’impatto diretto del conflitto, ma quello indiretto con la crescita dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Noi abbiamo sempre provato, nei momenti di difficoltà, a non rinnegare la logica di investire, di innovare, di rafforzare la capacità di stare sui mercati. Vanno in questa direzione le misure finanziarie immediate per le Pmi energivore e per quelle che esportano in Ucraina e Russia. Vogliamo continuare a sostenere le aziende anche valorizzando il Pnrr, che in questa città, per le sue prerogative, potrà trovare un hub fertile, attento e pronto a gestirne al meglio le risorse.

Negli ultimi anni, anche in seguito all’acquisizione delle ex Popolari venete e di Ubi Banca, Intesa ha aumentato il numero di centri decisionali sul territorio e creato nuove direzioni regionali, pur a fronte di un ridimensionamento della rete, comune a tutto il sistema. Come vi proponete di intercettare i bisogni della clientela, anche in seguito al lancio di Isybank, la nuova banca digitale del gruppo?

Oggi il mercato sta imponendo a tutti i settori una logica di digitalizzazione. Ci saranno meno filiali, ma questo non significa allontanarsi dal territorio. Noi siamo più che ancorati al territorio e cerchiamo di servirlo in base alle richieste delle realtà in cui viviamo. Siamo una banca che ha l’ambizione di seguire il cliente e con il lancio di Isybank si è scelta una modalità dedicata a chi ha già logiche esclusivamente digitali. È un percorso su cui stiamo lavorando alacremente e che a Milano potrà avere uno sviluppo importante considerata la presenza di realtà già molto avanti nella transizione digitale.

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