Milano capitale dei consumi culturali in Italia (e più libri che calcio)
A Milano si concentra il 12% della spesa nazionale in consumi culturali, mentre la popolazione residente è il 2,3% di quella nazionale. Questi i dati principali dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (Aie) per BookCity sui consumi culturali nella città di Milano
di Andrea Biondi
3' di lettura
Milano «è un polo di attrazione culturale importante, perché assieme a quelli che sono i beni culturali che attirano, la città produce eventi, un centinaio al giorno, c’è una grande offerta che cresce e che attrae persone dentro e fuori dalla città. È importante allora capire questa offerta e bisogna indagare anche la domanda». Così Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie) nel commentare i dati dell’Osservatorio sui consumi culturali nella città di Milano, realizzato per BookCity da Aie in collaborazione con Siae e Pepe Research. Qui si concentra il 12% della spesa culturale italiana. E per i libri si spende anche più che per il calcio.
«Milano – ha aggiunto Cipolletta – sta diventando il centro della produzione culturale italiana. Non si tratta solo di milanesi va detto. Ma dipende dall’essere Milano un polo attrattivo». In termini assoluti la spesa è stata nel 2022 di 549,453 milioni di euro includendo anche gli eventi sportivi; 368,254 milioni senza. I libri sono il primo capitolo di spesa e nel conteggio sono esclusi gli ingressi a musei, la spesa in acquisto di musica e cinema registrato, i videogiochi.
Andando nel dettaglio, nel comune di Milano si concentra il 27% della spesa nazionale per la visita di mostre e il 23% del pubblico (numero di ingressi), il 25% della spesa nazionale per assistere a spettacoli di teatro lirici e il 20% del pubblico, il 15% della spesa nazionale per assistere a spettacoli di musica pop, rock e leggera e il 10% del pubblico, il 15% della spesa nazionale per spettacoli di balletto e l’8% del pubblico (danza compresa), il 12% della spesa nazionale per concerti di musica classica e il 13% di pubblico, l’11% della spesa nazionale per spettacoli di teatro di prosa e il 9% del pubblico, il 10% della spesa nazionale per l’acquisto di libri nei canali trade (librerie fisiche e online e supermarket), il 5% della spesa nazionale per biglietti del cinema e il 5% del pubblico.
Andare al cinema è l’attività più frequentata dai milanesi (63%). Seguono le visite a musei, mostre, rassegne d’arte o monumenti (52%), i concerti di musica pop, classica o lirica (40%), il teatro (22%), i saloni del libro, festival letterari, incontri con autori (19%). Le manifestazioni e gli eventi culturali più partecipati dai milanesi sono le Giornate del Fai, la Milano Comics and Games e Novegro Comics and Games, Fest - Festival delle serie tv, Salone del Mobile con Design Week e Fuorisalone e BookCity. Gli spazi e luoghi culturali che i milanesi dichiarano di frequentare di più sono invece la Triennale, la Fondazione Feltrinelli, Fabbrica del Vapore, Fondazione Corriere della Sera, Palazzo Sormani, Palazzo Reale, Fondazione Prada e Gallerie d’Italia.
«BookCity – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – quest’anno è anche l’occasione per fare un punto importante sullo stato di salute culturale della nostra città. Quando, nei nostri commenti e nelle nostre dichiarazioni, affermiamo che Milano è capitale dello spettacolo, dell’editoria, della musica o della lettura, lo facciamo con la consapevolezza non solo di questi numeri, che sono quelli del consumo culturale a pagamento, ma di altri ancora, che non sono compresi in questo importante studio perché, per esempio, spettacoli a ingresso gratuito o ingressi ai musei. È una consapevolezza che ci rende orgogliosi, ma dà anche la responsabilità di rendere l’accesso agli strumenti di crescita culturale, che siano libri o film, concerti o mostre, sempre più inclusivo e diffuso».
«I dati raccolti da Aie mostrano un incremento sia nelle vendite dei libri sia nella partecipazione agli eventi culturali, ricordandoci così come libri e lettura siano a tutti gli effetti beni essenziali, non solo per il singolo individuo ma per l’intera comunità. Il libro è infatti l’arma più preziosa che abbiamo per ridurre le disparità e avviare un processo di inclusione sociale: attorno al libro si creano connessioni, si nutrono collaborazioni, si abbattono barriere», hanno commentato i presidenti di Fondazione BookCity Milano Piergaetano Marchetti e di BookCity Milano Luca Formenton.
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